di Alice Bellini
12 spunti di riflessione, consigli di approfondimento di vita pescati a sorte da un cappello. Per coloro che credono negli astri, non sarà di certo un caso che un determinato messaggio sia uscito per un determinato segno. Per chi invece le stelle le riconosce solo come lucine nel cielo, comunque una piccola riflessione non fa mai male, per alleggerire un po’ l’anima, ma senza volare via.
“Se non stai facendo ciò che ami, stai buttando il tuo tempo”. Lapidario Billy Joel in questa affermazione, ma come dargli torto? Spogliandosi un momento di tutti i consumistici stereotipi di cui la società ci ha riempito le vite mentre crescevamo, c’è forse un senso nel vivere la vita in un modo che non ci piace? Ha forse un senso passare il proprio tempo a fare cose che ci rendono infelici, a dover perpetrare scelte in cui non crediamo solo perché è così che si fa?
Spesso anche io mi incarto in questo ragionamento, cercando di essere realista rispetto alla grande trappola senza via d’uscita che è il modello sociale in cui cresciamo. Alla fine del giorno, tutti abbiamo bisogno di portare a casa la famosa pagnotta e spesso l’unico modo per farlo è appellandosi a lavori e attività estremamente richiedenti e molto poco apprezzabili.
Ma poi mi guardo intorno e scopro che in realtà è pieno di esempi diversi, di persone che sono riuscite a sganciarsi dalla paura di non farcela e ad essere felici, di individui più appagati che pagati, ma molto più umani e ricchi. E mi ricordo che questa famosa trappola non è altro che una nostra creazione e, come tale, può essere distrutta, modificata, accantonata. Perché se non si sta facendo ciò che si ama si sta davvero buttando il proprio tempo, che indietro non torna mai, anzi. Di più non se ne può mai guadagnare.
Sono profondamente convinta che il lungo andare non è mai stato indolore. Richiede grande consapevolezza, estrema umanità e la grande capacità di essere grati. “Non scordare mai quanto un tempo volevi fortemente ciò che hai ora”, perché spesso la scontatezza subentra. L’abitudine offusca la realtà delle cose, ossessionata per altro da questo costante bisogno di novità che tutto impregna e tutto consuma. La rivoluzione più grande? Tenersi stretto ciò che si ama e non dimenticarsi mai del valore che ha, anche dopo molti anni e tante abitudini. Siate rivoluzionari, Toro. E aiutate il mondo ad esserlo con voi. ¡Hasta l’amore siempre!
Rupi Kaur è una mia coetanea, poetessa canadese di origini indiane. “Sentirsi soli significa avere un estremo bisogno di se stessi”, recitano alcuni suoi versi. La solitudine, intesa come profondo senso di abbandono e disconnessione dal resto del mondo, è una caratteristica facilmente reperibile al giorno d’oggi, specialmente tra i più giovani. Nel paradosso della comunicazione e della connessione, sono sempre di più i ragazzi e i giovani adulti che non sembrano entrare davvero in contatto con nulla. In primis perché non si entra più in contatto con se stessi. Essere individui produttivi ci ha insegnato a non farci troppe domande, ad essere focalizzati sull’obiettivo invece che sul percorso. Confusi da questa macchina così innaturale, ci aggrappiamo all’esterno, perché in quei pochi momenti di solitudine il vuoto spesso ha il sopravvento e spaventa il non saperci convivere. Perché stare con se stessi significa stare nel percorso e non nell’arrivo.
Cosa c’entra questo con i Gemelli? Non saprei, ma immagino che siano tanti i percorsi persi di vista in nome di un prodotto finale anche abbastanza scarno e molto poco convincente. Nella solitudine non è la compagnia a fare la differenza, ma la presenza, l’essere nel presente, l’esserci, soprattutto per se stessi.
“La natura non affretta i suoi tempi. Eppure, ogni obiettivo viene raggiunto” afferma Lao Tzu, grande uomo di saggezza e spiritualità. Spesso mi sono soffermata a riflettere sul perché l’uomo abbia così tanta fretta di arrivare, fare, consumare, partire, tornare. Più in generale, vivere. Mi rispondo che forse la grande coscienza che egli ha della vita, della propria fugacità e della moltitudine di cose bellissime che con essa possono essere fatte e sperimentate lo porta a non saper fare a meno di nulla e, dunque, di affrettare l’accadimento di tutto.
