Cypher, il fumetto come testimone oculare

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9 Gennaio 2021

Guida al digital comics magazine pubblicato da Front Line Defenders

Può il fumetto essere testimone oculare nella battaglia per i diritti umani? I vertici della ong Front Line Defenders devono essere partiti da questa domanda quando hanno deciso di creare Cypher, digital comics magazine nato a metà 2020 per raccontare l’impegno di tanti attivisti in tutto il mondo.

Pubblicato con cadenza mensile e disponibile gratuitamente sul sito della ong, il web magazine affida al fumetto il compito non facile di dare forma e voce a vicende che sarebbe difficile – se non impossibile – riportare facendo ricorso agli strumenti del giornalismo tradizionale.

Dove una macchina fotografica risulterebbe troppo invadente e un testo scritto non abbastanza impattante, il graphic journalism esprime tutto il suo potenziale, restituendo pieno spessore a storie dure, difficili persino da leggere, che accadono in parti del mondo di cui si sa poco o nulla.

Come nella miglior tradizione di Front Line Defenders, Cypher mostra da subito la volontà di lasciare la parola a chi combatte ogni giorno la propria battaglia per i diritti umani: le storie, infatti, sono quasi sempre raccontate da artisti provenienti dagli stessi Paesi degli attivisti.

Il numero 1, ad esempio, contiene quattro vicende che arrivano da Kenya, Pakistan, Libano e Brasile. Grazie alla prima possiamo conoscere Ruth Mumbi, impegnata nella difesa dei diritti di oltre 8.000 persone sgomberate dallo slum di Kariobangi, nella capitale Nairobi.

Dalla provincia di Khyber Pakhtunkhwa arriva la drammatica vicenda di Idris Khattak, attivista scomparso per mano delle stesse autorità pakistane, mentre in Libano si consuma il calvario dei lavoratori domestici etiopi, licenziati con la scusa del Covid-19 e sostenuti solo dall’associazione Egna Legna.

L’attivista brasiliana Rosa Luz testimonia invece le discriminazioni quotidiane subite nel Paese con il più alto tasso di omicidi di persone trans al mondo, con un racconto sperimentale sospeso tra disegno e fotografia.

L’approccio sperimentale di Cypher alla narrazione è confermato nel secondo numero, dove l’attività dell’artista palestinese Hafez Omar è raccontata da una galleria dei suoi manifesti più belli, accompagnati da brani audio di un’intervista che rende possibile ascoltare la sua viva voce.

La battaglia per i diritti delle donne del gruppo La Colectiva Feminista en Construcción (Puerto Rico) e la pacifica determinazione dell’Hong Kong alliance in support of patriotic democratic movements in China completano il numero probabilmente più interessante tra quelli pubblicati finora.

Non che gli altri siano da meno, comunque, se è vero che la terza uscita si apre con due dettagliati reportage per immagini dell’inquietante deriva autoritaria – poco raccontata dai media mainstream – di quella che dovrebbe essere la più grande democrazia del mondo: l’India.

Di ritorno in Italia, la lotta per l’ambiente del movimento no-Tap è analizzata a partire dai suoi antefatti politico-economici attraverso lo sguardo attento e il tratto coinvolgente della fumettista indipendente Bambi Kramer.

A proposito di indipendenza, chiude il volume la vicenda di Jorge Maldonado, impegnato a garantire i servizi fondamentali alla sua cominità in Nicaragua dopo essere stato marginalizzato dal partito politico dominante.

Formato speciale per il quarto numero, dove trovano spazio i cinque attivisti vincitori del riconoscimento attribuito annualmente da Front Line Defenders, provenienti da Mauritania, Colombia, Sri Lanka, Armenia e Iraq.

Nonostante alcune storie si presentino “non finite” per l’evolversi delle rispettive situazioni umanitarie e il dilagare della pandemia, è comunque possibile apprezzare il coraggio degli attivisti e i benefici concreti del loro impegno per le comunità di riferimento.

La difesa pacifica e collettiva del territorio da parte della Guardia Indígena del Cauca è raccontata in un fumetto ricco di colore e speranza, nonostante le sistematiche violazioni dei diritti umani perpetrate da chiunque ne abbia la possibilità in Colombia, Stato compreso.

Qualcosa di diverso, invece, lega le attiviste irachene a Juwairiya Mohideen, che si batte per i diritti delle donne musulmane in Sri Lanka, l’impegno di Lara Aharonian in Armenia e quello di Mekfoula Mint Brahim in Mauritania: sono tutte protagoniste di lotte per la parità di genere.

Questo tema – che attraversa come un filo rosso tutti i numeri di Cypher – trova compimento nel quinto volume, pubblicato lo scorso novembre in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne.

Le storie provenienti da Tonga, Moldova, Zimbabwe e Argentina colpiscono con la forza di un maglio.

Gli abusi familiari subiti da Lisi e Tita a Nuku’alofa, le violenze domestiche di cui sono vittime Anna, Ludmilla e Maria in Trasnistria. E l’ancora di salvezza offerta, rispettivamente, dal Women and children crisis center e dalla ong Resonance.

Storie di solidarietà organizzata, di empowerment e ritorno alla vita che valicano i confini geografici, restituendo speranza. Come quelle che arrivano dall’attivista Beatrice Savadye (Zimbabwe) e dall’Asociación de Mujeres Meretrices de Argentina, movimento di sostegno tra lavoratrici del sesso.

Ognuna di queste storie merita di essere conosciuta e approfondita per la sua funzione di testimonianza, senza trascurare l’originalità artistica e il valore espressivo che dimostrano in particolare alcune di esse.

Dopo l’uscita di diversi graphic novel – compreso La lucha, pubblicato in Italia nel 2018 da Round Robin – con questa iniziativa Front Line Defenders conferma la propria sensibilità e attenzione nei confronti del fumetto come mezzo d’espressione di grande forza e attualità.

Del resto, come scrive Adam Shapiro nell’introduzione al terzo numero, l’obiettivo di Cypher è far sì che il lettore possa «leggere, imparare e, auspicabilmente, agire». Niente di meno.