L’Unione Europea di fronte alla Russia

Un provvedimento per contrastare la propaganda anti UE russa è stato votato al Parlamento europeo, promosso dal fronte dell’ex blocco sovietico

di Alessandra Fava

Le posizioni dell’Europa non sono certo univoche nei confronti della Russia e il fronte degli stati dell’Europa dell’Est ex-sovietici stanno puntando i piedi in vista di un’eventuale ritocco delle sanzioni contro la Russia. Basta guardare uno dei provvedimenti votati in settimana al Parlamento europeo riunito a Strasburgo tra il 21 e il 24 novembre.

Mercoledì è arrivata in aula nelle sessioni plenarie il voto su una ‘resolution non legislative’, che poi i giornalisti hanno abbreviato in ‘risoluzione’ tanto da farla passare come una decisione vincolante del Parlamento, quando siamo più ai ‘caldi consigli’ e per di più con un vistoso spacco interno. Entriamo nel merito.

Titolo ‘Come contrastare la propaganda anti Ue di Russia e Isis”. Qualcuno tra gli Mp ha pensato che fosse stato tradotto male nelle varie lingue, tanto risultava marcato avvicinare Putin al terrorismo di Daesh. Invece il titolo era proprio quello.

Ma è interessante guardare chi ha fatto parte del gruppo che ha elaborato un testo decisamente anti-russo: capogruppo la parlamentare polacca Anna Elzbieta Fotyga del Gruppo conservatori e riformisti ECR, poi tra i relatori il rumeno Traian Ungureanu del Partito popolare europeo – Democratici cristiani PPE, l’austriaco Eugen Freund dell’Alleanza progressista socialisti e democratici al Parlamento europeo S&D, il lituano Petra Austrevicius (Liberali e democratici per l’Europa ALDE), con Javier Couso Permuy (Sinistra unita-Verdi GUE/NGL), la tedesca Rebecca Harms (Verdi ALE) e il polacco Bogdan Andrzej Zdrojewski (ancora PPE).

Insomma una prevalenza di europei dell’Est. Nel testo si invita l’Europa a sviluppare “una strategia di comunicazione” prodotta da una “task force” che sia in grado di influenzare l’opinione pubblica sui rischi dell’Isis e della propaganda russa e diffonda messaggi positivi sulla democrazia europea puntando anche su progetti diretti alle scuole.

Ma soprattutto si afferma anche che dopo la guerra in Crimea e le tensioni nel Donbass “il governo russo sta utilizzando una vasta gamma di strumenti come think tank, stazioni multilingua come la tv Russia Today e pseudo agenzie di stampa e servizi multimediali e social media come Sputnik per sfidare i valori democratici, dividere l’Europa e i suoi partner nord americani”.

La Russia darebbe sostegno anche a partiti di estrema destra: “si deplora il sostegno russo alle forze anti-europee nell’Unione, soprattutto in relazione ai partiti di estrema destra, alle forze populiste e ai movimenti che negano i valori fondamentali delle democrazie liberali”.

La votazione è finita con una spaccatura evidente, perché la delibera è passata con 208 astensioni, 304 voti a favore e 179 contro.

I parlamentari coinvolti, poi nella conferenza stampa che è seguita, hanno rincarato la dose, insistendo sulla “propaganda del Cremlino che colpisce per primi i cittadini europei”, ha rimarcato Fotyga.

Tra l’altro è interessante che il documento dedichi meno spazio a Daesh, in sostanza si invita a lavorare contro la radicalizzazione e svi­luppare una “narrativa alternativa servendosi anche di studenti mussulmani in grado di delegittimare la propaganda di Daesh”.

“Siamo testimoni di un degrado politico della democrazia nei paesi occidentali”, ha dichiarato subito Putin e Sputnik ha pubblicato un twittter subito dopo la votazione dicendo che la Russia era stata accomunata a Daesh. A dicembre il Parlamento dovrà votare su eventuali nuove sanzioni contro la Russia.