Calcio poco romantico

Arriva il libro che raccoglie il lavoro di due osservatori critici e appassionati

di Christian Elia

“Il calcio romantico non è mai esistito. La passione, quella sì, è romantica di sicuro”. Un bello sguardo, non si può negare, quello di Federico Greco e Daniele Felicetti, che dal 2011 animano Calcio Romantico (appunto), una delle voci più interessanti dell’affollato mondo dei raccontatori di storie ispirate o derivate dal pallone.

E’ diventata, ormai, una sorta di comunità. Adepti, convertiti, polemici, di destra e di sinistra: tutti (o quasi) raccontano storie di calcio e ne rivendicano – rispetto alla comunità dilagante – una sorta di primogenitura.

In genere tutti mentono, a loro stessi prima che agli altri. La verità è che il calcio è una narrazione da sempre, cambiano i linguaggi, cambiano le piattaforme, ma se ciclismo e pugilato hanno vissuto le loro epopee finendo male (molto male), il pallone rotola impertinente e accende milioni di cuori. E di storie.

Quel che garba di Calcio Romantico, che diventa un libro, edito da Urbone Publishing, con prefazione di Nicola Sbetti e postfazione di Carlo Sperduti, è che non si prende troppo sul serio, senza per questo non essere interessante.

C’è un che di ‘giornalistico’ nell’approccio, quasi una verifica dei fatti, che sottende alla storia e al racconto della stessa. C’è la società in primo piano, in uno sguardo collettivista, prima che i singoli, gli ‘eroi’, che invece prendono il centro del palcoscenico in altri racconti.

La retorica diventa nemica giurata, l’epica della singola partita lascia spazio al contesto, in giudizi taglienti come tutti quelli degli innamorati.

Molte storie del libro, se siete appassionati del genere, le conoscerete già. Ma da membro (al solito non invitato) di questa comunità, quella dei narratori di storie legate o ispirate al calcio, vi garantisco che è più sociologico lo sguardo.

Qualche volta dissacrante, come rispetto all’impresa dell’Italia fascista a Wembley, contro gli spocchiosi inglesi, sempre puntuale nel citare (anche in una bibliografia seria alla fine del lbro) le fonti, elemento non troppo in uso nella suddetta comunità.

Più che il solito corteo di ‘mitiche’ partite, Greco e Felicetti si concentrano su temi che emergono con forza dal mondo del calcio: il razzismo, i diritti dei lavoratori, il consumismo, la politica.

Ecco che l’aneddotica cede il passo alla critica sociale, il calcio è lente di ingrandimento di fenomeni più complessi, che lo coinvolgono e che – talvolta – lo usano, finendone per essere svelati.

Un libro consigliato, una serie di riflessioni interessanti, ma anche tante storie che, quando si svestono della retorica, diventano ancora più intense.