Partecipazione, conflitto e resistenza in Argentina

Partecipazione, conflitto e resistenza in Argentina: il caso del movimento per i diritti umani H.I.J.O.S (Figli per l’Identità e la Giustizia, contro l’Oblio e il Silenzio)
di Marta Vignola
tratto da: Iconocrazia 9/2016 – “Ritorno al conflitto” (Vol. 2), Saggi

Lo studio del percorso evolutivo delle pratiche e delle strategie politiche dei movimenti per i diritti umani nati in Argentina a partire dal 1976, in particolare le istanze di verità e giustizia espresse dalle organizzazioni delle Madres (Madri), delle Abuelas (Nonne) di Plaza de Mayo e da H.I.J.O.S. (Figli), consente di dimostrare come la memoria e il passato sono una ricostruzione sociale creativa e attiva che parte dal presente; così come l’identità, individuale e collettiva, su cui si fonda l’idea di memoria è anch’essa un processo di costruzione sociale che vede coinvolta una pluralità di attori impegnati nella sfera pubblica. La famiglia politica delle Madri, delle Nonne e dei Figli, con il loro immaginario e le loro rappresentazioni simboliche, non furono solo uno strumento di organizzazione del passato in grado di svelare il meccanismo di confisca della memoria operato dalla dittatura argentina dal 1976 al 1983 ma rappresentarono, e rappresentano tutt’ora, un modello paradigmatico di lotta al potere e alla violenza.

In Argentina il tentativo di una nuova rinascita, di una narrazione delle singole biografie e della biografia nazionale a partire dal recupero di una memoria collettiva in grado di ricomporre un tessuto sociale annichilito dalla dittatura, si ritrova già nei primi anni del regime militare, quando una parte della società decise di reagire alla repressione. Le prime a rompere il muro del silenzio furono le donne. Le nuove Antigoni che sfidarono il Potere e la Legge di uno Stato terrorista furono le Madri, e poi le Nonne, che avevano dato la vita a coloro cui era stata tolta così brutalmente, furono le prime a “militare per la memoria” senza strumenti organizzativi e teorici, ma solo con una pratica invisibile e tenace, stabilirono forme di lotta e di resistenza che non potevano essere neutralizzate con i metodi tradizionali.

La capacità delle donne argentine di resistere, attraverso pratiche del ricordo, all’oblio dei governi che si sono succeduti anche nei primi anni successivi alla dittatura, ha rappresentato e continua a rappresentare, un capitale di legittimazione enorme, derivante da una pluralità di fattori legati alle loro strategie comunicative, alla produzione di contro-discorsi e alla creazione di nuovi campi di veridizione. La resistenza delle Madri e delle Nonne della Plaza de Mayo si è rivelata un potente riferimento etico, non solo per il crollo di tutto il dispositivo del terrore statale di fronte alla mobilitazione di questi soggetti collettivi, ma anche e soprattutto per l’appropriazione e la trasmissione delle loro forme di lotta alle future generazioni (Negri, Cocco, 2006, pp.173-180).

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