Gattopardo Aoun

Identikit del non troppo nuovo Presidente del Libano

di Davide Lemmi, da Beirut

La marea arancione si riversa nelle strade di Jounieh, Tiro, Byblos e Beirut. Nelle piazze delle maggiori città libanesi la folla segue attenta lo spoglio dei voti. La lenta cerimonia di elezione, iniziata alle 10 e durata fino alle 13:30, è il preludio alla gioia.

L’annuncio ufficiale è una liberazione: Aoun è il nuovo Presidente della Repubblica libanese. L’81enne ex Generale dell’esercito libanese di fede cristiano maronita è riuscito a sbloccare un impasse durato 29 mesi.

Le immagini del Leader del Movimento Patriottico Libero passano sui mega schermi: Aoun sorride e stringe la mano ai suoi alleati. Elezione pro forma, in quanto l’ex generale aveva già concertato tutti gli accordi necessari per riuscire nella conquista della nomina.

Il colpo di scena, dopo quasi due anni e mezzo in cui il Libano ha vissuto nell’incertezza di non avere un uomo al timone, è arrivato con l’endorsement di Saad Hariri, leader sunnita del Movimento Futuro, principale alleato dell’Arabia Saudita e avversario di Hezbollah, sponsor principale di Aoun.

La folla festeggia, giovani e giovanissimi tengono in mano i simboli del partito dell’ex generale. La sensazione è che Aoun sia l’uomo forte di cui il Libano aveva bisogno.

Gli interrogativi che si troverà ad affrontare il neo Presidente sono molti: mantenere la parola data ad avversari e amici, gestire la situazione dei profughi siriani e districarsi nella difficile partita siriana.

Amato e odiato, Michel Aoun è il camaleonte della politica libanese. Il leader del Movimento Patriottico Libero diviene generale nel 1982, in piena guerra civile libanese. La sua notorietà cresce fino a quando nel 1988 presiede un Governo osteggiato apertamente dalla Siria, sempre presente nelle dinamiche libanesi.

Le frizioni tra i due paesi crescono fino a sfociare in un conflitto armato. Un conflitto che dura un anno e finisce con l’esilio in Francia di Aoun.

Il tempo passa e l’istrionico ex comandante in capo delle forze armate libanesi compie un complesso cambio di rotta politica. Una volta tornato in patria, nel 2005, Aoun si avvicina notevolmente alle posizioni di Hezbollah e alla minoranza filo siriana, tradendo, a detta di molti, il suo credo politico, basato sull’idea di un Libano forte e indipendente dallo scomodo vicino guidato dagli alawiti.

Storico l’incontro con Bashar al-Assad nel 2008, punto definitivo di rottura con la vecchia politica e l’inizio di un’era di ostruzionismo nei confronti della maggioranza filo occidentale.

Amato e odiato, acclamato e contrastato, Aoun è raccontato come l’uomo della provvidenza, nel posto giusto al momento giusto.

L’ex generale è riuscito a recepire gli interessi di fazioni lontane anni luce tra di loro, tramutandole in un vantaggio personale. Domande e interrogativi restano aperti, mentre adesso Aoun dovrà dimostrare di riuscire a perpetuare la sua politica senza essere stritolato dal giogo dei compromessi.