Puc Festival

L’energia della periferia di Milano in Martesana

di Ilaria Brusadelli e Marco Besana, tratto da ViaPadovaHub.it

Dall’esperienza e dalla rete di contatti costruiti intorno alle attività dell’associazione Ecologia Turismo Cultura, all’interno di Cascina Martesana, nasce PUC Festival – Parco Urbano delle Culture, che vedrà la sua prima edizione da venerdì 15 a domenica 17 settembre 2017.

Tre giorni di Teorie e pratiche di protagonismo culturale al parco della Martesana, con le tantissime associazioni e i ragazzi del territorio che abiteranno un anfiteatro ancora oggi con molto potenziale inespresso.

Ci racconta questo progetto Niccolò Franchi, presidente dell’associazione che ha ideato e, dal 2014, fa vivere Cascina Martesana, quella che a fine ottocento era “El bagnin de Gorla”, prima piscina pubblica maschile di Milano. Un virtuoso esempio di presidio che ha fatto della cultura la sua arma.

PUC Festival dura tre giorni, tre come i focus attorno ai quali ruotano gli eventi, tutti a ingresso libero.

Innanzi tutto il Tavolo Giovani Zona 2 sarà al centro della giornata di venerdì 15. “Come Cascina Martesana partecipiamo al Tavolo Giovani”, spiega Niccolò, “un guazzabuglio di realtà che comprende cooperative, CAG, oratori, associazioni che lavorano singolarmente nella zona, ma che si incontrano e confrontano periodicamente. Creeremo una vetrina per le associazioni (dalle 16.00) che lavorano ogni giorno con e per il quartiere, abbiamo ideato una caccia al tesoro (h 17.30) e un laboratorio di street art con l’artista Pao (h 18.30), durante il quale restaureremo i suoi celebri pinguini-panettoni”.

La prima giornata si chiuderà con la musica: un dj set di Bassi Maestro che ripercorre la storia dell’hip hop con incursioni jazz di Loop therapy.

Sabato il focus è “Via Padova – Coesione sociale 3.0” con laboratori, incontri e dibattiti a cura delle realtà coinvolte in questo progetto del Comune di Milano e incentrato su tre assi: la sicurezza legata alla cura del quartiere (“si-cura”) con particolare attenzione; la valorizzazione dei beni comuni, con l’apertura alla cittadinanza di tre aree verdi e la cultura e creatività locale.

Domenica, infine, i protagonisti saranno i vincitori dei contest musicali organizzati da Cascina Martesana, terzo focus del festival che prevede appuntamenti anche nelle giornate di venerdì e sabato.

Ma non è tutto: dalle note di Après la classe (16 settembre h 21) e del pianoforte del maestro Massimo Brigatti (16 settembre h 22.30) alla presentazione dell’ultimo libro di Antonio Manzini Pulvis et umbra (17 settembre ore 18) al corteo ritmico e floreale della Casa dell’arteducazione (16 settembre h 18) e tre mostre fotografiche, PUC Festival prevede incontri per tutti i gusti.

“Questo è un tratto distintivo delle nostre proposte” spiega Niccolò, “gusti diversi, magari per imparare ad accettare quelli degli altri o per apprezzare, inaspettatamente, spunti incontrati per caso”.

Chiuderà il PUC festival 2017 lo spettacolo di Teatro Atir Ringhiera “Roba minima, s’intend” (17 settembre, h 21) dedicato a Enzo Jannacci.

Cascina Martesana nasce con l’obiettivo di aggregare, diventare un punto di riferimento per un quartiere, ridare vita a uno spazio verde fino a qualche anno fa deserto e considerato pericoloso, soprattutto nelle ore serali.

Una zona bar e uno spazio soci con tanto di griglieria libera dove è possibile portare anche la propria cena da casa; un palco libero, con almeno quindici richieste quotidiane da parte di giovani gruppi che vogliono esibirsi; una zona mostre, dove, in collaborazione con la biblioteca del quartiere, vengono selezionate periodicamente esposizioni di fotografia.

Cascina Martesana è tutto questo, ma anche un orto di quartiere “Il Giardino Segreto”, un’area bambini e relax, “La Roggia incantata”; e un luogo per corsi, workshop, letture e presentazioni di libri.

Abbiamo iniziato con un tavolo e quattro sedie. Ora l’associazione ha circa 18mila tesserati e una costante richiesta di attività. In fondo non abbiamo fatto altro che ridare vita ad uno spazio pubblico, un parco bellissimo, quasi completamente abbandonato perché buio, senza attività. Penso che i parchi, come già avviene anche nel Nord Europa, debbano diventare poli culturali, luoghi in cui si produce arte, in cui si fa e si ascolta musica. Parco non significa soltanto il luogo in cui passeggiare al pomeriggio, ma il luogo in cui, proprio passeggiando, si possono incontrare progetti, realtà culturali, proposte di aggregazione.

A Milano, una città verticale, senza molti giardini privati e che dovrebbe quindi valorizzare il suo verde pubblico, si tende a chiudere i parchi, illudendo la gente che questo serva a tenere lontano la criminalità. I luoghi chiusi sono luoghi deserti, scuri.

Sono i luoghi pieni di gente quelli in cui la criminalità cala.

Noi, ad esempio, siamo diventati un presidio: anche i carabinieri ci hanno detto che i mesi in cui siamo aperti* (*Cascina Martesana può rimanere aperta solo sei mesi all’anno, come evento temporaneo), sono quelli in cui stanno tranquilli. Il parco delle Martesana è bello ed ha un autentico gioiello, l’arena che sarebbe bello ospitasse molti più eventi”.

E con questo obiettivo, Cascina Martesana ha riportato alla luce un luogo abbandonato da vent’anni, occupato da tossici e prostitute. Oggi è un luogo di scambio, musica, arte e integrazione, un luogo in cui chiunque possa entrare in contatto con altri, dove “si cerca di abbassare lo standard di una città che ha un centro proiettato sul design, ma che si dimentica dei suoi parchi e delle periferie”, con la conseguenza di limitare ai locali gli spazi di incontro.

“Questo luogo è strutturato a cerchi concentrici: i tavoli, i divani, la grande griglia collettiva centrale. L’idea è che chiunque, in cerchio, possa trovarsi a chiacchierare con chi non conosceva e, magari, finire la serata cenando insieme. Molte persone sole sono venute qui e ora le si vede sedersi con compagnie e gruppi di amici. Dobbiamo tornare a parlarci, a frequentare i parchi, le panchine, senza la necessità di spendere soldi per passare una serata insieme”.

Partecipare al PUC Festival non è quindi solo l’occasione di vivere una tre giorni di musica e arte in un quartiere noto solo per i presidi dell’esercito e i problemi di integrazione; è un modo di prendere parte a un nuovo progetto sociale per Milano, che passa dal verde pubblico, dalle periferie, dalla vita che si sprigiona dai luoghi abbandonati quando tornano a vivere.

PUC FESTIVAL – programma su cascinamartesana.com