SPERIMENTAZIONI DI MAPPING

L’incontro tra arte e nuove tecnologie ha dato vita ad un’avanguardia artistica immersiva di incredibile portata e potenzialità: Il Video Mapping.

di Laura Massaroli

Tentare di trovare una definizione e indicare poche parole che possano racchiudere e delimitare questa tecnica è difficile, perché è frutto di un lungo percorso di ricerca in ambiti artistici diversi, tra cui visual, sound design e arte performativa. I connotati principali, quindi, sono trasversalità e multidisciplinarietà. Il suo significato più profondo può essere colto, forse, dall’utilizzo del termine ‘Architectural Dressing’. Perché questo fa il Mapping: riveste di nuova luce e fa prendere una nuova vita ad un’architettura, che sia la facciata di un palazzo, di una chiesa, di una casa. E tutto questo attraverso una tecnica di videoproiezione.

Si tratta di una particolare forma di realtà aumentata e il suo scopo è proprio quello di modificare la prospettiva, la percezione che lo spettatore (anzi, gli spettatori perché l’intento è di creare visioni performative collettive) ha della superficie, la superficie fisica e reale che sta guardando, attraverso addizioni e sottrazioni.

E’ così: si fa luce su elementi architettonici magari poco considerati e notati che vengono così nuovamente distinti oppure, al contrario, si introducono nuovi componenti, personaggi tridimensionali che animano la facciata rendendola viva. L’attenzione rivolta a queste innovative forme artistiche, per le arti digitali, è testimoniata dai numerosi festival che promuovono queste sperimentazioni non solo all’estero, ma anche in Italia. Come non pensare a Lione e alla sua fête des lumières che ogni anno, in soli quattro giorni, raccoglie più di 70 opere d’arte tra installazioni e performance visive realizzate da artisti internazionali e ammirate da oltre 4 milioni di visitatori provenienti da tutto il mondo (http://www.fetedeslumieres.lyon.fr/en). O ancora a Ginevra, con il suo mapping Festival (http://2015.mappingfestival.com/) ma anche Amsterdam (http://www.amsterdamlightfestival.com/en/) e Praga (http://www.signalfestival.com/2014/en/) . Le maggiori città d’Europa investono su questa spettacolare forma ed espressione d’arte.

 

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Signal Festival – Kostel sv Ludmily, Náměstí Míru (Praga) Artista: Onionlab

 

Ma anche sul suolo nazionale la ricerca è sostenuta da LMP di Roma che promuove residenze artistiche AV (http://liveperformersmeeting.net/), o il GLOW Festival di Ostuni (http://www.glowfestival.it/) le cui parole chiave sono ‘realtà aumentata’ e ‘artistic light’ nello spazio pubblico. Senza allontanarsi troppo da Milano, troviamo il Kernel Festival (http://www.kernelfestival.net/), che nasce come una piattaforma innovativa volta a favorire opportunità di incontro e scambio tra i diversi linguaggi espressivi dell’arte contemporanea e che da 4 anni anima la Villa Tittoni Traversi di Desio, chiamando visitatori non solo locali ma anche internazionali.

La parola d’ordine rimane, in ogni caso, sempre la stessa quando ci si accinge a realizzare un’opera di Mapping: valorizzare. L’artista è chiamato a risaltare la superficie che andrà a contaminare e a rivestire con la propria arte. Per questo deve conoscerne ogni minimo dettaglio, deve interagire con la facciata, deve capirla.

E’ un dialogo.
L’artista si fa tramite di un nuovo dialogo che si instaurerà tra l’architettura indagata e il suo pubblico, che sarà stupito, incantato e sorpreso. Perché, per restare a bocca aperta, è necessario riscoprire e guardare con nuovi occhi quella facciata che il quotidiano, attraverso la sua indifferenza e noncuranza,  aveva smesso di far vibrare e di far generare ammirazione, contemplazione, meraviglia. Questo fa il mapping che sperimenta e interagisce, ricerca e trasforma. Cambia la città e la sua percezione. Quella città che diventa uno “spazio teatrale” e una “scena relazionale”, quel luogo che può essere reinventato e riscoperto. Esattamente quello che ci aspetterebbe dalla Milano di Expo. Quel senso di rinnovamento e cambiamento che la città è chiamata e ha il dovere di restituire ai propri cittadini per esaltare quanto di più grande ha la fortuna di trovare sul proprio suolo.

E invece, invece.

Piazza Affari ha accolto si, durante il fuori salone, cinque artisti internazionali che hanno proiettato sulla facciata per un evento promosso da Sky Arte e anche il Duomo e la sua piazza si è preparato ad ospitare ‘Pietra e Preghiera’ lo scorso 9 e 10 luglio, come anche Palazzo Reale che ha visto la proiezione per un mese, tra maggio e giugno, dell’opera ‘L’età d’oro di Milano’.

 

Steve McCurry Lavazza exhibition setting 2015, Museo della Scienza e della tecnica (Milano) Artista: studio novembre

Steve McCurry Lavazza Exhibition Setting 2015, Museo della Scienza e della tecnica (Milano) Artista: Studio Novembre

 

Ma, eccezion fatta per il Mapping realizzato al Museo della Scienze e della Tecnica (con il sostegno di Lavazza e tanto di Lectio Magistralis di Steve McCurry) il resto si è rivelato deludente: le facciate considerate alla stregua di teli bianchi su cui proiettare immagini, non solo prive di dimensioni, ma che non giocavano assolutamente con la struttura e le sue parti. Si è quindi cercato più di ammaliare con giochi di luce spettacolari, piuttosto che indagare le peculiarità architettoniche; creare un effetto di sbigottimento in un pubblico ancora poco esperto ed educandolo alla mediocrità, piuttosto che puntare sulla qualità dei contenuti e dare vita ad una vera e propria “scenografia urbana multimediale”.

Eppure Milano è città all’avanguardia e fertile dal punto di vista della ricerca in questo campo artistico, basti ricordare il collettivo Studio Azzurro e il suo maggior pioniere Paolo Rosa, o ancora il nome di Claudio Sinatti, anch’egli scomparso da poco più di anno.

Questa particolare espressione artistica non deve essere ridotta ad una nuova forma di fuochi d’artificio. Perché non bastano l’uso dei software per creare Mapping, “l’arte la fanno gli artisti, non gli informatici. I software sono uno strumento fondamentale, ma senza una conoscenza della storia delle immagini, senza un background culturale generale, senza una ricerca e un pensiero, diventano un esercizio vuoto, un passatempo alla stregua della playstation”.

Allora, Milano, hai ancora pochi mesi prima della fine di Expo. Stupiscici.

 

Telenoika Audiovisual Mapping @ Kernel Festival, Desio, 1 & 2 july / 2011 from Telenoika on Vimeo.

 

credits: in copertina Fête des lumières – Opera Architectural Light su Célestin Theatre, (Lyon) – Artista: Laurent Langlois

 

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