Portogallo, evanescenza di uno Stato

La borsa di Lisbona ha ceduto di schianto, i rendimenti dei titoli di stato decennali sono aumentati, in un sol giorno, di 130 punti base. Tutti i meccanismi studiati a Francoforte e Bruxelles sono inefficaci.

di Nicola Sessa, da Berlino

Nella macabra scommessa su quale paese dell’eurozona morisse per primo la Grecia ha raccolto gran parte delle puntate. Tutti gli occhi erano rivolti su Atene, che come un piccolo naviglio senza motore prova ad attraversare la procella. Pochi, pochissimi hanno rivolto lo sguardo oltre le colonne d’Ercole, verso il Portogallo, così periferico e lontano da Bruxelles. Solo un orecchio più sensibile ha potuto ascoltare il crepitio, lo schioccare lento e inesorabile di uno Stato evanescente che sta scomparendo. Le dimissioni del ministro del Tesoro e di quello degli Esteri hanno provocato una falla ingestibile nel governo di Pedro Passos Coehlo. Il prestito di 78 miliardi concesso dalla Troika in cambio di misure forse anche più dure di quelle adottate da Atene è diventato un fardello insostenibile: le città lusitane si svuotano, i giovani vanno oltreoceano, in Brasile, o nel Nord Europa. Le attività industriali sono congelate, gli scambi commerciali con la Spagna si sono dimezzati, complice anche il disastroso stato di salute di Madrid. Anche l’arte e la cultura, che in Portogallo hanno sempre trovato terreno fertile, si annichiliscono: niente fondi, fuga degli artisti, depressione produttiva.

[blockquote align=”none”]Nel breve documentario che segue – girato a gennaio, a firma di Cecere-Elia-Pozzoli-Sessa – si racconta dell’allarme lanciato da personaggi della società civile portoghese che è rimasto inascoltato: l’impotenza dello stato sociale, la disoccupazione falciante e dati macroeconomici deprimenti sono scritti, pallidi, su un muro il cui intonaco cede rapidissimo sotto i fendenti mortali della crisi.[/blockquote]

 

La borsa di Lisbona ha ceduto di schianto, i rendimenti dei titoli di stato decennali sono aumentati, in un sol giorno, di 130 punti base. Tutti i meccanismi studiati a Francoforte e Bruxelles sono inefficaci: il piano di aiuti da 78 miliardi scadrà a maggio 2014 e fino ad allora, Lisbona non potrà emettere titoli a lunga scadenza, presupposto questo essenziale perché scatti lo scudo anti spread ingegnato dalla Bce: Francoforte non può acquistare titoli a uno e tre anni fino a quando Lisbona non potrà finanziarsi sul mercato dei decennali. Una vera perversione frutto di un insieme di entità nazionali, un mostro senza testa che come Crono – il tempo – sta fagocitando i propri figli.

Portogallo, In Stato di Evanescenza from nicola sessa on Vimeo.



1 comment

  1. Fabio Salvo

    Mi chiamo Fabio, vivo a Lisbona da 3 anni, quindi diciamo che parlo come parte in causa.
    Non capisco per quale motivo c’è, da parte dei media italiani, da qualche tempo, questa voglia di raccontare il Portogallo come non è. Reportage come questi sono faziosi e raccontano la realtà in maniera sbagliata.

    L’obiettivo è quello di raccontare un paese in frantumi, a prescindere che sia vero oppure no, ma perchè? Lo si capisce dallo stile usato, bianco e nero, musica da compassione e via una fila di interviste banali e scontate che non dicono assolutamente niente rispetto a quello che non sappiamo già.

    Prendete i testi, togliete la parola Portogallo e potete metterci dentro qualsiasi altro stato, non cambia niente, non c’è nessuna informazione utile.

    La disoccupazione, i cervelli in fuga, la pensione sempre più lontana, i mercati bloccati, perchè far credere che sia una condizione del Portogallo che è in evanescenza? E’ una crisi globale, le stesse identiche cose stanno succedendo in tantissimi paesi, non solo in Portogallo, non solo in Italia.

    Io non nego la crisi, c’è ed è molto forte, ma non capisco il motivo di raccontare così un paese che non è così disperato come il reportage racconta.

    Quando, ad esempio, si racconta che lo stipendio medio in Portogallo è di €600, è vero, forse è addirittura più basso, ma bisogna anche dire che si tratta di stipendio medio, significa che bisogna anche considerare che se si vive in provincia si può vivere in affitto in un villone pagando €3oo al mese.

    Io in Portogallo ci vivo, vedo tantissimi giovani che decidono di venirci a vivere da tutto il mondo, venire quì a fare impresa (cosa impossibile in Italia) e ci riescono, poi vedo i documentari come questo e non mi ci riconosco, viene raccontato il paese dove vivo e non lo riconosco, com’è possibile?

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