Sotto lo stesso casco, l’instant comic di Takoua Ben Mohamed per il referendum

Ormai da qualche anno, l’instant book si è affermato come strumento per raccontare in breve un fatto di attualità stringente: per definizione, il fumetto ha tempi di elaborazione più lunghi, ma non per questo è da escludere la possibilità di dare vita a veri e propri instant comic.

È quanto ha provato a fare Takoua Ben Mohamed con Sotto il casco. Uniti oltre i confini, fumetto realizzato in occasione della della XII assemblea nazionale della Fillea – il sindacato degli edili della Cgil – e pubblicato nei giorni scorsi sul web.

Ben Mohamed, fumettista italo-tunisina, è nota per aver pubblicato con Becco Giallo titoli come Sotto il velo (2016), La rivoluzione dei gelsomini (2018) e Non stuzzicate la musulmana! (2024), mentre per Rizzoli sono usciti Il mio migliore amico è fascista (2021) e Italiana, con permesso (2025).

Vicina anche per storia personale al quinto quesito referendario dell’8 e 9 giugno, la fumettista è stata invitata da Fillea-Cgil a misurarsi anche con il tema del lavoro – oggetto dei primi quattro quesiti – producendo una breve opera a fumetti nel corso dell’assemblea nazionale.

Il risultato è appunto Sotto il casco. Uniti oltre i confini, che nello spazio ridotto di appena 8 tavole evidenzia con grande immediatezza il collegamento più che diretto tra le due tematiche, considerando quanto la precarietà del lavoro interessi le persone straniere che da anni vivono e lavorano in Italia.

Lavoratori e lavoratrici dell’edilizia, ma anche dell’agricoltura, arrivati nel nostro Paese per assicurare un futuro a sé stessi e alla propria famiglia sono costretti a subire condizioni di sfruttamento, come il caporalato, condannati a una situazione di totale ricattabilità per l’incertezza legata ai loro documenti.

Le maglie strettissime e insensate della legge Bossi-Fini, che ancora regolamenta l’accesso al mondo del lavoro per le persone di origine straniera, rappresentano tuttora un ostacolo spesso insormontabile per chi aspira a lavorare regolarmente in Italia, producendo fragilità non solo economica ma esistenziale.

“Io amo l’Italia. È la mia casa, il mio futuro”, scrive nel fumetto Takoua Ben Mohamed. “Ma come si può amare una casa che ti nega perfino la dignità necessaria per esistere in questo mondo?”: una verità talmente palese da poter essere raccontata con la massima efficacia in appena una dozzina di tavole.

Da qui l’invito dell’autrice a sostenere le persone di origine straniera nella loro lotta per una vita e un’occupazione dignitose: con le manifestazioni e gli scioperi, ma anche con il voto, che nel caso del referendum unisce concretamente due diritti fondamentali ancor oggi negati a troppe persone.

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