Libia, si apre una nuova fase?

Il Governo di Serraj chiede l’intervento degli Stati Uniti: è la prima volta che questo accade. Si bombardano le roccaforti di Daesh. L’inizio di una guerra più duratura?

Tratto da Ispi

Sono almeno sette i raid aerei condotti dagli Usa in Libia. Secondo alcune fonti, un drone sarebbe partito dalla base aerea di Sigonella, in Sicilia. L’Italia è in guerra con lo Stato Islamico? Il ministro della Difesa Roberto Pinotti ha riferito alla Camera che l’Italia è pronta a concedere spazio aereo e basi agli Stati Uniti per combattere Daesh in Libia. Ma forse siamo già oltre. Il commento di Ispi.

Il primo agosto gli Stati Uniti hanno condotto operazioni aeree contro lo Stato islamico in Libia. I raid sulla città di Sirte sono avvenuti a seguito di una richiesta di aiuto da parte del governo di Fayez al-Serraj, insediatosi non senza difficoltà dal marzo scorso e sostenuto dall’Onu nel tentativo di ridurre l’instabilità e lo stato di semianarchia in cui il paese versa negli ultimi anni.

Si tratta del terzo attacco statunitense in Libia verso postazioni di gruppi affiliati allo Stato islamico, dopo le due operazioni del novembre e febbraio scorsi. L’attacco del primo agosto è tuttavia significativo per due motivi.

Innanzitutto è la prima volta dal suo insediamento che il governo Serraj chiede formalmente l’intervento di un paese terzo nel conflitto libico. Fonti libiche sostengono che l’operazione sia avvenuta solo a seguito della firma di un accordo che, tra le altre cose, assicura che qualunque attacco sarebbe stato condotto solo previa notifica e consenso delle autorità libiche. L’operazione portata a termine dagli Stati Uniti nel febbraio scorso, un attacco aereo su Sabratha che aveva causato la morte di due ostaggi serbi, aveva suscitato forti reazioni di condanna da parte del governo allora internazionalmente riconosciuto di stanza a Tobruk, nell’est del paese, proprio per non essere stata concordata in anticipo.

In secondo luogo, questo attacco potrebbe segnare l’inizio di un coinvolgimento più duraturo da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati. Il portavoce del Pentagono, Peter Cook, ha infatti dichiarato che “sono previsti ulteriori attacchi statunitensi verso le postazioni dell’Isis”. Oltre ad approvare direttamente questa prima operazione, la Casa Bianca ha esteso la possibilità di autorizzare ulteriori attacchi su Sirte al generale Thomas Waldhauser, a capo dello US Africa Command (AFRICOM) dal 18 luglio scorso.

Nei mesi scorsi i governi britannico e francese avevano escluso la possibilità di condurre attacchi aerei, dichiarandosi a favore di un processo di riconciliazione politica e di sostegno solo logistico al nuovo governo.

Il primo agosto, invece, il Ministero degli Esteri italiano è stato tra i primi a congratularsi per il successo dell’operazione, sia per la legittimità acquisita attraverso la richiesta diretta del governo Serraj, sia per l’attenzione a colpire solo target militari – un carro armato e altri due veicoli.

(articolo originale del 2 agosto)