Oggi, nel giorno della Nakba, a Bologna la presentazione di “Poesie dopo Gaza” di Simone Sibilio

Poesie dopo Gaza è la seconda sezione della raccolta Una bussola per bandiera di Simone Sibilio, pubblicata nel 2021 da Di Felice Edizioni. Sebbene gli inediti dedicati a Gaza siano stati pubblicati nel 2024, essi mantengono una forte continuità con il dramma evocato nella sezione precedente, incentrata principalmente sui temi della migrazione e dell’identità.

In queste poesie emerge con forza la voce stessa dei poeti di Gaza, dove centrale è la domanda adorniana: «È altrettanto barbarico scrivere poesie dopo Gaza?» I testi sono ricchi di dialoghi e intessuti di riferimenti intertestuali, con espliciti richiami al grande poeta palestinese Mahmud Darwish e al suo celebre verso «E noi amiamo la vita».

Ritroviamo molti simboli ricorrenti nella tradizione poetica palestinese: la chiave, emblema del diritto al ritorno; il salice, segno di appartenenza e radicamento; il cavallo, custode della casa e dell’identità.

Particolarmente suggestivi sono i versi dedicati alla poetessa Fatena Al-Ghurra, originaria di Gaza e residente attualmente in Belgio. Tornata a far visita alla famiglia pochi giorni prima del 7 ottobre 2023, è stata testimone diretta del genocidio in corso. Rivolgendosi a lei e alle sue donne, Sibilio dà voce a un ampio universo femminile, intrecciando il dialogo con figure che evocano elementi naturali e simbolici, figure scaturite direttamente dall’immaginario poetico di Fatena Al-Ghurra:

Mi riconduci al giorno in cui incontrai
la donna delle mandorle e dell’uva
della menta e del caffè assaporato su una nuvola
mentre tu sfogliavi il “Libro del sonno”.
(A Fatena, alle sue donne)

Commovente è anche la poesia in cui Sibilio tenta una riscrittura del celebre testo di Refaat Alareer¹, rivolgendo la sua domanda a un poeta italiano — reale o immaginario, poco importa. In questo gesto di scrittura si rivela il senso profondo della poesia come resistenza, un richiamo alla memoria e alla necessità di tramandare la parola, perché:

i vecchi moriranno: è certo.
Ma i giovani non dimenticheranno.
(Non dimenticheranno)

In Poesie dopo Gaza, la scrittura si fa corpo e testimonianza, spazio di ascolto e resistenza. Non è solo una risposta all’orrore, ma anche un atto d’amore verso chi resta e verso chi legge, perché – come ci ricorda la poesia palestinese – finché esiste parola, esiste memoria. E finché c’è memoria, c’è futuro.

Simone Sibilio insegna Lingua e Letteratura araba presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia. Ha tradotto numerosi poeti arabi contemporanei tra cui Muhammad al-Fayturi, Ghassan Zaqtan, Moncef Ouhaibi, Talal Haidar. Ha co-curato In guerra non mi cercate. Poesia araba delle rivoluzioni e oltre (Le Monnier, Milano 2018), e pubblicato un’antologia del poeta palestinese Zaqtan, In cammino invocano i fratelli (Edizioni Q, 2019). Nel 2016 è stato insignito del Premio Poesia Città di Fiumicino per la traduzione di poesia straniera. Suoi testi poetici sono apparsi su riviste nazionali e internazionali, tradotti anche in arabo e francese (biografia da Di Felice Edizioni Blog).

  1. Refaat Alareer (1979–2023) è stato un accademico, scrittore e poeta palestinese originario della Striscia di Gaza. È stato ucciso nella notte tra il 6 e il 7 dicembre 2023, insieme ad altri 7 membri della sua famiglia, dall’esercito di Israele. Docente di letteratura inglese all’Università Islamica di Gaza, era noto per il suo impegno nell’educazione e per il ruolo centrale nella formazione di una nuova generazione di scrittori palestinesi. Cofondatore del progetto “We Are Not Numbers”, ha sostenuto i giovani autori locali nel raccontare le loro storie al mondo in lingua inglese.
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