NO F-35

Mi raccontava un amico, anni fa, del successo editoriale di un libro di 200 pagine, che andò letteralmente a ruba, a una fiera editoriale nei Paesi baschi. Il libro si chiamava Inteligencia militar. Le 200 pagine erano bianche.

di Angelo Miotto

C’è molto di questa intelligenza militare, ma anche politica, nella questione ormai annosa degli F 35. L’opinione pubblica, grazie a una vigorosa campagna informativa che ha avuto successo e alla crisi, che rende ancora più evidente quanto sia insensato spendere miliardi per armi mortali – che non funzionano bene, ma questo non è il punto -.

Eppure quel che arriva dai cronisti parlamentari è questo: il ministro della Difesa Mauro se li tiene stretti stretti e ricorda a tutti i partiti che in altro ordine lo votarono a suo tempo. Nel governo c’è chi, il ministro deglio affari regionali Del Rio, parla di spesa inutile. e Pippo Civati del Pd che – rimanendo alle cronache suddette – cerca la mediazione. Ci pensiamo, agiamo in Commissione e poi facciamo un regalo agli italiani a settembre.

tagliaIeri pomeriggio  a Montecitorio la manifestazione, proprio nel giorno in la Camera dei deputati iniziava a discutere una mozione che chiede la cancellazione della partecipazione italiana al programma dei cacciabombardieri F-35 Joint Strike Fighter, firmata da 158 parlamentari di SEL, PD e M5S. Come ci ricorda un articolo di Sbilanciamoci, la campagna “Taglia le ali alle armi’ sostiene questa nuova iniziativa parlamentare e tutte quelle che si renderanno necessarie per bloccare una scelta sbagliata e dannosa.

Non ci sono clausole che obblighino l’Italia a eventuali risarcimenti, c’è – non è inutile ripeterlo – invece l’obbligo morale di continuare a lottare perché i 14 miliardi di euro per comprare (e gli oltre 52 miliardi per l’intera vita del programma) un aereo con funzioni d’attacco debbano essere spesi per quello di cui davvero abbiamo bisogno, dalla scuola agli anziani, al welfare distrutto dagli impegni sottoscritti con il nostro sangue in un atto di puro vassallaggio alle nuove entità europee che ci hanno infilato in Costituzione il pareggio di bilancio.

Ci vorrebbe di più. Finirla una buona volta di replicare che i sogni sono utopie, quando si parla di affermare una propria linea di azione fedele alla Costituzione e una linea politica di buon governo che dica al mondo che la ricerca, lo sviluppo, lo stato sociale meritano quegli investimenti, non certo un piano per cacciabombardieri che si inserisce nel grosso e unto meccanismo delle commesse militari.

Non è solo un progetto che va raso al suolo, è una mentalità, cercando di far prevalere una nuova visione di futuro.

Riportiamo i link utili per firmare ancora l’appello, e i link per in formarsi sulla questione.
Diffondeteli, questo è la nostra ‘guerrilla’, quella del far girare le informazioni e il dissenso nella rete.

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