La settimana, in musica. Speciale Fabrizio De Andrè

Musica della settimana dal 7 al 12 Gennaio

A cura di Gabriella Ballarini

Questa settimana ho deciso di dedicarmi a De Andrè. Perché l’11 Gennaio ormai è l’11 Gennaio e perché ci sono parole che vanno riascoltate, ostinatamente, ripetutamente.

Apriamo con una traccia extra, dedicata alle canzoni cantate con le lingue della terra madre, della terra ospite, della terra appassionata.
Vegnu c’ou coeu marottu
de ‘na pasciun
che nu ghe n’è

Milo Manara in mostra a Bologna di Luca Rasponi

Leggendo sempre con piacere Luca Rasponi, cercavo De Andrè, tra le righe e poi appare il nome di Pier Paolo Pasolini. E così arriva la storia sbagliata, una storia diversa per gente normale, storia comune, per gente speciale, cos’altro vi serve da queste vite, ora che il cielo al centro, le ha colpite, ora che il cielo, ai bordi le ha scolpite.

Dove atterra il presidente degli Stati Uniti di Alice Facchini

Per vederci meglio nella storia delle notizie, ecco l’ottico Dippold. Ad accompagnare l’inizio di questa interessante ricerca tra le pieghe della storia, una storia di 10 anni fa, una storia di ieri e anche un po’ di domani.
Vedo che salgo a rubare il sole
Per non aver più notti
Perché non cada in reti di tramonti
L’ho chiuso nei miei occhi.

Siria: la Repubblica e l’annosa questione delle fonti affidabili in tempo di guerra di Alberto Savioli e Francesco Petronella

Non lo so bene perché questa notizia mi abbia fatto venire in mente questa canzone. È come aver visualizzato un enorme gorilla del quale si racconta la storia e molte altre versione della sua storia.
quello che avvenne fra l’erba alta
non posso dirlo per intero
ma lo spettacolo fu avvincente
e lo “suspence” ci fu davvero
attenti, al gorilla.

Di nuovo Gennaio in Tunisia di Clara Capelli


In un vortice di polvere, gli altri vedevano siccità.
Queste le parole che aprono la narrazione di De Andrè.
Libertà l’ho vista dormire nei campi coltivati.
Continua.
Ho pensato fossero le parole giuste per accompagnare questa analisi di Clara Capelli.
Ma forse non è che l’ho proprio pensato, l’ho sentito, senza sapere o capire perché.
E poi se la gente sa e la gente lo sa…

Canto Clandestino. Teatro degli Incontri. Di Gabriella Ballarini

Il canto clandestino, è un canto.
Disamistade è il canto del suo canto.
questa storia sospesa
a misura di braccio
a distanza di offesa
che alla pace si pensa
che la pace si sfiora
due famiglie disarmate di sangue
si schierano a resa
e per tutti il dolore degli altri
è dolore a metà

Il lavoro secondo Amazon di Andrea Iossa

Grazie ad Andrea Iossa, soprattutto in questo passaggio: “La precarietà dell’impiego non facilita la diffusione della cultura sindacale e spezza la solidarietà tra i lavoratori.” Che è la mia paura più grande, il vuoto che si crea tra le persone, come se fosse questa la soluzione per proteggersi, per tutelarsi.
Ascoltiamo la canzone del Maggio, è giusto e forse necessario.
E se credente ora
che tutto sia come prima
perché avete votato ancora
la sicurezza, la disciplina,
convinti di allontanare
la paura di cambiare
verremo ancora alle vostre porte
e grideremo ancora più forte
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti,
per quanto voi vi crediate assolti
siete per sempre coinvolti.

Le matite di Enrico Natoli

L’inverno che conserva la vita di un anno intero, nella morte di una stagione.
La terra stanca sotto la neve
dorme il silenzio di un sonno greve
l’inverno raccoglie la sua fatica
di mille secoli, da un’alba antica.