Una donna fantastica

L’amore in un paese conservatore, la diversità come colpa


di Irene Merli

UNA DONNA FANTASTICA, di Sebastian Lelio, con Daniela Vega, Francisco Reyes, Luis Gnecco, Amparo Noguera, Nestor Cantillana, Alejandro Goic, Sergio Hernandez. Orso d’argento al Festival di Berlino 2017 per la miglior sceneggiatura; candidato dal Cile all’Oscar per il film straniero. Nelle sale

Santiago del Cile, oggi. Orlando, imprenditore tessile vicino alla sessantina, vive un’intensa e tenera storia d’amore con Marina, più giovane di lui di una trentina d’anni.

I due festeggiano il compleanno della ragazza con cena al ristorante, torta, lenti in discoteca e tanto vino, ma nella notte Orlando si sveglia con il respiro corto.

Sta malissimo, cade dalle scale mentre Marina chiude casa per portarlo in ospedale, dove arriva ormai morente e contuso.

A questo punto la giovane non si trova solo ad affrontare il lutto, ma anche una serie di impressionanti umiliazioni e violenze da parte della famiglia del compagno, figlio ed ex moglie in testa.

Marina, infatti, è una transgender e questo in una società conservatrice e machista come quella cilena è considerato una perversione.

Dalla polizia che la sottomette a gratuiti controlli fisici, alla vedova che le intima di non presentarsi a veglia e funerale, impedendole di salutare l’uomo che lei ha amato e che per lei aveva sconvolto consuetudini e covenzioni, dal figlio che la butta fuori di casa all’indelicatezza dei medici: in pochi giorni, Marina non perde solo il suo uomo, ma anche tutto quello che aveva.

E si trova ancora una volta a dover affrontare la totale grettezza della gente, che si rifiuta di considerarla una donna, come è da sempre dentro di sè, e la giudica un mostro o addirittura “uno schifoso frocio”.

Eeppure lei, da autentica donna fantastica, riesce a mantenere intatta tutta la sua forza e la sua dignità senza mai rispondere a violenza con violenza.

Basta vederla camminare a passo deciso per la città, e resistere a una fortissima tempesta di vento (come è raffigurato nella locandina del film), per capire quanto coraggio dimostri nei confronti dell’odio cieco e feroce della famiglia di Orlando.

Intenso, coinvolgente e delicato, il nuovo film del regista del bellissimo Gloria si scaglia contro il perbenismo mostrando semplicemente, attraverso la catastrofe cui va incontro Marina, che i diritti umani vanno rispettati e tutelati qualunque sia la scelta o l’identità di genere di chi li reclama.

Una donna fantastica è quindi un film militante, ma nel senso migliore e più alto, senza alcuna forzatura ideologica.

Come nei casi migliori, durante il film la storia si fa universale e ci si dimentica che Marina ha una sessualità più complessa: la sua commovente capacità di non arrendersi sotto la gragnuola di insulti ci appare come la cifra di tanti amori autentici, contrastati da chi pensa di detenere le regole ed etichetta le passioni.

Quanti alla protagonista, attrice, cantante lirica e vera transgender, illumina il film con un’ interpretazione d’eccezione: Daniela Vega è davvero una forza della natura, il corpo fiero e il cuore pulsante di quest’opera coraggiosa e originale, prodotta dal grande regista cileno Pablo Larrain e da Maren Ade, l’interessante autrice di Toni Erdmann.

Sebastian Lelio, di origini italiane, ha del resto dichiarato di aver scelto la storia di una trans perché saranno i diversi a salvare l’umanità contro tutti gli odi sociali, politici, etnici, religiosi dei benpensanti che pensano che solo alcuni abbiano diritti, mentre altri invece non debbano neppure sognare di averli.