Mediattivismo con Libera

A Paganica, dal 16 al 23 luglio 2013, un campo di volontari lavorerà alla trasparenza dei processi di ricostruzione e di comunicazione a quattro anni dal terremoto che ha sconvolto L’Aquila

di Libera – Associazione, Nomi e Numeri contro le mafie

Una ventina di secondi. Tanto è durata quattro anni fa, il 6 aprile del 2009, la scossa di magnitudo 6.3 che alle 3:32 devastò L’Aquila e provincia, provocando 309 morti, circa 2.000 feriti. I numeri complessivi rendono meglio la dimensione della tragedia: insieme alle 309 vittime ed ai circa 2000 feriti, oltre 67mila sfollati, 23mila edifici danneggiati, oltre 600 milioni di euro di danni alle aziende.

A quattro anni da quei venti secondi di terrore e di morte sono ancora tante le crepe nella ricostruzione: crepe nelle risorse economiche impegnate e ancora da spendere, crepe nel territorio ancora danneggiato, crepe nella vita delle famiglie. Oggi, in molti vorrebbero rimuovere questa memoria, archiviare ciò che è accaduto. Sarebbe un tragico errore, oltre che un insulto a chi ha sacrificato la propria vita mentre affaristi e pseudo imprenditori ridevano al telefono. Sin dalle prime ore come Libera siamo stati impegnati i quei luoghi a portare solidarietà concreta, impegno, attenzione insieme ai tantissimi volontari provenienti da tutta Italia. E insieme alla solidarietà come Libera abbiamo accesso i riflettori sugli affari della Ricostruzione denunciando con analisi dettagliata e documentata un prima ed un dopo il 6 aprile.

GUARDA IL VIDEO THE RED ZONE, DI GIANLUCA CECERE, SULLA MANCATA RICOSTRUZIONE DELL’AQUILA

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Perché la scossa che alle 3.32 ha devastato l’Aquila non ha prodotto solo lutti e macerie. Ha spazzato via anche quel velo di ipocrisia che copriva chi si ostinava a parlare ancora di Abruzzo isola felice. E già nella prima emergenza e nei primi mesi del post terremoto, è emerso chiaramente che la regione era impreparata e disarmata per affrontare i nuovi rischi che gli si ponevano davanti. Le inchieste della magistratura, le prime sentenze dei processi, le intercettazioni hanno dimostrato che le nostre denunce non erano infondate e che la storia delle infiltrazioni criminali, delle cricche, dei comitati d’affari e della corruzione nel terremoto dell’Aquila non è ancora conclusa.

Dopo quattro anni continueremo a vigilare e non dimenticare. Continueremo a lavorare per rompere i silenzi con il coraggio della denuncia seria, documentata che sarà affiancata dalla forza della proposta che insieme alle forze dell’ordine, alla magistratura, e quella parte trasparente delle istituzioni, cittadini e associazioni dobbiamo portare avanti. Un atto dovuto, un atto d’amore e di rispetto per quella meravigliosa terra e per le tante persone che non ci sono più. Vogliamo una ricostruzione pulita e lo dobbiamo a quanti sono rimasti sotto ad edifici costruiti con sabbia di mare o con cemento scadente. E nell’anniversario della tragedia, a quattro anni da quelle tragiche giornate pensiamo sia fondamentale capire cosa sia realmente successo in quel territorio prima, durante e dopo il terremoto. Per questo come Libera organizzeremo il secondo campo nazionale di mediattivismo a Paganica presso la Polisportiva Paganica Rugby dal 16 al 23 luglio 2013. Il campo accoglierà 30 volontari provenienti da tutta Italia per approfondire insieme cosa è stato raccontato dai mezzi di comunicazione ufficiale e cosa (e come) gli abitanti abruzzesi hanno raccontato in quella situazione di emergenza. La conoscenza per continuare a coltivare la speranza di un cambiamento possibile, di una sfida che si può vincere, nonostante tutto. Se c’è una lezione del dopo terremoto che ancora non è stata tratta dalla classe dirigente di questo Paese, a cominciare da quella politica, è forse proprio questa: l’ambiente, il territorio, le nostre città, l’identità di una comunità sono risorse strategiche dell’Italia, che non possono essere lasciate impunemente in mano a chi le saccheggia per trarne profitto.

CAMPO DI MEDIATTIVISMO

Premessa

L’epoca in cui viviamo è quella maggiormente influenzata dalla comunicazione. I mass media tradizionali sono oggi affiancati da una rete sempre più inclusiva e capillare. Ogni strumento classico della comunicazione (documentari, libri, foto, articoli, saggi, ecc.) può, oggi, essere prodotto e messo in condivisione su internet consentendo la nascita di molteplici gruppi di interesse. E’ evidente come, questo cambiamento influisca sul modo di fruire le notizie e sui tempi di produzione delle stesse. Oggi la diffusione sempre più ampia di dispositivi (Android, Iphone, ma anche macchine fotografiche videocamere, tablet, ecc.) capaci di produrre comunicazione e l’ampliamento degli strumenti mediante i quali si possono diffondere le informazioni (tutte le piattaforme presenti su internet, con i loro linguaggi, i loro tempi e i loro target di riferimento, senza addentrarci nei social network) trasforma gli utenti da passivi ad attivi. I destinatari del flusso di informazioni oggi possono condividerle, commentarle, utilizzarle per proprie opere intellettuali (citando le fonti), non è richiesta una fruizione passiva e fredda, ma attiva e calda, partecipe. Si moltiplicano quindi le idee, i concetti, le informazioni e le produzioni multimediali atte a raccontare la realtà che stiamo vivendo. Questa fase di grande cambiamento è affidata al puro spontaneismo degli utenti, crescendo e maturando senza punti di riferimento etici e pratici (si pensi al cyberbullismo, ai tanti casi di violazione della privacy ma anche alle tante bufale create e diffuse sulla rete). Non basta quindi avere gli strumenti giusti per produrre e diffondere informazione per trasformare il flusso di notizie in una maggiore consapevolezza e responsabilità.

