Egitto, alta tensione

Riceviamo e pubblichiamo, con preghiera di diffusione, dagli amici di Music for Peace

Martedì 2 luglio 2013 – 11° giorno

 

Undicesimo giorno di missione. Decimo in Alessandria. Nella notte il Ministro degli Affari Esteri Egiziano si è dimesso. Come ogni mattina: giù dal letto, indossiamo i vestiti e scendiamo in strada. Attendiamo Gino. Saliamo in macchina. Arriviamo in porto. Controllo passaporti. Percorriamo le scale e siamo davanti all’ufficio dei Mukabarat. Lo stesso uomo esce dalla porta scuotendo da subito la testa. La macchina categoricamente deve rimanere nel porto. Egli continua ad affermare che la nostra Ambasciata e Consolato non hanno mai inviato questa richiesta. Il Ministero Egiziano non ha mai ricevuto nulla dalla parte italiana. Stefano è al limite della pazienza. Guarda dritto negli occhi l’uomo e domanda se è sicuro di quanto sta affermando. Egli risponde in maniera positiva. D’accordo. Vogliono battaglia e battaglia avranno. L’Intelligence agisce attraverso parole senza presentare documentazione alcuna. Noi faremo esattamente il contrario. Scendiamo e ci rechiamo nell’ufficio del nostro amico Gino. Diamo inizio a un infinito giro di telefonate. Richiediamo al Dott. Fava di poter disporre delle Note Verbali e di tutta la documentazione inviata al Ministero Egiziano comprensiva di vidimazioni e date. Attendiamo qualche minuto davanti ad un pc con la nostra posta aperta. Ecco la mail. Apriamo e stampiamo. Riordiniamo e pinziamo i fogli. Torniamo velocemente all’ufficio dell’ Intelligence. La scale sembrano non terminare mai. Ci siamo. Stefano apre tutto il carteggio relativo alla nostra carovana davanti all’uomo di cui non è possibile sapere il nome. Prima parte: invio della documentazione (passaporti dei volontari, bolle dei sei container e dei due mezzi al seguito, numeri identificativi di contenitori, macchina e ambulanza) da parte dell’Ambasciata Italiana al Ministero degli Affari Esteri Egiziano in data 26 MAGGIO 2013. A seguito di questo invio l’istituzione egiziana risponde inviando una Nota Verbale con il permesso di transito per le persone componenti lo staff di missione e per tutti i materiali, compresi i mezzi. L’uomo dell’ Intelligence scuote la testa. Dice che questo foglio non ha nessun significato, è vecchio. Inoltre a lui risulta che il suo Ministero non abbia ricevuto nulla. Stefano continua nell’illustrare i papiri in nostro possesso. Seconda parte: Nota Verbale dell’Ambasciata Italiana inviata, in data 1° Luglio 2013, al Ministero Egiziano. Nella lunga missiva si può apprendere la specifica che la macchina è parte integrante del carico umanitario nonostante non sia ancora attrezzata al trasporto di persone disabili. Questo foglio viene preso dalle mani di Stefano. L’ uomo scompare per alcuni minuti. Torna fuori. Scuote ancora la testa. Con un sorriso che traspare appena comunica che ha parlato, adesso, con il Ministero degli Affari Esteri e che questi ultimi sono all’ oscuro di tutto. Non hanno mai ricevuto nulla e pertanto la macchina può considerarsi materiale da lasciare in porto. Il permesso non arriverà mai. Basiti della notizia contattiamo nell’ immediato il Dott. Fava. Raccontiamo quanto abbiamo appreso. Anch’ egli rimane interdetto. Si domanda come sia possibile che l’ Istituzione non abbia contattato in primis la rappresentanza del Governo che ha inviato tale richiesta. “ Ho necessità di effettuare alcune telefonate, vi richiamo appena mi sarà possibile ” queste sono le parole con cui il rappresentante della nostra Ambasciata termina la comunicazione. Ci congediamo dall’ Intelligence promettendo che se dovessimo mai abbandonare il mezzo all’interno del porto non lo lasceremo integro, ma lo distruggeremo. Il telefono squilla. E’ nuovamente il Dott. Fava. Egli dice di non dar fede a quanto comunicato dagli uffici del porto perché oggi il Ministero è interamente chiuso. Nessuna persona ha raggiunto i locali governativi a causa dei disordini presenti nelle città. Inoltre è necessario attendere che l’ istituzione egiziana risponda in via ufficiale all’ Ambasciatore, il quale si sta occupando, da giorni in prima persona, al nostro caso. Siamo in minima parte rincuorati dalla notizia. Abbiamo ancora qualche speranza a cui aggrapparci per portare via interamente il carico. Torniamo in stanza. Siamo nell’atrio dell’albergo quando nuovamente il trillo del cellulare blocca il nostro cammino. L’Ambasciatore Maurizio Massari. Riceviamo raccomandazioni infinite e precise. In queste ultime ore la situazione sta via via peggiorando. Inoltre egli afferma che domani mattina interverrà personalmente al fine di comprendere se esiste una possibilità di soluzione alla problematica inerente all’ autovettura. Qualora il bandolo si sciogliesse saremo pronti a partire nell’immediato, in caso contrario ci vorranno ancora giorni di fermo. In un attimo il cielo è buio. E’ sera. Le strade si popolano di nuovo. Stesso palinsesto di ieri: cortei, bandiere, trombe, scoppi in lontananza, clacson. E’ di nuovo il caos. Ad ora si sono dimessi dal Governo Egiziano i ministri: del turismo, dei rapporti col parlamento, delle telecomunicazioni, dell’ambiente, delle risorse idriche, degli affari esteri e pare della difesa. Inoltre hanno presentato le dimissioni i due portavoce della presidenza e il premier ha messo a disposizione il suo mandato nelle mani del Presidente stesso. Ore 20:45 apprendiamo notizia di due vittime a Giza e di scontri a fuoco ad Hamada, nella periferia di Alessandria. Alle 21:00 Morsi parlerà a reti unificate alla Nazione. Restiamo in attesa ancora. Non sappiamo cosa accadrà nel Paese. Il nostro volere è quello di andar via di qua.

