Le ciel attendra

Al Festival di Locarno, un film sul fenomeno delle ragazze francesi che decidono di arruolarsi nell’ISIS

di Cora Ranci, da Locarno

Sonia ha 17 anni, una famiglia affettuosa e benestante, un buon rendimento scolastico. Nulla della sua vita, una ordinaria come quella che conducono tante giovani ragazze, in Francia, lascia pensare che un giorno Sonia possa decidere di partire per la Siria e unirsi all’ISIS, “per conquistare un posto in paradiso per sé e la sua famiglia”. La stessa pazza, “inspiegabile” idea si radica forte nella testa di un’altra ragazza di 16 anni, Melanie, che si converte a quello che lei crede un Islam ortodosso ma che altro non è che fanatismo, per amore di un jihadista siriano conosciuto su Facebook, e mai visto nella realtà, che le promette amore eterno.

Due storie parallele, che raccontano lo stesso fenomeno realmente accaduto in Francia, ma anche in altri paesi europei e negli Stati Uniti. Quello delle giovani ragazze che restano “folgorate sulla via di Damasco”, attratte dai discorsi fanatici dati loro in pasto da sconosciuti jihadisti attraverso il web. Promesse di amore e di salvezza, che per i cuori di giovani ragazze prossime all’età adulta hanno il sapore di qualcosa che possa dare senso alle loro vite, colmare quel vuoto che loro stesse non hanno gli strumenti per decifrare.

Di questo tratta il film Le ciel attendra della regista francese Marie-Castille Mention-Schaar, presentato alla 69esima edizione del Film Festival di Locarno. Un film intenso, che ha la capacità di raccontare la dimensione psicologica di questa tragica manipolazione senza giudicare, ma cercando di capire.

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Dal film emerge tutta la complessità della situazione cui sono sottoposte le ragazze. Quelle che fortunatamente vengono fermate prima di compiere alcun gesto definitivo – vuoi perché pentitesi in tempo, vuoi perché arrestate dalla polizia grazie a intercettazioni – vengono assistite in maniera intelligente da una mediatrice musulmana che le mette di fronte alla realtà e che spiega loro come ciò di cui vanno vaneggiando non abbia nulla a che vedere con la fede nell’Islam. Un percorso collettivo che viene condiviso anche con le famiglie, sgomente e incapaci di spiegarsi l’abisso che stanno vivendo.

Quello delle ragazze che partono per la Siria per arruolarsi nell’ISIS è un fenomeno ancora limitato ma in aumento. Secondo gli ultimi dati disponibili, sarebbero già oltre 550 le donne occidentali che ora vivono nei territori dello Stato Islamico (il dato risale al 2015), in prevalenza francesi e tedesche, ma anche inglesi, olandesi e austriache. Sul fenomeno, che colpisce anche le giovani statunitensi, è apparso un bel reportage del New York Times.

Le ciel attendra ha il merito di trattare il fenomeno per ciò che è, senza cadere nella facile trappola dell’islamofobia. Se il film farà parlare di sé, come si pensa, potrà anche contribuire a diffondere maggiore consapevolezza tra chi rischia di vivere situazioni del genere.