4 dicembre. I danni irreparabili della riforma

Ho ricevuto questa lettera via mail da Piero Scaramucci. Mi pare che il contenuto sia importante e per questo la pubblichiamo qui su Q Code Mag, che è uno spazio libero e indipendente. Il che significa che siamo pronti, ove qualcuno si faccia avanti, a ricevere anche il parere del Sì. Crediamo infatti nel diritto dovere di informarsi e di ascoltare e quando fosse necessario nel conflitto, che è parola che oramai spaventa troppi.
Buona lettura.
(a.m.)

Mi permetto di scrivervi perché alcuni di voi, certamente democratici, esitano o magari temono di votare NO al Referendum. E invece è una partita grossa, come le macchie indelebili, non si tolgono più, rovinano un vestito. La Costituzione squinternata dalla Riforma Renzi/Boschi ci porterebbe dei danni irreparabili.

di Piero Scaramucci

In tanti siete disgustati dal votare come Salvini, Berlusconi, Gasparri. E’ vero, pessima compagnia. Ma è tutto un casino. La destra gioca duro su due piatti. Berlusconi ha votato in una prima fase questa Riforma. Poi ha cambiato tattica quando è finito il Patto del Nazareno. Ora dice NO, ma le sue TV dicono esattamente il contrario. La verità è che a costoro il merito non interessa. Utilizzano il voto per farsi grancassa.

Però l’altro fronte, quello favorevole alla Riforma, è anche peggio. Ecco alcuni campioni di democrazia che affiancano la maggioranza del PD: senza clamore una parte di Forza Italia, e – alla luce del sole – Verdini, Casini, Alfano, la Mussolini, Marchionne, molti managers, Confindustria. Appoggiano la Riforma le principali reti TV. Persino i notiziari TV sui vagoni di Trenitalia! La appoggiano grosse banche italiane, anche Bankitalia, le banche d’affari internazionali. J.P. Morgan l’ha addirittura dettata: “…instaurati in seguito alla caduta di dittature… i sistemi politici e costituzionali del sud [Europa] presentano le seguenti caratteristiche: esecutivi deboli nei confronti dei parlamenti; governi centrali deboli nei confronti delle Regioni; tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori…” Così scriveva nel maggio del 2013, auspicando riforme costituzionali, quella banca d’affari che è in cerca di soluzioni politiche favorevoli a nuovi business. Ci dovrebbe dire qualcosa l’offensiva lanciata in questi ultimi giorni dagli ambienti finanziari, in testa Financial Times che prevede scenari catastrofici, addirittura una Italexit, se vince il NO!

Che fare? Votare con gli uni o con gli altri? Così non se ne esce. L’unica è valutare nel merito, infischiandosi di cosa dicono o fanno costoro.

Una pattuglia, certo più credibile, sostiene il NO. ANPI, CGIL, ARCI, settori cattolici, Libertà e Giustizia, quel che resta della sinistra e della minoranza PD. Non sarà molto, ma almeno entrano nel merito.

La Riforma, sostengono questi, contiene pasticci, gravi ma, presi singolarmente, sopportabili. I senatori/consiglieri regionali nominati dai partiti, che non avranno né tempo né modo di studiare le leggi e saranno agli ordini dei capobastone. Le competenze del Senato, confuse e portatrici di contenziosi ancora maggiori del presente. Le corsie preferenziali per i decreti del governo. Le competenze tolte alle Regioni, tutte, perché il governo avrà facoltà di avocare anche quelle che la Costituzione non gli attribuisce Per citare solo alcuni dei punti critici.

Ma quel che non è sopportabile è l’insieme delle norme perché prospettano un capo del governo con ruolo semipresidenziale, o addirittura presidenziale, senza contrappesi, relegando il Presidente della Repubblica a funzioni marginali. La legge elettorale, Italicum, già in vigore, rende esplicito questo progetto.

Ma, si obbietta, la legge elettorale cambierà, lo ha promesso la maggioranza PD. Sorprendente. Renzi ci ha messo la fiducia. Ha speso iperboli per sostenerla. Dopo mesi di polemiche, solo ora, alla vigilia del Referendum dice di accettare di cambiarla, ma l’ha annunciato per raccogliere il consenso della minoranza PD. Una volta vinto il Referendum non avrebbe più nessun motivo per farlo. Se non un aggiustamento, per esempio sostituendo “coalizione” a “partito”, perché si è accorto che potrebbe segnare la sua sconfitta. Mentre se vince il NO sarà indispensabile rimetterci mano, e ci sarà la possibilità di riscriverla.

