Perché la pace è bella.

La prima volta che sono stata sul Gran Sasso sono rimasta totalmente estasiata. Fotografavo anche i fili d’erba e non smettevo di dire “che bello”, “che bello”, “ma è bellissimo!”

Mi ha aperto il cuore, ci ha messo dentro un sacco di bellezza e da lì tutto è cambiato. Le mie intenzioni, i miei obiettivi, le mie priorità. Sapevo che il Pianeta stava soffrendo e io volevo fare qualcosa per prendermene cura.

Così, qualche tempo dopo ho fondato Inspire, perché volevo fare la mia parte. Volevo difenderla, tutta quella bellezza, che per me assomigliava tanto a una poesia, a una sinfonia di Vivaldi o alle opere di Michelangelo, ma che in realtà era venuta prima e senza la quale tutto il resto delle Meraviglie umane non sarebbero state (ne saranno) possibili.

“La bellezza della Terra è una campana per la mindfuleness”: così Thich Nhat Hanh e Sister True Dedication (due delle mie ispirazioni più influenti nella vita e nella pratica) aprono un libro rivoluzionario, che consiglio a tutti, Lo zen e l’arte di salvare il Pianeta.

Proprio come la campana tibetana suona per aiutarci a rimanere – o tornare – nel presente, così la bellezza della Terra ci invita a tornare nel qui e ora. Ci ricorda che possiamo godere di tutta la bellezza e l’abbondanza che il Pianeta ha da donarci solo se viviamo nell’adesso. Solo se ci riconnettiamo al corpo, grazie al quale possiamo fare esperienza di questa vita, che sta accadendo in questo momento e che poi non tornerà più.

Attraverso il corpo – la vista, l’udito, l’olfatto, il tatto, il gusto – abbiamo innumerevoli possibilità di riconnetterci al presente, fare esperienza di quello che c’è. Un’esperienza fatta di forme, colori, suoni, consistenze e sapori, che dialogano con il nostro cervello senza stressarlo, senza richiedergli di interpretare niente, ma solo donando autenticità, e rilasciando in modo utile e salubre dopamina, endorfina e ossitocina.

Il nostro corpo è natura e questo lui lo sa, spontaneamente. E più a contatto con la natura si trova, più si anima e si sente a casa – e danza di gioia. Nelle neuroscienze si dice che quello che si attiva insieme, si connette insieme (what fires together, wires together).

Il corpo in natura si attiva, si connette e ritrova se stesso. E così con la bellezza. Una bellezza che non giace in uno standard che giudica tutto il resto e ne decreta la validità, ma nella gioia del sentirsi bene, di esprimersi liberamente e sperimentare la pace.

Ad oggi, sono più di 10 anni che cerco il modo più efficace per trasmettere alle persone l’importanza di vivere in modo più sostenibile (non solo a livello ambientale, ma anche personale) e portare consapevolezza nella propria vita – e ancora non ho trovato nulla di più potente dello stare in natura. Passarci il tempo, senza cercare di adattarla a se stessi o a standard irrealistici, ma facendone esperienza per quella che è.

Le neuroscienze parlano sempre più chiaro: stare in natura attiva le stesse parti del cervello che si attivano quando interagiamo con qualcosa di bello, che ci dà piacere, come ad esempio un’opera d’arte.

Nello specifico, parlo della corteccia orbitofrontale e il nucleo caudato.

La corteccia orbitofrontale è coinvolta nei processi decisionali – come agire rispetto a un determinato stimolo -, nella regolazione emotiva – l’aggressività, la rabbia o l’odio, ma anche l’empatia e l’amore -, nell’elaborazione della ricompensa – dunque il sentirsi o meno appagati e soddisfatti – e nella comprensione delle norme sociali – quindi la capacità di convivere o meno con gli altri.

La corteccia orbitofrontale comunica infatti anche con l’amigdala, colei che decide se uno stimolo è una minaccia o meno. Se la risposta è “sì”, allora la Sentinella Amigdala attiva le risposte di combattimento, fuga o immobilizzazione (fight, flight o freeze).

Ovviamente, un’amigdala sempre più “imbruttita”, stressata, abituata a dire “sì, è una minaccia”, finirà per non sentirsi mai al sicuro e entrare (se non rimanere costantemente) in protezione. E, si sa, lo stare in difensiva genera muri, non costruisce ponti.

Collegato all’amigdala è anche il nucleo caudato che, tra le varie, si attiva quando c’è in ballo il sentimento dell’amore. Guarda caso, si attiva anche quando facciamo esperienza di un’opera d’arte che ci dà sensazioni che definiremmo “positive” e quando stiamo in natura.