Il campo di mediattivismo

Fornire strumenti etici e tecnici per fare una comunicazione efficace per promuovere il cambiamento è l’obiettivo del campo di mediattivismo. Il campo nasce con l’intento di sopperire a questa lacuna cercando di fornire ai volontari del campo tutti quegli strumenti che possano essere utili nella produzione di notizie fornendo approfondimenti sulle diverse tecniche – web, radio, video, scrittura, grafica, fotografia – attraverso workshop e tavole rotonde. Con questa finalità al campo partecipano, come relatori, esperti nei diversi settori del mondo della comunicazione e del giornalismo, tecnici che indirizzeranno la passione e la voglia di fare informazione dei volontari verso una professionalità etica ed estetica. La presenza di questo tipo di relatori è importante anche per illustrare i punti deboli del sistema tradizionale dell’informazione in Italia. Non si tratta di formare e preparare dei giornalisti ma di fornire a chi vuole produrre un cambiamento sociale o politico gli strumenti giusti per fare comunicazione.

A chi è indirizzato

Il campo è indirizzato a giovani e meno giovani impegnati socialmente e che hanno l’interesse per la comunicazione e l’informazione.

Durata dell’esperienza formativa

La formazione dei partecipanti al campo si svilupperà in due anni. Il primo anno si affronteranno e approfondiranno le teorie e le tecniche utilizzate da chi quotidianamente lavora nell’informazione. Il secondo anno sarà dedicato alla pratica, alle esercitazioni e al perfezionamento degli strumenti da utilizzare. Nello specifico si affronteranno le seguenti discipline e i seguenti temi:

  • –      Scrittura: le battute e gli elementi principali di un testo di giornalismo (le cinque W). Come si scrive un testo per il web, per un quotidiano, per la radio, per un video. Come si prepara un’intervista. Il lavoro redazionale e l’approfondimento per coprire un’iniziativa.
  • –      Video: diversi tipi di telecamere e di formati video. Come si fa un’inquadratura corretta, l’uso dello zoom e della panoramica. Il montaggio, studio dei diversi tipi di montaggio esistenti (campo e controcampo, montaggio delle attrazioni, montaggio in macchina). Come si renderizza un video e come si mette on line.
  • –      Fotografia: gli elementi che caratterizzano una fotografia giornalistica. Come si decide l’inquadratura. Come e perché si utilizzano i programmi di fotoritocco.
  • –      Grafica: la storia dell’impaginazione grafica (dai volantini ai loghi, dalle pubblicazioni alle etichette dei prodotti). Quali programmi di grafica utilizzare e come. Gli elementi per una buona realizzazione grafica.
  • –      Web: capire internet studiando le sue potenzialità e i suoi rischi. Difendere la privacy, il copyright e il copyleft, i programmi open source, il creative commons. Imparare a cercare sul web. Nozioni sul codice html, sul ftp e su come si costruisce e gestisce un sito.
  • –      Radio: gli elementi per una buona radio. Come si parla e si comunica attraverso la radio, quali strumenti servono e quali errori si possono verificare. Il montaggio audio e la messa in condivisione dei propri lavori.

Finalità

Al termine dell’esperienza formativa i partecipanti potranno essere in grado di coprire mediaticamente eventi di diversa natura (dalle conferenze alle manifestazioni, dai seminari ai raduni saranno in grado anche di strutturare campagne di comunicazione da loro ideate). I partecipanti saranno in grado di lavorare in gruppo dividendosi le diverse responsabilità e compiti o di lavorare da soli scegliendo il mezzo di comunicazione più appropriato per raccontare l’evento che vogliono coprire.

Verifica

Durante il campo è prevista la realizzazione di diverse trasmissioni radiofoniche che saranno condivise in podcast. Saranno scritti diversi articoli sulle giornate del campo e sarà realizzato un manuale dove verranno raccolti gli interventi dei diversi relatori. Saranno realizzate diverse gallerie fotografiche e diversi video al fine di perfezionare quanto acquisito durante il corso e di raccontare l’esperienza vissuta. Sarà ideato uno spot video per rilanciare il campo gli anni successivi. Saranno impaginati due numeri di una rivista speciale pensata per il campo. Alla fine del campo i partecipanti avranno la possibilità di partecipare a un campo di volontariato di E!State Liberi (diverso da quello appena concluso) per raccontare, attraverso le tecniche acquisite, la vita del campo e il lavoro sui beni confiscati.



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