Sabir Maydan Festival

Il Sabir Fest di Messina (6-9 ottobre) raddoppia con Sabir Maydan a Catania (13-16 ottobre). Un’occasione per costruire insieme nuove proposte politiche e promuovere un’idea di Mediterraneo come spazio comune e condiviso

Tratto dal sito di COSPE, co-organizzatore del Sabir Fest

Il sabir è una lingua franca che mercanti e uomini di mare di diversi paesi hanno usato per i loro scambi nel mediterraneo dal medioevo fino a tutto l’ottocento. una lingua in comune che ne accoglie molte altre, tra cui l’arabo, l’occitano, il greco, il catalano, il turco, il siciliano, il veneziano, il genovese. sabir, dunque, non corrisponde a una popolazione precisa, né designa un territorio, ma esprime l’esigenza primaria di sapere e di comunicare, oltre ogni confine. SABIRFEST è una manifestazione culturale che si svolge annualmente a messina e che – improntata allo spirito di ospitalità della lingua franca da cui prende il nome – attraverso la letteratura, la politica, la musica, il teatro, intende rispondere a questa esigenza e proporsi come spazio di cittadinanza sociale e culturale, spazio aperto di ragionamento e di riflessione ma anche di partecipazione, di collaborazione e di svago.

E’ un’edizione speciale questa del Sabir Fest 2016, un’edizione doppia dato che il Sabir si espande e arriva a includere due città in due settimane di programmazione diversamente declinati (“Vuoti di memoria”, Messina 6-9, “Città arcipelago”, Catania 13-16).

Ancora una volta troveremo al Festival, che nasce con una dimensione culturale e letteraria, anche tanto dibattito sulla politica e attualità legata al Mediterraneo: oltre alla consueta mostra-mercato (Sabir Libri), ai tanti incontri e performance artistiche (Sabir Festival) tornano infatti i dialoghi (si va dalle migrazioni alle crisi economiche, dallo stato della libertà di espressione al futuro dell’identità mediterranea) del Forum Sabir Maydan, organizzato da Mesogea, COSPE onlus, Associazione Musicale Etnea, People on the Move.

Nato nel 2014 da un’idea e proposta di COSPE Onlus, Sabir Maydan ha affiancato il Sabir Fest fin dall’inizio per poi diventarne parte integrante e significativa: Sabir Maydan vuole oggi essere una “piazza” (Maydan in arabo) in cui far convergere attivisti provenienti dal tutto il Mediterraneo, non solo per approfondire e condividere temi comuni, ma per contribuire a creare, attraverso un’azione civile e politica e con strumenti concreti, una cittadinanza attiva trans-mediterranea e sviluppare dei progetti comuni che possano incidere nell’agenda politica della regione e portare a un reale cambiamento culturale e politico.

Il Sabir Fest si apre con una sessione speciale il giovedì 6 ottobre che riassume il cuore delle tematiche dell’evento, il futuro dell’identità e dell’integrazione mediterranea, con personalità di rilievo del pensiero mediterraneo.

Il programma della sezione Sabir Maydan prevede come sempre incontri pubblici e laboratori interni con e tra gli attivisti partecipanti. I cosiddetti “dialoghi” aperti al pubblico per questa edizione saranno sei: Alternative economiche e crisi nel Mediterraneo, Il ruolo dei media alternativi, Sfide della libertà d’espressione, Pratiche di solidarietà e integrazione dei migranti, Pratiche di resistenza sociale alla corruzione e La percezione della migrazione nei media e nel discorso pubblico.

 

 

Molte altre le sessioni speciali: si parlerà del programma Erasmus Plus 2014-20 e le sinergie euromediterranee, della complessità della situazione siriana, interrogandosi sul da farsi contro il muro dell’indifferenza e grazie alla presenza di attivisti siriani, dei movimenti sociali in politica (dalla Grecia alla Spagna di Podemos passando per l’Italia dei 5 stelle), della Turchia e delle sue politiche, della crescente radicalizzazione dei giovani dell’area e, infine, di nuove forme alternative di viaggio lunghe le vie e le rotte del Mediterraneo.

Sarà poi dedicato all’Egitto e al caso Regeni uno degli incontri finale (domenica 9 ottobre 16.30- 18.30), ospiti Tina Marinari, Responsabile Campagna Giulio Regeni di Amnesty International, Ibrahim al-Heggi e Nagwan al-Ashwal, European University Institute, attivisti egiziani.

E mentre i workshop degli attivisti proseguiranno su tematiche più specifiche per arrivare alla stesura di un vero e proprio “Manifesto della cittadinanza mediterranea”, si svolgeranno anche le presentazioni di due libri (Guerra contro la gente di Lorenzo Trobetta e Migranti e territori, il lavoro i diritti l’accoglienza di Pina Sodano e Marco Omizzolo) e alcuni laboratori di fumetti per grandi e piccoli con Takwa ben Mohamed.

A fare da corollario al Sabir Maydan anche le proiezioni in collaborazione con il Subsersive Festival (Balcani) e il Terra di tutti, il film festival realizzato da COSPE onlus e GVC e dedicato al cinema sociale (Bologna 12-16 ottobre) presente qui con due anteprime: Girl’s War di Mylene Sauloy sulle donne combattenti curde e Echoes of the Shadows di Dima Al Joundi, sulla situazione dei profughi in Libano. Quest’ultimo con la presenza della regista e dell’attore protagonista siriano, in una sessione moderata da Raffaella Cosentino.

Quarantasei gli attivisti, tra giornalisti, avvocati, intellettuali, da Marocco, Tunisia, Egitto, Siria, Libano, Palestina, Israele, Turchia, Grecia, Kosovo, Croazia, Italia, Francia, Spagna, Austria, questi i numeri dell’edizione della sezione politica di Sabir Maydan.

Ad integrare un ampio spettro di scrittori, artisti (85 gli ospiti che animeranno questa terza edizione) e le 55 case editrici presenti al Sabir Fest, che anche quest’anno sarà dedicato tre figure simboliche del Mediterraneo: Padre Paolo Dall’Oglio, Alaa Abd El Fattah, Chinyery Namdi .

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