Ni’ma Hassan è una scrittrice, poetessa e assistente sociale originaria di Rafah (Gaza), attualmente sfollata a Mawasi Khan Younis. Con l’arte e la scrittura, cura bambini vittime di traumi di guerra. I suoi Diari di guerra documentano il profondo impatto del genocidio compiuto da Israele sui palestinesi di Gaza e i dettagli della vita quotidiana, evidenziando al contempo ciò che permane nonostante la distruzione.
1
Una donna che riempie di sabbia le tasche
per ancorare il piolo
e rattoppare i pertugi della patria,
una donna che raccoglie quanto sale basta per rimarginare le ferite,
solo lei conosce il fremito del gelo,
il tepore della malinconia
e la delusione del pane.
Non ho un muro per far accomodare la guerra,
da sole io e la tenda
e un mondo che muore ogni giorno
in uno spettacolo di danza.
Lascia che riposiamo, amica mia, prima che arrivi l’inverno.
2
Angusta è la vita,
un pesce decapitato
tenta la fuga,
una scatola sigillata di sardine
avvolta da tetra malinconia
e una cupa ombra si stende sul mercato.
3
Mi sveglio per riordinare la città
ma il fuoco dei fornelli si è guastato,
il venditore di caffè è stato ucciso in un agguato.
Nessuna linfa per un caffè
sciupato dal gelo,
mi abbandono nuovamente al sonno
e sogno un giardino,
una scuola
e una finestra da lustrare.
4
Una madre che dei cani ha paura
dà al mondo randagio
una pacca sulla spalla
e ricerca i brandelli di corpo del suo bambino
nelle celle frigorifere dell’ebbrezza,
sopra i banchetti imbanditi,
nel frammento di una canzone
e nel lutto omesso dai notiziari.
5
Una funzionaria dell’anagrafe registra nomi
e case,
annota il numero delle vie
poi depone il foglio in un angolo di tomba
e si addormenta.
Tra le opere pubblicate da Ni’ma Hassan figurano i romanzi “Dove danzavano le fiamme” e “Non era una morte”. Le sue poesie sono state ampiamente pubblicate e tradotte in pubblicazioni cartacee e online in diverse lingue.