La ragazza con la pistola

Avete idea di cosa si prova ad avere una pistola puntata contro? Io sì.
Di Mauro Mercatanti

“Scusa, hai una sigaretta?”.
Mi giro, una ragazza mi sta puntando contro una pistola.

Situazione davvero inedita per me, devo dire.
Lei è bella, è giovane, ha i capelli neri e ride.
E’ appena scesa da un motorino su cui sta un tipo, credo sia il suo ragazzo.
La ragazza è chiaramente alticcia e la pistola non è chiaramente né vera né finta.
Quindi, ricapitolando.

Sono in Darsena, a Milano, è tardi, sto smontando un palco dove ha suonato un jazzista famoso che non mi ricordo il nome. Una ragazza ubriaca mi sta puntando una pistola contro e mi ha chiesto se ho una sigaretta. Io non ce l’ho.

Devo dire che mi spiace sempre quando qualcuno mi chiede qualcosa che non ho (da accendere, da fumare, da scrivere, cose così) o che non so (un’informazione, un’indicazione, una vaga idea, un consiglio, cose cosà), ma davvero non immaginavo che mi potesse spiacere come mi stava spiacendo in quel momento lì.

“Non ce l’ho, mi spiace davvero tantissimo” le dico. E mi ritrovo a sperare che lei mi creda, che capisca che non è una risposta di rito, che mi spiace davvero tanto tanto non avere una sigaretta da offrirle, che mi farebbe un sacco piacere tirare fuori il pacchetto, aprirlo e puntarglielo contro.

A quel punto diventeremmo la scena di un film di Tarantino (che peraltro non ho ancora mai visto, essendo che questa scena si svolge molto prima che Tarantino inizi a girar scene come questa), con lei che mi punta contro una pistola, io che le punto contro un pacchetto di sigarette e tutto il resto che resta sospeso, in attesa di capire cosa succede dopo.

Ma il pacchetto di sigarette non ce l’ho, cazzo. Sono sempre stato un maledetto scroccone di sigarette e in qualche modo penso che se qualcuno mi sparasse perché non ho una sigaretta da farmi scroccare, mi starebbe persino bene.

Non ho paura e non sono per niente tranquillo.
Sono in una bolla e fluttuo.

Perché è questo che ti succede quando qualcuno ti punta contro una pistola.
Tutto il mondo intorno si ferma e sfuma. Esisti solo tu, la pistola e la persona che la impugna.

Una cosa che successivamente mi risulterà chiara come il sole è che se qualcuno ti punta contro una pistola, per te la pistola è vera.
Voglio dire, tu sai che potrebbe non esserlo (e in una situazione come quella è persino più plausibile che non lo sia) ma non è un pensiero con cui ti concedi di trastullarti troppo. Resta lì, a rimbalzare tra le pareti del tuo cervello, ma non riesce a prendere forma: la pistola, dunque, va considerata vera. Caso chiuso, passiamo alla prossima domanda, quella da un milione di dollari: mi spara o non mi spara?

Decido che non mi spara e mi giro, così almeno se mi spara, mi spara alle spalle, che mi fa meno impressione. Succede tutto mooolto lentamente. Mi muovo come se fossi sott’acqua. Vedo il gruppo di persone da cui mi ero staccato per andare a bere un po’ d’acqua. Sono sul palco, tutti fermi, guardano verso di me. Io guardo verso di loro.

Dietro ho una ragazza con una pistola ma faccio finta che sia tutto perfettamente normale. Perché sì, insomma, in fondo che sarà mai? C’è solo una ragazza ubriaca che mi punta una pistola addosso e che non si sa ancora come abbia preso il fatto che non ho la sigaretta che mi ha chiesto.

Mi avvio verso il gruppo di amici con finta disinvoltura e chiedo “Avete mica una sigaretta?”.
Uno ce l’ha, non mi ricordo chi. Si alza e viene verso di me, anzi verso la ragazza. Mi supera. A quel punto mi giro. La ragazza ha abbassato la pistola e prende la sigaretta.

Da lì in poi il mondo ricomincia a girare, la tensione si scioglie come neve al sole, c’è addirittura un accenno di conversazione tra i due e il resto del gruppo, a cui non partecipo, essendo ancora dentro la mia bella bolla.

La cosa buffa è che nessuno fa riferimento alla pistola.
Nessuno dice cose tipo “Ma sei scema?”.
Nessuno fa niente.

Lei prende la sigaretta, ringrazia torna dal tipo sul motorino e se ne vanno: lui, lei e la cazzo di pistola, che non si è mai saputo se fosse vera o finta.

Io però ho saputo cosa si prova ad avercela puntata contro.
Pensa che culo.