La settimana, in musica

Musica della settimana dal 22 al 27 Gennaio

A cura di Gabriella Ballarini e Juri Bomparola

Capelli dappertutto di Francesca Rolandi

Francesca presenta con il suo articolo un romanzo autobiografico di Tea Tulić, che racconta la malattia della madre, attraverso il feticcio del crine.
Capelli che cadono, nel tentativo di preservare la vita.
Il brano che propongo come cornice non è solo didascalico, e non è per niente cinicamente ironico.
Per chiarire cito testualmente:
“Io chiedo ai miei capelli di darmi la conferma che esisto”.
Quanto i nostri capelli siano espressione dell’io possiamo comprenderlo bene.
Se non siamo noi a decidere che ci rappresentino o meno, perdiamo potere su noi stessi.
Nella speranza che questa potestà affidata ad altri possa, quantomeno, salvarci la vita.

La Palestina di Kapuściński di Andrea Colasuonno

La cosa che più mi colpisce di Kapuściński è il suo spirito errante, quel legame imprescindibile tra scrittura e viaggio, tra viaggio e scrittura. E quella gentilezza nella parola scritta. Il rispetto per la Palestina che descrive Colasuonno, ma non solo. E da qui forse ci dovrebbe venire voglia di continuare a leggerlo Kapu, scoprirlo e abbracciare tutte le strade e poi magari, tornare a viaggiare.
…e di notte con i fari illuminare
chiaramente la strada per saper dove andare.
Con coraggio gentilmente, gentilmente
dolcemente viaggiare.
Ho scelto la versione dei Musica Nuda, per la voce femminile, per il dono della bellezza.

Sleeping beauty di Matteo De Mayda

Il brano dei Good Charlotte parla più della vita che inizia, piuttosto che di quella che termina.
Matteo De Mayda però ci porta in una realtà culturale in cui Vita e Morte non sono concetti così distanti.
Finisce una vita e ne inizia un’altra, forse la stessa, in maniera semplicemente differente.
Oggi sembrerebbe essere il giorno peggiore della tua vita, ma potrebbe essere il giorno migliore.
Culture a confronto, che confortano.

Parole per Giulio Regeni. Festival dei diritti umani.

Nel giorno della memoria di una vita volata via, martoriata via, condannata via. Quale canzone potrei dedicare alle parole dedicate? La canzone che mi ha svegliata questa mattina, che mi ha fatto pensare all’amore, alla delicatezza dell’abbraccio, alla voce che grida “verità” e al silenzio.
We have both been here before
Knockin’ upon love’s door
Begging for someone to let us in
Knowing this we can agree to keep each other company
Never to go down that road again
My beloved one

Illusioni protezioniste di Clara Capelli

Perché ho scelto la colonna sonora di questo film di Tarantino del 1997? Perché tempo fa mi capitò di leggere questa citazione tratta dal film.
– Non hai ancora risposto alla mia domanda, Max.
– A quale?
– Se oggi come oggi, senza un’occupazione, avessi la possibilità di scappare con mezzo milione di dollari, l’afferreresti?
E un titolo che parla di “Illusioni” mi ha riportato a quelle parole, affermazioni illusorie, violenza negli intenti, mi ha portato da Jackie Brown. Colonna sonora splendida. Di tutta la colonna sonora sottolineo questa canzone di Bill Whiters (cantante della più famosa Lovely Day): who is he and what is he to you.
E l’illusione ci viene concretizzata da Clara Capelli che termina la sua interessante analisi con questa frase: “…il potere economico continuerà a prosperare in modo disuguale.”

Il mare non bagna il Libano di Silvia Moresi

Il racconto di Silvia Moresi è sorprendente, questo andare avanti e indietro tra libri, traduzioni, fotografie. Cucire e ricucire. E allora ho voluto cercare una canzone da regalare per continuare a ricamare, cucendo un’altra porzione di poesia. U2, anno 2009, Cedars of Lebanon.

La matita di Enrico Natoli

Ho fame.