Un webdocumentario racconta la rotta balcanica attraverso un linguaggio crossmediale>
di Redazione
L’anno scorso di questi tempi l’Europa era attraversata da un corridoio umanitario informale che, con le sue contraddizioni, ha permesso a centinaia di migliaia di profughi di raggiungere la Germania legalmente, senza bisogno di trafficanti.
La “rotta balcanica” è stata ufficialmente chiusa nel marzo 2016, in seguito agli accordi tra Turchia ed Unione Europea, ed è subito caduta nel dimenticatoio.
“Do you remember Balkan route?“, un web documentario che coniuga fumetto, video e testi, la racconta per come appariva un anno fa, nel dicembre 2015, quando era ancora in funzione ma già se ne intravedevano le crepe.
E porta la riflessione sui confini, quelli di oggi e quelli di ieri, sull’effetto che questi hanno sulla vita di coloro che li attraversano ma anche di coloro che li abitano.
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Tre storie, tre frontiere che all’epoca raccontavano storie diverse: il confine tra Ungheria e Serbia, sigillato dal muro ungherese, quello tra Serbia e Croazia, snodo di transito del flusso, quello tra Slovenia e Croazia, tagliato dal filo spinato per fermare profughi che non c’erano.
Il progetto nasce da una collaborazione tra SMK Videofactory e Graphic News, con il supporto di Q Code Magazine, che con Francesca Rolandi ha pubblicato due reportage realizzati nel viaggio preparatorio, dal confine tra Ungheria e Serbia e da Šid, cittadina serba a pochi chilometri dalla Croazia.