Ostinati e contrari, perché i diritti oggi fanno sempre più paura al potere

Decima edizione del Festival della Fondazione Diritti Umani al via a Milano: dal 5 al 7 maggio

Ostinati. Contrari. Due aggettivi che formano il titolo di questa decima edizione del Festival dei Diritti Umani, che Q Code ha sempre seguito fin dalla sua nascita. Perchè la parola diritti e quello che rappresenta è sempre stato un elemento fondativo di questo giornale.

Dal 5 al 7 maggio a Milano, con centinaia di studenti in presenza e in collegamento on line, con talks e incontri, con un esperimento politico di dare il voto per i prossimi quesiti referendari anche ai minorenni, con un concerto insieme ad Amnesty International, un panel decisivo sul futuro delle Nazioni Unite in questi che sono tempi cupi, la notte del diritto internazionale e lo smantellamento progressivo di diritti economici e sociali come non si era mai visto negli ultimi decenni.

Il programma qui, cliccando la foto

Il genocidio di Gaza, l’arroganza del sovranismo, l’era trumpiana, il decreto sicurezza in italia, le limitazioni viscide dell’informazione, le atrocità delle guerre, il conflitto energetico ucraino, i civili ormai come parte integrante degli obbiettivi militari, l’irrilevanza delle strutture sovranazionali nate dal dolore e dall’orrore del dopoguerra, una informazione spesso complice o smemorata, la disumanità di politiche che non rispondono più a nessuno dei punti della Carta Universale dei diritti dell’uomo, il riarmo europeo come garanzia di futuro. Potremmo continuare.

Ma siamo anche ostinati, come ci ricorda il bel titolo di questo Festival ideato da Danilo De Biasio, il direttore e fondatore, e cioè non importa l’attacco ai diritti, ma quanto siamo capaci di resistere e dare il nostro contributo per cambiare le cose.

Questo, forse, è un elemento che ci si dimentica o si accantona troppo spesso: esistono nel mondo una maggioranza di reti solidali, associazioni, enti, persone, gruppi, che lavorano nel nome dei diritti umani, Non fanno notizia, non governano, ma reggono la grande e sotterranea infrastruttura delle radici dei diritti. Non dimentichiamocelo mai, o saremo preda del pessimismo e quindi dell’inazione dettata dallo sconforto. È un attimo cedere ai pensieri negativi e farsi travolgere dal buio. Non è così. E anche questo Festival, così come nel nostro lavoro anche noi di Q Code, cerca di ricordare a tutt* che solo l’agire, il diffondere, discutere, confliggere e dissentire ci possono dare un futuro migliore.

Resta il grande elefante nella stanza: i meccanismi di rappresentanza che non funzionano, una classe dirigente inetta e impreparata, leader mondiali che non hanno il minimo vocabolario democratico, ma che riescono a incantare a suon di miliardarie campagne e azioni mediatiche social intere fasce di popolazioni, sfruttando l’individualismo che è stato seminato ad arte per decenni fin dalla fine del Novecento.

Ma, appunto, siamo ostinati e contrari. E come tant* diciamo no e diamo proposte.

Una di queste è di seguire il Festival, per chi è a Milano. È sempre un momento di arricchimento, di conforto, di informazione. Buon lavoro alla Fondazione Diritti Umani: qui racconteremo come è andata.

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