Quando hai 17 anni

Il film di André Téchiné sull’adolescenza

Quando hai 17 Anni. di André Téchiné, con Sandrine Kiberlain, Kacey Mottet Klein, Corentin Fila, Alexis Coret. nelle sale.

di Irene Merli

In un aspro villaggio sui Pirenei, Damien e Tom frequentano lo stesso liceo ma hanno famiglie e vite diverse. Damien, figlio di un pilota in missione in Afghanistan, abita nella valle con la madre medico condotto ed è un ottimo studente. Tom, invece, è un ragazzo maghrebino adottato da una coppia di agricoltori che lavora nella loro fattoria di montagna, e nello studio fa fatica.

Ma tra i due non corre buon sangue. Non si piacciono per nulla. Un giorno Tom fa uno sgambetto a Damien, mandandolo a cadere a faccia in giù davanti a tutta la classe. Ha allora inizio una tesissima rivalità, fatta di provocazioni, occhiate d’odio, liti urgenti, disperate, anche violente.

I due hanno solo diciassette anni e prima di scoprire che dietro questo violento detestarsi ribolle altro, dovranno affrontarsi e darsele anche di santa ragione, in mezzo a panorami montani mozzafiato.

Poi la madre di Damien si ritrova a curare quella di Tom, che sta vivendo una gravidanza difficile e ha la polmonite. E vista la situazione, decide di ospitare Tom per tutto il tempo necessario a migliorare i suoi risultati scolastici. Così tra i due il rapporto poco a poco cambierà.

Anche se a sbalzi e con fatica, tra i sentimenti più chiari di Damien e le asperità di Tom, che non si conosce ancora bene e ha una gran paura di amare chiunque.

A 73 anni suonati Téchiné gira un film sull’adolescenza con grande semplicità ed efficacia, pedina i suoi personaggi e ne indaga visi, corpi, espressioni fino a un millimetro di distanza per raccontare quanto sia difficile e indeterminata l’età acerba, ma anche avida di vita e di emozioni brucianti.

Quanto sia piena in eguale misura di passioni e desideri, di paure e asperità, di reticenze e improvvisi dietrofront.
“On n’est pas sérieux, quand on a 17 ans”, scriveva Rimbaud. Il grande regista francese prende il suo titolo proprio da questa lirica.

E con grande sensibilità e rispetto per il pudore tipico di quest’età si misura con la sessualità, la virilità, i rapporti tra figli e famiglie, il bisogno fortissimo di sentirsi capiti e di aiutarsi di ragazzi che con i loro comportamenti sembrano invece chiedere tutt’altro, i tentativi dei grandi di proteggerli.

Il tutto con una direzione di attori a dir poco magistrale. Sandrine Kiberlain ci dona uno dei suoi ruoli più belli, costruendo questa madre che sa accudire ed ascoltare le prepotenti inquietudini di tutti e due i ragazzi. E i due giovanissimi protagonisti danno il massimo, aiutati anche dal fatto che in questo film non c’è un solo cliché sull’adolescenza. Niente suona falso e tutto si svolge in modo sincero, verosimile, palpitante. Averne di film così…