Tumulto

Una graphic novel racconta il viaggio in moto di due amiche, meta finale il fiume Drina

“… se fossi un balcanico, se fossi un balcone, il balcone balcano” cantava Elio ne “La canzone del I maggio”. Con la fine delle guerre che hanno portato alla dissoluzione della ex Jugoslavia un nuovo spazio si è creato nella cartina europea: un buco nero, sgangherato, esotico, eccentrico, sanguigno e bizzarro. Dove la gente spara in aria con il kalashnikov per dimostrare la sua ilarità e brinda fino a frantumare i bicchieri. Così sono ri-nati i Balcani come un’idea di ferinità, caos e violenza liberatrice. Tutto quello che spaventa ma allo stesso tempo attrae le società europee riversato in un’area del mondo. Poi sono arrivati Goran Bregović ed Emir Kusturica e hanno venduto un brand da esportazione, che in Europa occidentale ha trovato particolari estimatori. In questo blog offriremo alcuni frammenti culturali dallo spazio jugoslavo e post-jugoslavo che hanno poco in comune, se non quello di riuscire sconosciuti a chi in quei luoghi va a cercare i Balcani.

di Francesca Rolandi

Due amiche partono in moto alla volta di un luogo mitico, la Drina, apparsa quasi per caso all’interno del testo di una canzone che una delle due ragazze ha scritto anni prima.

Le due protagoniste della graphic novel “Tumulto”, scritta da Slivia Rocchi e Alice Milani ed edita da Eris edizioni, infatti, hanno alle spalle una lunga amicizia e un’esperienza comune all’interno di una rock band che si è dissolta e intorno alla quale aleggiano dei non detti.

Quello che si rivelerà essere un viaggio catartico inizia con le due protagoniste che esplorano visivamente una Belgrado caotica che si aprirà quasi subito attraverso la conoscenza di un gruppo di bikers appassionati di rock and roll.

La capitale serba sarà la prima tappa di un viaggio che le porterà attraverso Serbia, Montenegro e Bosnia, fino alle sponde del fiume Drina, tra una miriade di paesaggi diversi, notti trascorse in tenda, molti personaggi che prendono vita concerti rock e un bagno finale nel fiume.

“Ero stata diverse volte a Belgrado e mi ero accorta che alcuni personaggi e alcune battute erano ricorrenti. In un certo senso è stato facile caratterizzare i personaggi. Era naturale che si comportassero così e che dicessero quelle battute, era tutto preso dal «vero»” racconta Alice.

cover-tumulto

Il viaggio racconta un incontro con l’Altro, un paese e una lingua diversa – che si esprime nella graphic novel con fumetti in cirillico!, che avviene spontaneamente e senza preconcetti, soprattutto perché le due protagoniste sono alla ricerca di una “loro Drina”, per chiudere dei conti in sospeso del loro rapporto di amicizia e forse anche un po’ per vedere se questo fiume esiste davvero.

“La memoria del passato” racconta Silvia “rappresenta il fardello di cui cercano simbolicamente di liberarsi, ognuna a modo suo, rinnegando o compiacendosi nella nostalgia”.

Le due protagoniste si interfacciano con il mondo esterno, si lasciano coinvolgere, trovano una lingua di comunicazione che non è solo l’inglese, ma è – soprattutto – la musica, la passione per le moto, tutto quello che permette di costruire un ponte e di avere la voglia di interagire.

E così, sebbene il viaggio simbolico verso la Drina risvegli in molti degli interlocutori un passato ancora disturbante, loro riescono sempre a toccarlo con delicatezza, relativizzandolo nei tratti, sdrammatizzandolo nell’interazione dei personaggi.

I recenti avvenimenti bellici, l’isolamento di cui è stata oggetto la regione a causa del regime dei visti, un rapporto spesso nostalgico con la grandeur jugoslava.

Tutto questo c’è nella graphic novel, a cenni, come il disegno sembra mettere in luce un tratto incompleto, nella sua semplicità e schiettezza.

Un biker, un’affittacamera premurosa, un giardiniere arrulatosi nella Legione straniera, sono solo alcuni dei personaggi leggeri che popolano questa graphic novel.

La graphic novel è completata dalla bella introduzione di Eugenio Berra, un ritratto di suggestioni storiche e letterarie sul fiume Drina.