La Colombia, tra processo di pace ed elezioni
di Lorenza Strano
Un viaggio virtuale nella Colombia che resiste. Ogni episodio darà voce a uno dei municipi de Los Montes de Maria, in cui i sopravvissuti al logorante conflitto parlano di sé, dei loro talenti, della loro resilienza.
Video, foto e audio cercheranno di tramettere l’immensa accoglienza della gente, tra scene di vita quotidiana, emergerà quel lato della storia poco raccontato, quello delle “vittime” che non si arrendono ai ricordi di dolore.
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Capitolo 3 – El Carmen de Bolívar
È il più grande dei paesini montemariani, fiumi di mototaxi, una piazza enorme, rifugio di venditori,
anziani in contemplazione sulle panchine, la lezione di zumba alle 6.
Ci si sente un po’ meno protetti, a un primo sguardo sembra più dispersivo e meno sicuro. Camminandola, la piccola cittadina si lascia scoprire. Ha più strade asfaltate, biblioteche, ong e movimenti sociali.
I negozi sono colmi e il mercato affolla le vie vicine al centro. Parlando con la gente vengono fuori i talenti nascosti di un posto in cui il conflitto continua a produrre effetti più o meno visibili.
Attivisti per i diritti umani minacciati e costretti a cambiare casa, opportunità che mancano, contadini sempre più impoveriti.
La fabbrica di biscotti
Quasi tutti conoscono a Cartagena e dintorni i biscotti Chepacorina. Pochi sanno però dove si
trova la piccola fabbrica e chi li inventò.
Nel municipio del Carmen de Bolívar la gente indica con precisione la tranquilla strada che la ospita. Da una piccola finestra il signor Diaz porta avanti la vendita iniziata dal padre nel ‘47, prima dello scoppio del conflitto.
Se si chiede permesso, lascia entrare per le visite aprendo le porte del negozio e del cuore. Una signora che non aveva famiglia, insegnò al padre la ricetta, erano semplici biscotti con formaggio, non immaginava che il signor Diaz avrebbe creato una piccola impresa di successo.
Pochi dipendenti da anni si impegnano nella lavorazione. Ognuno segue una parte del processo, chi impasta acqua e farina, chi dà la forma, chi incide le lettere C.H, chi mette nei pacchetti che venditori ambulanti spargono ovunque.
Anche durante il conflitto la fabbrica non smise di produrre. Il padre la lasciò al figlio dopo aver vissuto anni difficili con la violenza.
Chiusure forzate, vie bloccate ma mai chiuse. “Diceva che non sapeva il futuro del prodotto. Fortunatamente io me ne sono occupato e mantengo il nome, infatti si chiama Chepacorina per la signora che le inventò e francescana in nome di mio padre che si chiamava Francisco”.
Mi assicura che tutto il paese conosce il biscotto fatto con formaggio e latte de Los Montes de María e che l’ingrediente segreto è un pizzico di amore. Per il futuro ha in mente di ristrutturare il locale con strumenti più moderni che faciliteranno il processo e chissà faranno conoscere a più persone un biscotto che ha resistito agli anni più duri che la Colombia abbia vissuto.
La stella del Vallenato
Una stella cadente è protagonista di una sua canzone, lui che è una stella del Vallenato non ha mai
dimenticato il suo adorato Carmen a cui ha dedicato la sua voce.
Durante gli anni della violenza era lì a cantare alla pace. Nell’anno 2000 in pieno conflitto, quando tutta la gente decise di andar via dal paese, il cantante si trovava nel patio di casa sua, appoggiato e abbracciato a un robles, vide una stella cadente e pensò che persino le stelle stavano scappando lasciandogli solo la sua ispirazione.
Non gli restò altro che fare quello che meglio gli riusciva: cantare. “Yo ví una estrella fugaz que iba
huyendole al dolor dejó un rallito de amor como un mensaje de paz, yo cada dia extraño más a esta
Colombia bonita que ahora se desangra y grita como pidiendo clemencia que se acabe la violencia,
que el pueblo lo necesita”.