Un altro timore tocca molti di voi: che la vittoria del NO produca uno sconquasso politico. Che cada il governo, uno degli ultimi centrosinistra nel mondo. Che si apra la strada ai Salvini o ai Grillo. Che precipiti la crisi economica. Che gli investitori fuggano. Ma perché mai? Dell’Italia gli investitori stranieri temono burocrazia, mafia e corruzione. Nulla a che vedere con la Costituzione. Il governo è nato e governa con questa Costituzione. La coalizione di governo non è in discussione. Renzi è liberissimo di restare, nessuno glielo può impedire. Potrebbe dimettersi solo per un suo personale calcolo politico. E’ vero esattamente il contrario. E’ questa Costituzione che consente al centrosinistra di governare. Invece se passa la Riforma, specie con questa legge elettorale, si spalanca la porta agli altri, come è successo a Roma e a Torino.

Chi governerà, dopo la Riforma, potrà varare le leggi che vuole (perché controllerà oltre metà del Parlamento). Potrà dettare i regolamenti parlamentari. Sarà la maggioranza (e quindi il governo) a scrivere (così è previsto) lo Statuto delle opposizioni. Avrà un controllo ferreo sui propri deputati perché sceglierà chi ricandidare. Imporrà alle Regioni interventi sui territori (autostrade, trivellazioni, discariche, insediamenti industriali, gasdotti come quello SNAM che attraverserà le zone sismiche marchigiane e umbre, ecc.). Potrà piazzare persone di sua fiducia ai vertici che contano (Borsa, banche, industrie, aziende, Rai compresa). Determinerà le maggioranze in Corte Costituzionale, Consiglio superiore della Magistratura, Autorità per le comunicazioni. Potrà votare anche da solo il Presidente della Repubblica. E avrà la facoltà di metterlo sotto accusa (evento assolutamente improbabile, ma di fatto possibile e quindi ulteriore elemento di ridimensionamento, se non di ricatto).

Sarebbe malsano che il PD tornasse al governo con un meccanismo di pieni poteri. Ma sarebbe tragico se a vincere le prossime elezioni fosse un Trump di casa nostra. Senza contrappesi istituzionali, senza che si possa incidere sulle leggi che progetta, con la prospettiva che inventi altri marchingegni per non essere scalzato da nuove elezioni. In tempi di fascismi e populismi rinascenti è doppiamente sbagliato indebolire gli strumenti democratici di controllo dei governi. Misura di una certa faciloneria, nel migliore dei casi.

In realtà la Riforma è una mossa disperata. Anziché correggere e migliorare le sue politiche questo governo si illude che esautorando il Parlamento si possa invertire il ciclo economico. Un uomo solo al comando. Senza intralci il Renzi di turno ci porta in salvo. Non è solo una deriva italiana. E’ un’idea che si aggira per il mondo: la democrazia è superata. E’ la cultura dell’Uomo della Provvidenza. In Europa l’abbiamo già provato, nel secolo scorso. Ci lecchiamo ancora le ferite.

Alcuni, di lunga esperienza politica, anch’essi certamente democratici, dicono che sì, la Riforma non va tanto bene, ma si deve essere realisti, pragmatici, adeguarsi ai tempi mutati, fare questo passo in avanti. A me pare che indebolire l’apparato democratico sia un passo indietro. Passo dopo passo, ci insegna la storia, la nostra storia, si rinuncia a qualcosa in cambio del peggio. E di solito non si può tornare indietro.

Il 4 dicembre alcuni di voi, o disgustati o perplessi, vorrebbero astenersi. Non ha senso, non sono elezioni nelle quali l’astensione può essere un messaggio alla classe politica. Qui si decide e basta, astenersi lascia agli altri decidere le regole del gioco. Abbiamo una rara occasione di scelta. Già non si è votato per la Città Metropolitana (ex Provincia). Non si voterebbe per il Senato. Alle politiche le preferenze non conteranno più.

Dovremmo pensarci molto molto bene. Lasciar passare la Riforma Renzi/Boschi è un danno, di quelli non rimediabili e forieri di altrettanto irreparabili distorsioni della democrazia. Nessun democratico dovrebbe assumersi questa responsabilità.

Scusate questa invasione nei vostri pensieri, ma se non la trovate inutile fatela leggere anche ad altri