Oltre la notte

L’ultimo film di Fatih Akin racconta un crimine a sfondo razziale e la macchina azzoppata della giustizia tedesca

OLTRE LA NOTTE, di Fatih Akin, con Diane Kruger, Denis Moschitto, Numan Acar.
Premio per la miglior interpretazione femminile al Festival di Cannes 2017 e per il miglior film straniero ai Golden Globesx2018. Nelle sale.

di Irene Merli

Amburgo. Katya, tedesca, ha sposato un immigrato curdo-turco e insieme hanno un bambino. Un giorno lascia il figlio nell’ufficio dove lavora il marito, va alle terme e quando torna scopre che una bomba è esplosa lì davanti, disintegrando in pochi attimi la sua famiglia.

Distruttta da un indicibile dolore, Katya cerca di scoprire la verità, ma andare fino in fondo sarà quasi inumano. Anche se accanto a lei, per tutta la vicenda processuale in cui sono accusati due giovani neonazisti, trova il miglior amico del marito, un agguerrito avvocato che non intende lasciarla sola a combattere né mollare davanti agli ostacoli giudiziari.

La difesa, infatti, punta a screditare sia lei come testimone che il marito come vittima. E quando il primo grado del processo manda assolta la bionda coppia di terroristi della porta accanto, Katya si troverà ad attraversare il labile confine tra la voglia di giustizia e la vendetta.

Il nuovo film del regista de “La sposa turca” e di “Soul Kitchen” punta alla gola dello spettatore fin dai primi minuti, perché concentra tutta la narrazione sul punto di vista della protagonista, ci fa vedere ogni vicenda attraverso le sue emozioni.

E questo anzitutto per porci le stesse domande che implodono dentro di lei: che cosa succede quando esplode una bomba? Che cosa si annida nell’animo di chi piazza un ordigno di morte? E fino a che punto ci spingeremmo se qualcuno uccidesse la nostra famiglia e ne conoscessimo il volto?

Risultato: ci troviamo subito a seguire le indagini e a cercare il colpevole insieme a questa mater dolorosa e al suo strazio (una Diane Kruger da applauso a scena aperta), coinvolti in un tutt’uno con la sua sete lacerante di giustizia.

Ma la tragedia che l’ha investita è troppo forte per rispettare i tempi legali di un sistema zoppicante, intricato, lento nel dare un verdetto equo. Il movie si volge cosi in un revenge movie, che ci porta con il fiato sospeso sino a un finale inaspettato e destinato a scatenare discussioni.

Gli eventi narrati da “Oltre la notte” sono ispirati al fatto che tra il 2000 e il 2007 in Germania sono stati commessi numerosi assassinii di persone straniere da parte dell’Nsu, una formazione neonazista che è stata incriminata solo nel 2011, dopo anni di depistaggi e false credenze.

“Sono crimini che mi hanno profondamente turbato, anche perché la mia famiglia è di origine turca e mio fratello conosceva una delle vittime” ha spiegato Fatih Akin. “E il grosso scandalo è stato che la polizia ha concentrato le indagini su persone all’interno delle comunità’ delle vittime, chiamando in causa gli ambienti della droga e dell’azzardo. Le pressioni erano tali che persino la stampa e la comunità stessa iniziavano ad avere quei sospetti”.

Il film del regista tedesco-turco è quindi un grido di denuncia, che attraverso il viaggio nell’animo della vittima ci mette davanti a una verità civile insopportabile: il terrorismo non ha colore o Dio, ma nasce dal desiderio di annullamento della civiltà’, della vita e dell’altro.

Nasce dall’odio indiscriminato contro qualcuno di semplicemente diverso. E ben venga un cinema che vuol far luce in tanto buio, un buio che si sta facendo strada, purtroppo, in tutte le nazioni europee.