L’arte, quindi, ci permette di attivare zone del cervello legate al piacere e alla bellezza (nel senso di pace, amore e gentilezza), motivo per cui, ad esempio, l’arte terapia è così preziosa e potente nel migliorare il benessere di individui e comunità. L’arte è un bisogno umano potente, che riguarda il benessere, l’espressione di sé, la connessione con l’altro, la catarsi e l’educazione.

La natura, in quanto madre di tutte le “cose”, è un po’ un upgrade.

Stare a contatto con la natura (fosse anche il parco dietro casa) non solo ci permette di fare tutto quello che l’arte veicola, ma, coinvolgendo tutti i sensi, ci permette di immergerci nella vita, nell’esperienza totale di noi stessi, profondamente interconnessi a tutto il resto.

L’amigdala si quieta, il cortisolo (l’ormone dello stress) cala – e quindi anche l’ansia -, migliora la funzionalità delle Cellule Killer (in grado di combattere cellule infette da virus e cellule tumorali), il sistema cardiaco si regola, abbassando la pressione e migliorando la circolazione sanguigna, la qualità del sonno migliora, la concentrazione anche.

Per via del movimento che spesso deriva dallo stare in natura (anche solo il camminare), porta anche alla produzione di endorfina, serotonina e dopamina, gli ormoni della felicità, della ricompensa, del benessere e della soddisfazione.

Insomma, porta pace, serenità e un senso di bellezza di vivere che nient’altro riesce a portare – forse per il semplice fatto che, tutto il resto, deriva dalla natura.

Chissà se ad oggi Maslow metterebbe lo stare in natura alla base della sua piramide dei bisogni dell’uomo.

Nella nostra società, nelle nostre città e nelle nostre quotidianità, che sono tutto fuorché biofiliche, appare sempre più chiaro quanto sia fondamentale per l’uomo trascorrere tempo in natura, stare a contatto con questo tipo di bellezza. Una bellezza che ha a che fare con la gioia di vivere, lo stare in salute e il saper stare in armonia con ciò che ci circonda.

La salute mentale, fisica ed emotiva di tutti noi – e dunque una vita che sia fatta di pace nel senso più letterale del termine – dipende ineluttabilmente dall’ambiente che ci circonda. Un ambiente che deve essere fatto di alberi, erba, acqua, stelle, luna, sole, nuvole, pioggia, fuoco, frutti della Terra, linee morbide, luci naturali, riposo, connessione. Non ci sono alternative.

Così come il bisogno di appartenenza e tanto quanto respirare, bere e mangiare (che, guarda caso, sono bisogni che senza natura non possono essere soddisfatti), lo stare in Natura è un bisogno primario.

A forza di non soddisfarlo, generazione dopo generazione, la nostra società se ne sta dimenticando. Ma il nostro cervello e il nostro corpo se ne ricordano bene, sempre più stressati, tristi, ansiosi, impauriti, frustrati, arrabbiati, incapaci di mantere l’attenzione, alienati. Un’amnesia generazionale, che non ci permette di ricordare cosa significa davvero stare bene, essere ricchi, generare abbondanza, crescere, evolvere, svilupparci.

Per fortuna ogni momento è buono per cambiare rotta e ricordarcelo. Per portare cose belle nella nostra vita. Per fare la pace e non la guerra.

Come ci insegna la mindfulness, il momento è ora, indipendentemente da ciò che è stato fino ad adesso.

E quindi, c’è poco da fare, l’esercizio con cui vi lascio questo mese è quello di procurarvi una dose di contatto con la natura almeno una volta a settimana. Ci vuole intenzionalità e bisogna superare il pensiero limitante di non avere tempo. Perché il tempo ce l’abbiamo tutti, sta a noi scegliere cosa farci.

Per iniziare, possiamo usare delle piccole scorciatoie:

  1. Ascolta suoni naturali: puoi utilizzare app o registrazioni di suoni della natura durante il lavoro o prima di dormire.
  2. Esponiti alla luce naturale: passa del tempo all’aperto, specialmente al mattino, esponendoti il più possibile al sole e alla luce naturale.
  3. Respira aria pulita: fai passeggiate in parchi o giardini, anche per pochi minuti al giorno.
  4. Inizia dall’ambiente domestico arricchendolo con piante verdi e fiori, di cui prenderti cura.

Sento però il dovere di dire che questo non basta, non per raggiungere i traguardi di cui abbiamo parlato. È un inizio, “ci mette una pezza”, ci aiuta a cambiare direzione.

Ma per poter godere dei benefici dello stare in Natura (che poi sono i benefici dell’essere umani e vivi) bisogna stare in natura. Proprio come per fare la pace bisogna fare la pace.

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