 

Cittadini del Mondo

 

Lunedì 1 luglio 2013 – 10° giorno

 

E’ luglio. La notte è trascorsa accompagnata da scoppi e trombe da stadio. Fino all’alba le persone hanno cantato alla caduta del governo. Alcune ore di tranquillità. Alessandria si risveglia come se nulla fosse. Solita routine quotidiana. Spese, lavoro, coda al benzinaio… noi prendiamo la direzione del porto. Speriamo che qualcosa possa essersi mosso, ma in cuor nostro la risposta l’abbiamo ed è negativa. Solito giro d’uffici. Facce stanche, per la notte appena trascorsa. Siamo nuovamente attaccati ai telefoni. Ambasciata, Consolato, Croce Rossa Egiziana e Ministero degli Esteri Egiziano.Tutti sono allertati e ognuno collabora al fine di raggiungere l’obiettivo: la partenza della carovana alla volta della Striscia di Gaza. La storia del permesso meriterebbe la stesura di un libro giallo. Non riusciamo assolutamente a comprendere cosa stia accadendo all’interno dell’ ufficio dell’ Intelligence del porto. Torniamo nel centro della città. Sporadicamente qualche macchina agghindata a protesta sfila per le strade. Il presidio nelle piazze, in tutte le città dell’ Egitto, continua. “Get out Morsi” incitano alcuni. Clacson, trombe. Nulla di più. Alle 15:00 apprendiamo che il Ministero della Difesa Egiziano ha divulgato un comunicato. Entro 48 ore, qualora non si raggiunga un accordo che possa accontentare l’intera popolazione egiziana, sarà l’ esercito a prendere in mano le sorti  per riportare l’ ordine nel Paese. Trascorrono circa quaranta minuti e le persone si riversano a fiumi per le strade. Numericamente non siamo lontani alla situazione di ieri .Fischietti, slogan, cartelli, volantini, striscioni, bandiere, clacson. Il clima è quello di un Paese in festa. “Get out Morsi – Get out Morsi” non si sente altro. Scendiamo in strada e percorriamo qualche via. Dopo aver terminato la giornata lavorativa famiglie, uomini, ragazze e ragazzi sono di nuovo in piazza. Fuochi d’artificio. Laser verdi e rossi. Qui si festeggia un qualcosa che non si è ancora ottenuto. Parlando con le persone abbiamo un’altra notizia. Hazem Abu Esmaeil, esponente dell’ ala islamica più dura e radicale, ha affermato che nel momento in cui sarà l’esercito a prendere il potere la “Guerra Santa” sarà aperta. La parte estremista degli Islamici sarà pronta a combattere. Non è un bel presagio. Qui serve la pace. Non è un bel presagio, ma le persone qui festeggiano. Riflettendo su quanto potrà accadere torniamo in stanza, sempre più convinti che la partenza per Gaza debba avvenire entro massimo due giorni. Abbiamo la speranza che anche le autorità egiziane possano comprendere questa necessità. Salam ed Inchallah…