E per quanto sia una grande sostenitrice del non smettere mai di esplorare, conoscere, provare e vivere nel senso più pieno ed esperenziale del termine, mi chiedo anche se non sia proprio tutto questo che ci ha portati, paradossalmente, a non vivere più veramente, a non andare a fondo, a non assorbire, a non riflettere. E mi chiedo se allora valga davvero la pena fare la conoscenza di qualcosa nel momento in cui quella stessa conoscenza si rivela così superficiale.
Si tratta di una lama a doppio taglio, che comunque in entrambi i casi non riesce a rendere la fretta un buon metodo di vita. L’affrettare prevede un’immaturità che non lascia spazio all’equilibrio e, di conseguenza, non fa che generare tensioni nell’estenuante tentativo di non crollare.
Dunque, cari cancro, prendetevi i vostri tempi, che non significa posticipare per far scudo alle proprie paure, ma coltivare con pazienza e amore, affinché quando il momento sarà propizio, il frutto sarà immancabilmente completo.
“Non vi è rimedio all’amore, se non l’amare ancora di più”, scriveva Henry David Thoreau. Paradosso o coerenza? Di certo, si tratta di una realtà difficile da accettare per un segno fiero come il leone, che a un cuore spezzato e un sogno infranto risponde con grandi dosi d’orgoglio e grandi schermi preventivi, nella speranza che lo aiutino a stare lontano da altri amori o altri sogni. Eppure, non vi è nessuno che ha trovato rifugio da sentimenti negativi e strazianti se non continuando ad amare, nessuno che è riuscito a realizzare il proprio sogno senza appunto sognare.
Insomma, non sembra esserci molto scampo: per la positività, l’unica via è la positività stessa, per quanto vi sia il rischio che qualcosa vada storto. Non esistono trucchetti, scorciatoie e vie di fuga. Perché dopotutto è meglio rischiare qualche delusione, piuttosto che avere la sicurezza di vivere nel risentimento e nella negatività.
“In modo gentile, puoi scuotere il mondo”, diceva Ghandi. Il sensazionalismo, l’eccesso e la spettacolarizzazione hanno portato i più a credere che le uniche azioni e le uniche parole in grado di avere un impatto siano necessariamente forti, plateali, spesso violente. La realtà è che alla base di ognuno di noi giace un quotidiano, fatto di cose minuscole, scelte impercettibili, gesti quasi invisibili, che hanno però una risonanza estremamente più vasta del previsto. Ogni decisione può significare, nel tempo, un cambiamento profondo, specialmente nei confronti del mondo che ci circonda o del rispetto di cui possiamo inondarlo.
Basta prestare attenzione e improvvisamente tutte queste scelte faranno capolino una dopo l’altra in tutta la loro importanza. Bisogna ritornare nel piccolo per poter pensare in grande. Buon ritorno, care Vergini. Accertatevi che anche il più piccolo gesto abbia la più grande attenzione e ogni volta chiedetevi a cosa potrebbe portare.
Vita con Lloyd è un insieme di botta e risposta, espressi sotto forma di post, disegni, fumetti e creazioni artistiche, tra un gentiluomo e il suo maggiordomo immaginario. Pungenti ed esaustive, si tratta di parole che racchiudono l’umanità in pochi, semplici, toccanti tratti.
“Io non ce la faccio più ad andare avanti, Lloyd”
“Stia tranquillo, sir. Credo sia solo un piccolo blocco emotivo”
“E come posso superarlo, Lloyd?”
“Basta trasformarlo in un blocco di partenza, sir”
“Dici che ce la posso fare anche se sono a terra?”
“Certo, sir. In fondo anche i centometristi partono da inginocchiati”
“Grazie mille, Lloyd”
“Buona giornata, sir”
Recita un post apparso su facebook pochi giorni fa. Per quella famosa regola per cui una fine non è che l’inizio di qualcos’altro, qualcosa mi dice, anche dal profondo della mia bilancitudine, che è tempo per ogni Libra di voltare il senso delle cose. Di interpretare la confusione come un chiaro segno di evoluzione. Di cominciare dalla fine. Di cambiare radicalmente punto di vista. E magari di tramutare una lunga serie di colpi mancati nella conferma che un centro a cui mirare esiste.
È stato reso accessibile a tutti online Punto di non ritorno – Above the flood, il nuovo documentario della National Geographic prodotto da Leonardo di Caprio, che tratta dell’emergenza ambientale sotto tutti i punti di vista.
