L’ottavQ anno

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9 Giugno 2021

Qompleanno: facciamo 8, se lo giri è l’infinito

È il nostro compleanno, il compleanno numero 8.
Se lo giri è l’infinito, ∞.

In otto anni vi abbiamo ricordato, a ogni compleanno, nuove idee, il nostro amore per il giornalismo di qualità, per il tempo lungo di lettura, per l’indipendenza.

Tutto da confermare, ogni giorno, e tutto si stratifica dentro le migliaia di articoli e di altri momenti informativi di Q Code Mag.

Ricordare il proprio genetliaco è avere una pretesa di futuro. Siamo felici perché il tempo passa e noi viviamo diverse stagioni.

Ricordarle tutte e le tante, tantissime persone che abbiamo incontrato, incrociato, con cui abbiamo litigato, o discusso è un regalo da assaporare di questa esperienza. Continuare con i compagni di viaggio, incontrarne di nuovi, metterli in contatto tra loro, resta il senso di questo viaggio.

L’indipendenza è un concetto d’infinito.

La libertà di scrivere, anche.

E quella di inventarci le cose e poi realizzarle per davvero.

Le innumerevoli difficoltà, e sono e sono state tante, pesano su una testata che non vuole rinunciare a una missione che ha scelto e che difende da tanti anni. Ma poi la domanda finale che ci si deve fare, ogni volta che si compie un anno in più, riguarda il prossimo passo.

Il prossimo passo per noi non è solo cosa faremo con questo giornale. È anche una lettura sociale, in cui caliamo il nostro contributo.

Vediamo tempi senza infinito, con forti timori per la temperatura del globo. Ma spesso questi temi diventano strumentali o terribilmente lenti, rispetto a quel che c’è da fare.

Vediamo una crisi di sistema che prima o poi dovrà essere affrontata; troppe diseguaglianze, sistemi economico e finanziaria vecchi rispetto alla presa di coscienza che esiste di politiche di inclusione e non di schiavitù. Vediamo una politica screditata e impreparata, a livello mondiale, con effetti drammatici sulle democrazie, incoerenza e incapacità di esigere il rispetto dei diritti fondamentali, vediamo una irresponsabilità diffusa nell’amministrare la cosa pubblica e una esaltazione di vuote figure stereotipate che iniziarono a essere veicolate nei venticinque anni peggiori del dopoguerra con il berlusconismo.

Vediamo sempre le solite espressioni di parte nei giornalismi che toccano i quadranti caldi, lo scadimento dell’informazione a favore del marketing. E vediamo anche che lo Stato non han difeso un bene supremo come quello del fare informazione, abbandonando il tutto alla legge del mercato.

È qui e in tanto altro che Q Code trova il prossimo passo, per andare ancora avanti, per marciare verso il prossimo compleanno.

Un limite tendenziale, quello dell’infinito, ma che sappiamo essere la nostra bussola. Perché ha senso scrivere e ragionare, raccontare. Sempre. Liberi. Indipendenti.