La vita dopo la morte /2

Da marzo 2014 a dicembre 2015, l’Africa Occidentale ha conosciuto la più grande epidemia di Ebola della sua storia.

Foto e testo di Matteo Biatta
Dopo la Liberia, con 4809 morti, la Sierra Leone è stata la nazione con più casi, con 14.124 contagiati e 3955 vittime. Negli altri stati i morti sono stati 2536 (Guinea) e 8 (Niger) *

Molte persone sono sopravvissute, dopo aver sofferto per settimane o mesi e sono tornate nei loro villaggi dopo esser state curate negli ETC (Centri di trattamento per l’Ebola). La popolazione di Lunsar (130 kilometri circa da Freetown) e dei villaggi limitrofi o nella foresta, è stata molto colpita da Ebola, la struttura sociale è stata distrutta; ora ci sono molte vedove,
orfani e gente senza più famiglia.

Qui la prima parte

Husman Fofanah – Ho 25 anni, ho sofferto d’Ebola per un mese e ho perso sei familiari. Nella mia famiglia siamo sopravvissuti solo io e mia sorella Marie Fofanah. Mi sento solo, senza mia madre e mio padre questa vita è troppo difficile per noi. Non ho un lavoro, mia sorella non lavora, come mangiamo? Come facciamo a vivere? Non so, il futuro è buio per noi, spero che la gente del
villaggio possa aiutarci, con loro forse sarà possibile ripartire.

 

Brinina Bankur – ho sofferto d’Ebola per un mese e ho perso cinque familiari. La mia vita è distrutta, ho due nipoti, sono la mia speranza nel futuro, il loro sguardo è la chiave del mio futuro. Viviamo in un villaggio nella foresta, spero che Ebola sia finalmente finita, perché è stata una vera tragedia per noi.

 

Villaggio Rolath – Lunsar: qui vivono 57 persone ma durante l’epidemia ne sono morte 45. Lo stregone di villaggio si era ammalato d’Ebola e nella sua casa sono morte nove persone che vivevano con lui. Sono Isatu Kamara e ho 16 anni, ho sofferto d’Ebola per un mese e due settimane. Sono stata la prima paziente ad essere ricoverata e dimessa dal Centro di Trattamento per Ebola (ETC) di Lunsar. Ricordo la febbre molto alta, il vomito e dei dolori addominali molto forti. Durante la mia malattia ho perso due settimane. Non ricordo nulla di quindici giorni della mia vita. E’ incredibile, sono ancora viva dopo una tempesta come questa, non posso ancora crederci.

 

Il mio nome è Momoh Konteh e ho 13 anni. Ho sofferto d’Ebola per due mesi, una sofferenza incredibile con dolori incredibili.
A volte mi chiedevo se fosse possibile soffrire di più, sono molto giovane. A volte il futuro mi spaventa, ma poi penso che in villaggio ho molti amici, ho la mia famiglia e vado a scuola tutti i giorni. Sono sicuro che ce la farò.

 

Isatu Fofanah – Ho 35 anni, ho sofferto d’Ebola due mesi e ho perso due familiari. Vivo da sempre nel villaggio di Kontabana e adesso, senza mio marito e mio figlio posso fare affidamento sugli amici nel villaggio. Sono fortunata ad avere amici che mi vogliono bene, perché senza la mia famiglia, la mia vita è davvero difficile. Ebola è finita? Non lo so. Forse il nostro stile di vita non
è buono nei villaggi, forse lo stile di vita è la causa della malattia e dell’epidemia. I dottori mi hanno detto più volte di non mangiare nessun animale senza averlo prima cucinato.

 

Rigmatu Sesay – Ho 32 anni e ho sofferto d’Ebola per un mese. Ho perso mio padre, mia madre e mio fratello, ora sono sola.
Durante la malattia ho pregato ogni giorno, ricordo che avevo molta paura di morire, ma non demordevo. Ora sono viva, vado a lavorare nei campi ogni giorno e penso che avrò un futuro. La vita è stata molto dura, ma penso che con l’aiuto di Dio posso farcela.

 

Memunatu Kargbo II – Ho 22 anni e ho sofferto d’Ebola per un mese e mezzo. Ho perso mia madre, mio padre e mia sorella. Adesso siamo vivi solo io e mio fratello, Ebola è stata una cosa terribile per noi. In questo villaggio sono morte più di 100 persone. Ebola è stato un uragano, ha ucciso la nostra vita per un anno e mezzo. Ora cerchiamo di ripartire tutti insieme, penso sia possibile se restiamo uniti.

Aminata Sesay – Ho 19 anni e ho sofferto d’Ebola per un mese, una sofferenza incredibile. Durante la malattia ricordo la paura dei medici; mi si avvicinavano indossando il Personal Protective Equipment, ricordo che pensavo – sono ammalata sul serio se si avvicinano vestiti così, non voglio morire – Sono guarita dall’Ebola? E’ un miracolo, ogni giorno ringrazio Dio per la mia nuova vita.

 

Memunatu Kargbo – Ho 40 anni, ho sofferto d’Ebola per un mese e ho perso cinque familiari. Ho perso mio marito, che lavorava per la famiglia per dieci ore al giorno. Ho visto morire i miei quattro figli, ho perso tutto ed ora non ho più nulla. La malattia è stata devastante per me e non sto molto bene, ma in villaggio ci sono molte persone che mi vogliono bene e penso che
con l’aiuto di Dio posso farcela.

 

Ho incontrato questi due fratellini nel villaggio di Kontabana ed il loro zio mi ha raccontato la loro storia. Sono Adulah Conteh di 6 anni e Isatu Kargbo di 4, due fratellini con cognomi diversi perché avevano due diversi papà. Hanno perso la mamma, il papà, due sorelle ed altri due fratelli a causa di Ebola. Adulah e Isatu dicono: “Siamo molto tristi perché molti dei nostri familiari sono
morti d’Ebola ma nostro zio ci vuole molto bene e gioca con noi tutti i giorni in villaggio”. Adulah è molto contento di andare a scuola, studia molto ogni giorno, quando torno in villaggio.

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