 

Cittadini del Mondo

DAL DIARIO DI BORDO DEL 30-06-2013 ” Qui intanto i cortei non hanno fine. Le persone sembrano anzi aumentare. La promessa dei manifestanti, degli oppositori al governo, è quella di restare in piazza fino alla caduta del Presidente. Anche questa notte non sarà semplice affatto. Il giorno in cui potremmo partire per Gaza speriamo solo che possa essere vicino. Salam… ”

ore 16:02 ALESSANDRIA D’EGITTO

Il corteo continua a crescere. Le persone confluiscono da ogni dove e da ogni via. In Alessandria, si contano all’incirca 3 milioni di persone. Famiglie, bambini, anziani, disabili. Tutti con bandiere e stemmi dell’Egitto. L’immagine del presidnete Morsy troneggia schermata da una X rossa. Sea Street, luogo in cui ci troviamo, in questo momento vi è un fiume di teste inquantificabili.

30 Giugno – ore 14:18 – Alessandria d’Egitto

Apprendiamo da fonti locali che le persone in strada nella sola Alessandria sono già almeno 2 milioni. Dal luogo in cui ci troviamo possiamo chiaramente vedere un fiume composto da persone. Sea Street, la via principale della città, è già chiusa al traffico e per la maggior parte occupata. L’assembramento doveva avvenire alle ore 17:00, pertanto ci attendiamo che le presenze aumenteranno in maniera esponenziale.

Istantanea 2 (27-06-2013 19-45)

 

28 giugno 2013 – Alessandria d’Egitto

La missione umanitaria di Music for Peace è bloccata ad oggi nella città di Alesandria d’Egitto. I volontari dell’associazione sono costretti al momentaneo stallo perché le autorità del porto hanno negato l’uscita di un’autovettura facente parte del carico destinato alla popolazione della Striscia di Gaza.

A causa di questo rallentamento lo stop è stato inoltre decretato per la situazione attuale in terra egiziana. La popolazione civile è spaccata tra due fazioni: pro e contro Morsi. Entrambe le parti hanno dichiarato la discesa in piazza e scontri certi. La possibilità è che tutto si tramuti in una guerra civile.

Stefano Rebora, Valentina Gallo Afflitto; Alvaro Gando, Claudia d’Intino e Sandra Vernocchi, i volontari di Music for Peace, stanno monitorando la situazione delle proteste, adesso sono circa 15.000 le persone agglomerate nel luogo di concentramento sulla via principale della città. Alessandria è militarizzata. Elicotteri da combattimento sorvolano le strade a bassissima quota tenendo sotto controllo la situazione. Esercito e carri armati occupano postazioni strategiche. Il 26 giugno sono morte due persone al Cairo e 160 sono stati i feriti. Continuano disordini e scontri per tutto l’Egitto. I ragazzi di Music for Peace hanno necessità di lasciare il prima possibile Alessandria alla volta del confine di Rafah. Confidiamo nella divulgazione massima di questa notizia affinché Istituzioni preposte e Governo passano spingere e collaborare al fine di una subitanea partenza con destinazione Striscia di Gaza.

Per informazioni  +20.010.92.78.86.04



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