Prima che venisse distribuito, ero molto scettica rispetto al reale contenuto di un prodotto simile. A eliminare i primi scetticismi è stata la sorpresa che fosse appunto pubblicato gratuitamente, così che tutti potessero avervi accesso, in varie lingue. “Dai alle persone i dati e darai loro potere”, afferma un intervistato durante il girato.
Dopo averlo visto, non posso fare a meno che consigliarne un’attenta visione. Tralasciando la grande qualità che contraddistingue i documentari firmati Nat Geo, si tratta di un film che fornisce grandi strumenti, sia a livello di consapevolezza sia a livello di presa d’azione. Perché, che piaccia o meno, di tempo a disposizione non ce n’è più, anzi, siamo già in ritardo.
“Le gravi catastrofi naturali reclamano un cambio di mentalità che obbliga ad abbandonare la logica del puro consumismo e a promuovere il rispetto della creazione”, affermava Albert Einstein. Si parla di primi decenni del 1900. Ad oggi, a quasi un secolo di distanza, è innegabile che le condizioni non abbiano fatto altro che peggiorare. Ciò che spaventa di più è che, di contro, le informazioni, i dati e la consapevolezza che abbiamo a disposizione non hanno fatto che migliorare in termini di accessibilità, prontezza, quantità, precisione e verificabilità.
E mi chiedo quante altre siano le realtà di cui siamo perfettamente consapevoli e rispetto alle quali, nonostante tutto, ci comportiamo come se non ne sapessimo assolutamente nulla.
Sempre più urge una profonda onestà e una chiamata alle proprie armi, che non sono strumento di distruzione, bensì di creazione. Parliamo di coscienza, scelta, coerenza, impegno e, immancabilmente, pace. Perché produrre e creare sono due concetti simili, ma opposti e assolutamente discordi.
“Sei sempre a una scelta di distanza da una vita completamente diversa”. Il famoso effetto sliding doors, solo che in questo caso a far scorrere le porte siamo noi e le nostre decisioni. Che spesso però non sono proprio nostre. Sono automatismi, comuni a tutti, dettati da convenzioni e tradizioni, che a volte aiutano e supportano, ma spesso tolgo il ragionamento e annientano il pensiero critico. Disporre le proprie porte nello spazio può dare un sapore completamente diverso al labirinto della propria vita. Può incastrarci nel solito vicolo cieco di sempre, o condurci dritti dritti verso l’uscita. L’importante è che sia una nostra scelta, nostra a livello critico, nostra a livello creativo. Perché potrebbe essere sempre tutto completamente diverso: la libertà giace tutta qui.
“Il bisogno di avere tutto sotto controllo ti controlla”, afferma Mooji, uomo di spiritualità di origine jamaicana. E per quanto l’acquario tenda ad essere un segno caratterizzato da un gran bisogno di libertà, forse a volte è proprio questo cercare di essere così immancabilmente liberi a incatenare gli animi e non permettere di cogliere occasioni, provare amori e felicità, oppure compiere scelte più durature nel tempo. Legame, indipendentemente da ciò a cui si riferisce, non è l’opposto di libertà, bensì può rivelarsi un grande alleato. Nello stesso modo in cui lasciar andare, lasciar essere e lasciar scorrere possono rivelarsi grandi catalizzatori rispetto a ciò che desideriamo per noi stessi.
Nella spiritualità orientale l’equilibrio sembra esistere tra l’aspirare e il non desiderare, tra l’accettare con gratitudine e il forzare. Oscillazioni note a questo segno così visionario eppure così vittima del suo stesso bisogno di non abituarsi mai. Che sia forse il momento propizio per imparare qualcosa in più sull’arte della gratitudine e dell’affidamento?
La sensazione di sconfitta a priori è forse una delle più comuni e sfruttate nella società di oggi. La frustrazione dell’impotenza caratterizza la maggioranza, che sopraffatta abbassa il capo e lascia che il proprio dissenso svanisca nel nulla. “La forza cresce nel momento in cui pensi di non farcela e invece vai avanti comunque”, parole anonime appuntate su un quadernino chissà quando. L’interpretazione può essere varia, che si tratti di forza fisica, mentale, spirituale o tutte insieme. Ma di base la realtà per cui la forza si fonda sul continuare indistintamente sulla propria rotta è indiscutibile. Dunque forza, cari Pesci, e coraggio, nel solito senso di fare e credere nelle cose col cuore, in maniera onesta e sentita. Ogni passo compiuto sarà l’accrescimento di un punto fermo che non conoscerà sconfitta o abbassamento di capi.