L’evoluzione del Paese tra sviluppo e repressione

Il risultato delle elezioni presidenziali in Rwanda non è una sorpresa. Il presidente in carica dal 2000, Paul Kagame, ha ottenuto il 99,15% dei voti – stando ai risultati provvisori pubblicati dalla commissione nazionale elettorale con l’80% circa dello spoglio – stravincendo le elezioni come aveva fatto nel 2017. Dopo il referendum costituzionale del 2015 che ha portato a una modifica dei tempi di mandato del presidente, Kagame ora potrebbe potenzialmente restare in carica fino al 2034.

Uno dei dati più rilevanti di queste ultime elezioni, però, non riguarda i voti che ha ottenuto Kagame ma coloro che non hanno potuto presentare la propria candidatura perché la giustizia rwandese li ha estromessi dalla corsa elettorale. Così, mentre il Paese cresce a livello di sviluppo nei difficili decenni dopo il genocidio del Rwanda – cessato grazie all’intervento dello stesso Kagame – con un miglioramento delle condizioni socio-economiche, la dissidenza di fatto non esiste e lo scenario politico sembra essere completamente congelato.

Il nuovo episodio di Qontesto a cura di Brando Ricci, giornalista di Nigrizia.

Ascolta “Analisi del voto in Rwanda, tra sviluppo e repressione” su Spreaker.
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