Polvere

2017.07 #cliQtakeover di @alessiagatta_photojournalist su #Instagram @qcodemag

di Leonardo Brogioni

Dalle periferie urbane di Francesco Collina (che ringraziamo per il suo takeover paesaggistico) alle periferie dell’anima di Alessia Gatta che esplora quello che ancora resta un tema tabù: la morte e i cimiteri.

 

Chi è Alessia Gatta?

Chi sono? Una bambina che sognava di diventare fotografa, e ad oggi, mi sento una privilegiata in questo. Ho avuto un inizio un po’ confuso sul percorso da intraprendere, ma alla fine ce l’abbiamo fatta, forse. Non mi sento ancora una fotografa o meglio, non mi sento ancora una brava fotografa, ma nella speranza di diventarlo mi intrattengo occupandomi di fotografia di reportage, dallo sport ai matrimoni, ai progetti personali, con questo ad esempio, che ho accumulato in vecchi hard disk in 8 anni di pigrizia, lontana dal moderno social media/web marketing. Ho studiato alla Bauer e frequentato successivamente il corso di fotogiornalismo presso Polifemo, dove ho trovato la spinta giusta per comprendermi maggiormente.

Come e perché usi Instagram?

Ben lontana appunto dalla corsa al successo e dal “farsi conoscere”, Instagram per me è come un diario, dove appuntare qualcosa che vedo e Devo fotografare, sai quell’impulso che ti prende e non hai altro che uno smartphone al seguito? Ecco, esattamente così.

Difficilmente posto cose di lavoro, mixo il più delle volte foto di viaggi, di emozioni del momento, come a sapere poi dove andarle a ripescare. In qualche modo lo è stato per molto tempo Flickr prima di oggi https://www.flickr.com/photos/gattaccia/

Cosa vedremo in questo cliqtakeover?

Memento, homo, quia pulvis es, et in pulverem reverteris – ricordati uomo che polvere sei e polvere tornerai”.

Polvere.

La polvere che si è  accumulata sul mio il mio hard disk stracolmo di foto mai pubblicate, quella che si adagia sui libri antichi, la sabbia finissima che troviamo nella clessidra che muove il tempo, la polvere è formata da minutissimi frammenti di particelle incoerenti, proprio come noi.

Sono atea, agnostica, scettica, mettetela come volete non credo, non prego.

La passione per i cimiteri, così come per tutte le cose che sono religiose, in me nasce, probabilmente, e qui scatta l’autoanalisi, dalla continua ricerca introspettiva di chi sono e cosa ci faccio qui, ma soprattutto, dalla domanda: quando me ne andrò?

Che – giuro – non vivo come un tormento, anzi, la morte è un processo piuttosto democratico, prima o poi tocca a tutti, che siano ricchi e famosi o poveri in canna, pare.

Ultimamente ho scoperto un’urna biodegradabile in cui depositare “la polvere” così da piantarla nel terreno in modo da far crescere un albero.

Ecco cosa voglio diventare.

Un albero.

 

#polvere

@alessiagatta_photojournalist

#instagram @qcodemag

 

Immagine di copertina: St. Pancras’ Old Church graveyard, Londra (cimitero trasformato in giardino pubblico)