Dontshare. Una startup eversiva

Una scatola digitale, Life Deposit Box. Un prodotto che si presenta sul mercato proponendo di gestire il fine vita (e non solo) forte di un’azione culturale davvero rivoluzionaria.

di Angelo Miotto
@angelomiotto

Non avere paura, riprendersi il tempo per capire cosa davvero sia importante, scegliere con cura, senz’ansia di condivisioni social, oltre il rumore delle interazioni che richiedono azione e reazione immediate e continue. Sette su sette, ventiquattro ore su ventiquattro.

Dontshare, una startup costruita da tre società – Ideificio, Provantia e Ideaas – è già nel suo nome una sfida precisa. Non condividere. E questo, assicura Mauro Mercatanti, volto pubblico della startup  ha un significato preciso. In un presente in cui reagiamo ‘in time’ a mille stimoli prodigandoci di messaggi e letture su social network e apparecchi digitali mobili ci viene chiesto di fermarci. Il gesto è già in sé eversivo.

Ci viene chiesto di pensare a un luogo dove custodire gelosamente ciò che più ci rappresenta o ha fatto parte della nostra vita, un luogo finito, limitato, dove tutto non ci sta, che ci obbliga a scelte precise, oculate, soppesate.

Il primo utilizzo che ha sperimentato la startup è su un argomento tabù, soprattutto in Occidente, soprattutto in Italia: la morte. Fine vita, se preferite (comunque di morte sempre si tratta).

Per questo Dontshare si affida a un blog di diffusione di una nuova cultura, profondamente in contrasto con i topics che viviamo quotidianamente, che sul sito Dontshare.it è affidato a Laura Campanello, filosofa esperta nella gestione delle cure palliative e del trattamento e accompagnamento di chi un futuro non ha.

Torniamo alla startup/progetto culturale, difficile definire con nettezza, perché certo è un prodotto (fino alle prime mille Life Deposit Box in promozione a 10 euro all’anno, poi a 20) con tanto di break-even, di bilanci e di strategie marketing da affrontare e predisporre. E però il dibattito che porta, gli argomenti che dispone sul tavolo, lo stesso meccanismo che induce semplicemente il fatto di acquistare e poi utilizzare una scatola personale inviolabile dove gestire il proprio congedo dalla vita, ha una portata davvero affascinante ed eversiva.

Questa scatola digitale si presenta graficamente in maniera simile a un account facebook. C’è una sorta di archivio/cassettiera che sarà personalizzabile e dove potremo custodire ricordi, lettere, desideri, le top ten dei dieci libri più importanti per noi, la top ten delle canzoni o della musica che ci ha accompagnato. E tanto di più. Con la particolarità che tutto questo testamento emotivo – che non ha valore legale  – può essere lasciato a una persona importante per ciascuno di noi, che riceverà una chiave e che aprirà la nostra scatola nel momento in cui noi gli avremo detto di farlo. Al momento della nostra morte? O forse dopo dieci anni, o forse alla nascita di un nipote, o chissà che altro ci si può inventare.

Il lancio al pubblico è di questi giorni. La conferenza stampa è stata organizzata al cimitero Monumentale di Milano, una vera e propria opera d’arte, con una visita guidata per i giornalisti e comunicatori che sono stati accompagnati fra le statue e le tombe più significative sul tema del distacco.

Dal punto di vista della comunicazione della startup, Dontshare ha iniziato a farsi conoscere in rete con un personaggio animato, il Barbisa. Eccolo qui.

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Figlio dell’immaginazione di Mauro Mercatanti e dell’art director Paola Bussa, il Barbisa ha interrogato una comunità crescente sui ricordi, in una serie di esercizi sulla lentezza, la scelta e la riflessione, che hanno trovato spazio su facebook in maniera naturale.

C’è anche uno spettacolo teatrale, per dire come l’operazione non sia confinata solo nella realtà dei numeri. Una specie di esperimento fra pitch e pièce, un po’ teatro e un po’ showcase, dice lo stesso Mercatanti che ha scritto il testo, un monologo con contenuti multimediali che interpreta con passione e successo. È andato in scemna all’Out Off di Milano, davanti a centocinqiuanta persone che hanno ascoltato attente la filosofia della startup presentati in maniera giocosa, scherzando, raccontando ricordi, cercando di stimolare i nostri, in un gioco di rimandi che ha acceso pensieri in sonno, che ci ha messo di fronte a un tema così difficile, come la morte, con un approccio naturale e sereno.

mauro mercatanti by leonardo brogioni

foto: Leonardo Brogioni

Ce la farà la startup ad abbandonare lo start e a consolidare il suo up?
Il caso è particolarmente interessante. Chiudete gli occhi e pensate anche solo per una manciata di secondi a un ricordo della vostra infanzia che vi definisce, vi rappresenta, che è parte di voi e immaginate di poterlo appoggiare dentro quel luogo sicuro. Ci sono molti passaggi da affrontare e molti sono culturali, di approccio, di superstizione, di paura.

Una startup che vuole affermarsi, ma soprattutto un’operazione utile e direi anche necessaria per cercare di fare breccia dentro un pensiero condiviso contemporaneo piuttosto fragile.

I soldi che vengono richiesti sono per la scatola digitale (inviolabile e criptata, tutti i particolari qui), ma siamo sicuri che molti li pagherebbero volentieri anche solo per dare gambe alla diffusione di un dibattito così necessario.