La settimana, in musica

Musica della settimana dal 25 Febbraio al 2 Marzo

A cura di Gabriella Ballarini

Il Primo Marzo è un giorno importante per la musica, la storia, la poesia e la matematica delle nostre nostalgie. Per questo e per molte altre ragioni dedicherò questa colonna musicale a Lucio Dalla e alla sua voce, alla composizione dei suoi testi che, con libere e arbitrarie associazioni, ho accompagnato alle notizie di questa settimana.

Bonus Track, perché mi piace e la riascolto sempre con la neve e col sole.

Non ti preoccupare, tempo per cambiare, ce n’è.
Così ripensami, tra vent’anni ripensami
Vestito da attore, con una torta in mano.

Lavorare meno, lavorare tutti (e meglio) di Giuseppe Daconto

Grazie a Giuseppe Daconto per quest’analisi.
Ho scelto questa canzone dal titolo Meri Luis perché ci porta nelle stanze, nei luoghi, nei taxi, nella vita della gente.
Neppure se è coperta dalla neve
o se sparisce sotto terra e non si vede
si ferma un attimo:
il regista il ragazzo il dentista il taxista, la ragazza, la star
scaraventati in mezzo al traffico.

Oltre la guerra – Capitolo 1 di Lorenza Strano

Leggendo le storie di Lorenza Strano, ho pensato ad un uomo, un uomo come me.
Un uomo come me
la casa dove è nato
l’abita senza luna quando dorme sul prato
Un uomo come me
sorride e parla poco
perchè legge nei tuoi occhi e poi capisce il gioco

Restare Umani di Caterina Mazzilli e Lavinia Bertini

Io vorrei saper parlare del mondo così, come Caterina Mazzilli e Lavinia Bertini e poi come Lucio Dalla dire che siamo uguali, tanti pezzi di un mondo che senza pietà cancella tutto e se ne va.
Vogliam parlare per un attimo di quelli come Andrea
che a 16 anni sanno tutto della vita
la vivono in silenzio, in apnea
e col sorriso sulle labbra
in una piazza di Trastevere mi dice
“aho’ la vita è appena cominciata ed è già finita”

Lo Sfregio di Angelo Miotto

Leggo il direttore Miotto e rimango senza parole da parlare e corro da questa canzone, di rabbia e d’amore.
Canto l’uomo impazzito 

Non il Dio rinsavito 

Canto l’uomo ficcato 

Dentro il chiodo ed il legno.
Canto Andrea che dice: 

«Quella era la mia terra, 
Adesso la prendo e la mangio»

A Barranco di Tano Siracusa

Le immagini fotografiche, le parole a ricamare i contorni. E così appare questa canzone che non ascoltavo da molto tempo.
Anche se il tempo passa, e tu non sei mai la stessa (vita),
la voglia che ho di te non l’ho mai persa
e se ogni istante ci cambia se ogni cosa è diversa
c’è amore e resterà nella mia testa

La vecchia proletaria di Christian Elia

Le parole del direttore Elia, mi hanno portata direttamente a Banana Republic. Così.
Gli americani che espatriano
fanno il verso alla nostalgia
raccontandosi senza crederci
mille volte la stessa bugia

La matita di Enrico Natoli

non esistono due occhi come i tuoi
così neri così soli