CliQ 06
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Storie e didascalie
Berlino
di Antonio Marafioti
Binari
di Antonio Marafioti
Londra per strada
di Andrea Cardoni
Una durata ce l’ha ogni cosa. Un pezzo di cartone, una canzone, un pavimento, così come la sabbia, o uno sticker appicciato a un palo: la durata massima è quella dei passi da una stazione all’altra. Tutto dura poco, e la strada mangia tutto: il tempo di una pedata carognona su un castello di sabbia su una sponda del Tamigi data da un ragazzino, il tempo di un canestro fatto in un cestello con una moneta dal ponte della nuova, nuovissima, Tate Modern Gallery di Londra.
Dura il tempo dei colori di Freddy che sulle sue ginocchiere rosse, ormai quasi nere, sul pavimento di Trafalgar Square, disegna un David e il Conte Ugolino e a mangiarseli sono le suole di quelli che vanno alla National Gallery.
Dura il tempo di una canzone da ascoltare su una panchina lunga ma divisa posto per posto in modo che ognuno sia al suo posto e il suo tempo se lo trascorre da solo, separato da un bracciolo dal tempo di qualcun altro. Poi finisce tutto e tutto viene cancellato, tutto viene portato via, anche gli stickers o i cartoni di pace dai pali. Anche le cabine del telefono, quelle rosse, quelle che ancora è un ricordo di Londra da portare a casa, il simbolo insieme ai Bobby e ai piccioni di Londra, adesso sono messe male: alcune sono mezze rotte, altre servono per il wifi, altre ancora sono ricoperte di cartoline con i numeri erotici.
E pure quelle, le cabine rosse, hanno fatto il loro tempo e dureranno poco. I piccioni: quelli vedono e ascoltano tutto, e magari quelli restano.