No Tap

L’11 agosto, a San Foca, in Salento, manifestazione contro il Trans Adriatic Pipeline, progetto che connetterà Italia e grecia, via Albania, al gas dell’Oriente. Contro la volontà del territorio interessato

Ancora guardia alta contro il terrorismo ambientale: il Salento dice no all’ennesimo scempio sul proprio territorio. E’ prevista domenica 27 maggio, ore 16,00, sul lungo mare Matteotti a San Foca, la manifestazione del comitato NOTAP contro il megagasdotto della Trans Adriatic Pipeline. IL progetto è finalizzato alla costruzione di un gasdotto che connetterà Italia e Grecia via Albania, permettendo l’afflusso di gas naturale proveniente dalla zona del Caucaso, del Mar Caspio e, potenzialmente, del Medio Oriente. È un progetto sviluppato congiuntamente dalla svizzera EGL e dalla norvegese Statoil.

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Il manifesto NO TAP

L’opera in questione rappresenta un enorme pericolo dal punto di vista dell’impatto socio-ambientale. Tre sono i punti fondamentali su cui, da circa un anno, i comitati anti Tap si battono:

  1. evitare una grave ricaduta economica che potrebbe subire un territorio a vocazione prettamente turistica;
  2. non permettere di deturpare un paesaggio di pregio naturalistico, più volte premiato dall’ambito riconoscimento di Bandiera Blu d’Europa;
  3. proteggere il territorio da nuove forme d’inquinamento che andrebbero ad aggiungersi ai già noti casi eclatanti di minaccia ambientale: la centrale Enel Federico II a Cerano e l’Ilva di Taranto.

Questo è il progetto che la Tap intende realizzare e le relative zone d’interesse:

  • l’approdo del GASDOTTO TRANS ADRIATIC PIPELINE (TAP), in località San Foca
  • la centralina di misura fiscale del gas (PRT) in prossimità di Acquarica di Lecce – Vernole
  • un ulteriore gasdotto, passato in consegna alla SNAM RETE GAS, che provvederà a collegare il metanodotto Tap alla rete Nazionale di Distribuzione del Gas.

Le conseguenze saranno terribili: trivellazioni sulla già fragile e corrosa costa, costruzione di una centralina di depressurizzazione con emissioni di gas “in caso di emergenza” a soli 700 metri dal centro abitato, espianto di centinaia di ulivi secolari per realizzare uno scavo di 30 m lungo un tragitto di 25 km, distruzione dei fondali di Posidonia (pianta acquatica protetta). Accanto a queste minacce reali, si temono incidenti come l’esplosione di gas e fuoco avvenuta in Toscana il 18 gennaio 2012: il gas è fuoriuscito a causa di una condotta di metano saldata male e una scintilla ha fatto il resto, determinando lo scoppio.

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