Il meglio del nostro meglio/3

Il meglio, del meglio, del nostro meglio in musica per cinque settimane, con una selezione fatta apposta per voi.

a cura di Gabriella Ballarini

Per questa terza settimana in musica abbiamo scelto sette interessanti interviste dell’ultimo anno di Q Code Magazine: buona lettura e soprattutto, come sempre, buon ascolto.

Kabul Art di Christian Elia

Kabul, simile e diversa. Un’interviste sulla ricerca del senso, sulla poesia e sull’arte.
Noi, cerchiamo la bellezza, ovunque.
Francesca, ad un certo punto dell’intervista dice: “Una delle cose che lega il mio lavoro è che gli artisti a Ramallah, a New York o a Kabul hanno lo stesso desiderio: esprimere la loro creatività. Uno dei fili conduttori è questo, e mi affascina vedere come lo fanno in luoghi dove sembra non ci possa essere altro se non la mera sopravvivenza.”
E i Marlene Kuntz aggiungono: “Noi cerchiamo la bellezza ovunque. E passiamo spesso il tempo così, senza utilità (quella che piace a voi), senza utilità (perché non serve a noi)”

Wecoin, una moneta complementare di Enrico Natoli

Marco racconta di una strana moneta, una moneta che non la puoi toccare.
Marco dice di esser nato in un mondo in cui la quantità ha contato sempre più della qualità.
E aggiunge: “Il denaro deve essere uno strumento. Quando diventa un fine la sua assenza si tramuta in “non ho più niente e non posso fare più niente””.
Molto spesso una crisi è un eccesso di lucidità, dice Morgan dei Bluvertigo.
Volume e buona crisi.

La Turchia e la stampa nel mirino del potere di Laura Filios

Ho letto la storia della giornalista Canan Coskun e ho subito pensato alla canzone di Cristina Donà, non so bene perché, ma forse lo so, c’è una frase che dice “la verità e la bellezza non fanno rumore/Basta solo farle entrare/È tempo di ripulire il pensiero/È tempo di dominare il fuoco/È tempo di ascoltare davvero”. E forse è proprio così, forse è tempo di non lasciarsi intimidire.

Due colori e due misure di Antonio Marafioti

Il passaggio centrale di questa intervista di Antonio Marafioti, secondo me, è qui: Crede che questa morte sia collegata a motivi razziali? Lo è di certo. Statisticamente le vittime di uccisioni in stile esecuzione da parte della polizia sono prevalentemente nere. Non è una coincidenza. Ogni afroamericano è fin troppo consapevole della piaga del pregiudizio razziale negli Stati Uniti.
La risposta dei Talking Heads: are you in love with your problems?

Una papera contro Belgrado sull’acqua di Tijana Morača

C’è una canzone dei Simple Minds che si intitola “Waterfront”.
Era il 1983 e la band scozzese faceva uscire il primo singolo dell’album Sparkle in the rain.
The rain, I’m going to move on up to the Waterfront
Step in, step out of the rain
I’m going to walk on up to the Waterfront
Said, one million years from today
Step on up to the Waterfront

Macedonia, l’emergenza rifugiati di Francesca Rolandi

La situazione è drammatica. Dobbiamo trovare una soluzione. L’affollamento dei luoghi di confine.
Before we packed our bags
And left all this behind us in the dust
We had a place that we could call home
And a life no one could touch

Le radici di Widad di Gabriella Grasso

La morte che spinge a cercare le radici della propria storia.
La casa sul confine dei ricordi.
E tu ricerchi là le tue radici, se vuoi capire l’anima che hai.