My Covid in Comics, il mondo racconta la pandemia

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9 Maggio 2021

L’impatto del virus in 300 vignette di 137 artisti

C’è l’Italia, ovviamente, e quindi l’Europa. Ci sono gli Stati Uniti. Ma ci sono anche l’America del Sud, l’Africa, il Medio Oriente e l’Asia. My Covid in Comics è un affresco davvero globale del mondo negli anni della pandemia, prezioso oggi e potenzialmente inestimabile domani.

All’antologia recentemente pubblicata nella collana Tools dall’editore Caracò, infatti, hanno contribuito 137 artisti da 30 Paesi in 5 continenti, offrendo una panoramica completa dell’impatto devastante del virus a tutte le latitudini.

Una varietà di punti di vista ampia e diversificata possibile grazie alle modalità stesse che hanno portato alla nascita di My Covid in Comics.

Il volume, infatti, nasce in seguito alla Cartoon World Challenge indetta delle associazioni Cefa e Ya Basta Caminantes, che hanno invitato vignettisti e disegnatori di tutto il mondo a rispondere alla domanda: “Come cambia la tua vita con il Coronavirus?”.

L’intervento dei curatori Jacopo Granci e Claudio Calia, poi, ha trasformare le 300 vignette selezionate in una narrazione per capitoli, dagli esordi della pandemia all’arrivo dei vaccini, accompagnata da un testo in grado di dare organicità ai contributi più eterogenei.

Proprio il modo in cui è scritto il testo – se vogliamo il contenuto più “distante” dalle vignette e dalle storie a fumetti – fa riflettere su quello che potrà essere, in un futuro non troppo lontano, il ruolo di questo volume: un quaderno di appunti e testimonianze per un libro di storia.

Un fenomeno come la pandemia, che ha impattato enormemente sulle nostre vite al punto da modificare radicalmente la nostra quotidianità, proprio per la sua pervasività rischia infatti di essere rimosso molto velocemente una volta superato.

E invece My Covid in Comics ci fa rivivere tutto, come di fronte a una carrellata di diapositive, quello che nella nostra memoria di qui a qualche anno rischierebbe di diventare un unicum indistinto, un brutto momento da dimenticare senza pensarci troppo.

Dall’inizio in sordina all’esplosione globale, dal lockdown all’entusiasmo estemporaneo dei balconi e degli striscioni con scritto “andrà tutto bene”, dallo smart working alle mascherine passando per le tante precauzioni che ormai fanno parte della nostra vita quotidiana.

Il tutto, naturalmente, senza dimenticare le conseguenze economiche e sociali della pandemia, raccontate in modo acuto e da punti di vista spesso inediti, considerando la provenienza di numerosi autori.

Questa pluralità di voci, accanto al valore di testimonianza, rappresenta l’altro grande motivo d’interesse di My Covid in Comics: non capita certo tutti i giorni di poter apprezzare l’opera di vignettisti mozambicani, libici o iracheni.

Naturalmente non è soltanto una questione di provenienza geografica: sensibilità e sguardi diversi in situazioni e scenari anche molto differenti tra loro restituiscono infatti un quadro davvero sfaccettato dell’impatto globale della pandemia.

Una visuale ampia e approfondita che fa certamente bene, in un contesto in cui il bombardamento quotidiano di notizie sul Covid-19 continua a essere eurocentrico, con qualche aggiornamento dagli Usa, salvo poi ricordarsi del resto del mondo solo quando arriva una nuova variante.

My Covid in Comics compensa ampiamente l’autoreferenzialità dell’Occidente, accompagnandoci in un giro del mondo che dal montenegrino Darko Drljevic arriva idealmente all’iraniano Ali Rastroo, passando per Zerocalcare e il “nostro” Enrico Natoli.

In un mix perfettamente bilanciato tra umorismo e amarezza, riflessione intima e racconto sociale, testimonianza quotidiana e analisi globale, My Covid in Comics ci regala il tempo per riflettere su qualcosa che stiamo vivendo tuttora, e che forse per questo dobbiamo ancora capire fino in fondo.