La settimana, in musica

Musica della settimana dall’8 al 13 Aprile

A cura di Gabriella Ballarini

Song-do, Yachay: il paradosso della metropoli perfetta di Francesco Martone

Leggevo il pezzo di Francesco Martone e continuavo a canticchiare questa canzone. Come a guardare l’immagine che quadra con l’immaginario, il dettaaglio che si incastra alla figura generale, per affidarsi alla vita. Le parole semplici, per descrivere mondi complessi.
E’ una giornata perfetta 
passeggio nella strada senza fretta 
ascolto Vic Damone 
alla radio diffusione 
a spasso per la mia citta’

Sotto ricatto di Christian Elia e Martina Di Pirro

Una mia amica mi ha mandato questa canzone. Avevo appena riletto il pezzo di Christian Elia e Martina Di Pirro, ho pensato: ecco, così mi sentirei, sott’acqua, in scacco, in una situazione che non posso cambiare, in trappola, senza via di fuga, con la voglia di distruggere, di camminare a testa alta e di riprendere in mano la mia vita.

133 di Alessandro Grimaldi

Quello che è successo in Ungheria mi ha spianto a pensare a qualcosa di nero, nero profondo, assoluto.
Ho cercato e mi sono apparsi i Pearl Jam e quella voce lì, una volta che l’ascolti, devi continuare ad ascoltarla. La canzone parla di un amore che finisce, ma anche un Paese che smette di ascoltare, è un amore che finisce.

In silenzio, al di là del muro di Paola Caridi

Per accompagnare il racconto di Paola Caridi vorrei recuperare questa canzone di Mirkoeilcane che è stata cantata per la prima volta al Festival di Sanremo quest’anno.
Ecco io quella sera mi sono messa a piangere, senza preavviso.
Stiamo tutti molto bene

Coma quando fiori piove di Gabriella Ballarini

Se mi chiedessero di dare una musica a questo spettacolo, potrei decidere di sceglierne una dello spettacolo, ma invece penso che vorrei immaginarmi il protagonista, Walter, che guarda la sua vita, come se fosse un film, come se fosse il battito del suo cuore e potesse usare Josè Gonzàlez.

Lezione di civiltà di Fiore Longo

Lo so, è una canzone pop, di quelle che non rimangono proprio impresse, ma c’è una frase, che per me va le tutta la canzone e così la scelgo e la traduco: mi fa paura l’enormità, dove nessuno sente la mia voce.
Me da miedo la enormidad
Donde nadie oye mi voz

La matita di Enrico Natoli

La prima volta che sono morto non me ne sono nemmeno accorto