I bambini invisibili

Sono in fuga, sono minori, sono sbarcati in Italia senza un adulto che si prenda cura di loro. E sono, ufficialmente, irreperibili

[author] [author_image timthumb=’on’]https://www.qcodemag.it/wp-content/uploads/2013/06/foto-tessera.jpg[/author_image] [author_info]di Alessandro Ingaria. Vivente. Laureato in giurisprudenza, con un passato di consulente gestionale per imprese profit e non, nel 2008 inizia una rivoluzione esistenziale: da cittadino del mondo, lavora in Afghanistan, in Latino America e in Est Europa, sperimentando soluzioni biopolitiche innovative sulla tematica dei diritti umani. Intensa l’attività creativa, da autore di articoli per riviste e periodici online (tra cui Peacereporter) a ideatore di progetti audiovisivi sull’analisi complessa delle comunità umane odierne. E’ uno dei fondatori del movimento Geronimo Carbonò. www.geronimocarbono.org[/author_info] [/author]

MSNA, un inquietante acronimo che nasconde sparizioni, vite sospese, traffici internazionali di organi, prostituzione e un’insopportabile tentazione di nascondere il tutto sotto un tappeto di generale disinteresse.

I Minori Stranieri Non Accompagnati sono tutti quei bambini e ragazzi che sbarcano sul territorio italiano, a Lampedusa o in altri porti di migrazione, senza la presenza di un adulto che si prenda cura di loro.

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Secondo la normativa italiana, le convenzioni internazionali e il più comune buon senso, la responsabilità e il destino di questi minori dovrebbe essere di competenza dalle istituzioni pubbliche del Paese in cui questi giungono.

Apparentemente, lo stato italiano prende in carico questi minori presso organizzazioni pubbliche e private. Tuttavia, basandosi sugli acritici dati ministeriali, emerge che migliaia di minori divengono improvvisamente irreperibili dopo l’affidamento alle strutture che dovrebbero occuparsi di loro.

Yacoubou Ibrahim, Segretario di A.3.I, Associazione degli Immigrati per l’Integrazione in Italia e componente del Forum dell’Immigrazione del Partito Democratico (presieduto da Livia Turco, da cui proviene anche il neoministro Cécile Kyenge) racconta cosa succede nei casi di MSNA.

Quanti sono i minori scomparsi dall’inizio del 2013?

«Sono circa 800 i  minori non accompagnati, arrivati nell’emergenza nord Africa che, dopo l’affidamento presso centri e strutture di accoglienza, risultano poi essere scomparsi e non rintracciabili». (secondo il report al 30 maggio 2013 del ministero del lavoro gli irreperibili sono 1.418 tra provenienti dall’Africa e non* N.d.R.)

Dove finiscono i minori scomparsi?

« La mia ipotesi è che molti minori non accompagnati sbarcano in Italia, ma la loro meta è un altro Paese dove sanno di trovare familiari a cui si ricongiungeranno. È lo stesso motivo per cui molti nordafricani adulti si rifiutano di lasciare le impronte digitali; non perché potenzialmente già sanno di commettere reati, bensì perché vogliono recarsi in Paesi diversi  rispetto all’Italia. Purtroppo, parte dei minori stranieri che mancano all’appello risultano poi vittima dei circuiti criminali del traffico di organi e della prostituzione».

I minori stranieri non accompagnati a chi vengono affidati?

« La legislazione italiana prevede che i minori stranieri non accompagnati siano affidati a strutture di accoglienza, come case famiglie, che rispondono ad istituzioni di pertinenza territoriali, come i Comuni. Queste strutture sono gestite da organizzazioni del Privato Sociale, non necessariamente previo apertura di un bando, che spesso non hanno l’attenzione e la sensibilità per essere caregiver adeguati di bambini “problematici”. Molti di questi ragazzi dichiarano palesemente false generalità anagrafiche, e dal momento in cui si allontanano dalle strutture di accoglienza, spesso con la collusione degli operatori, sarà impossibile rintracciarli».

Di chi è la responsabilità della scomparsa dei minori?

« Non c’è una responsabilità individuale, c’è la responsabilità di un sistema, di un  Paese che pur avendo aderito alla Convenzione Onu sui diritti dell’Infanzia, non è in grado di garantire un’adeguata qualità della vita per i suoi bambini. Sarebbe compito delle istituzioni vigilare sul funzionamento delle strutture di accoglienza, sarebbe compito dei responsabili delle associazioni assegnatarie delle strutture monitorare l’attività presso le case famiglie dove vivono i minori affidati. Sarebbe obbligo di tutti i cittadini occuparsi dei bambini che in strada sono chiaramente minori non accompagnati, per lo più se dediti ad attività illecite. A Roma sono molti i minori stranieri e senza nome, che spacciano stupefacenti nella stazione Termini.  Per di più quando divengono maggiorenni, le strutture perdono interesse a rintracciare i minori.

Alla domanda di chi sia la responsabilità, io rispondo che la responsabilità è nostra. Per me che sono africano, questi minori che mancano all’appello, come tutti i ragazzi stranieri ed italiani che vivono in condizioni di abbandono o di estremo disagio sociale,  non sono ammissibili in un Paese civilizzato. Tuttavia spero che qualcuno dia risposte concrete. Alla riunione del Forum dell’Immigrazione del Partito Democratico, al termine della relazione sul fenomeno della scomparsa dei minori stranieri non accompagnati, ho chiesto: Abbiamo idea di dove  siano e di cosa sia accaduto a questi minori? Non ho ricevuto risposte».

La normativa italiana prevede che la struttura percepisca un contributo per ogni minore affidato. Come nel caso dei rifugiati, si tratta di un montante di denaro piuttosto consistente e molto appetito da un settore che fatica a trovare nella tutela del debole il reale scopo della propria attività. 

* Dati reperiti nel sito del Ministero del Lavoro all’indirizzo http://www.lavoro.gov.it/md/AreaSociale/Immigrazione/Documents/Maggio13_ReportMSNA.pdf

Il documento è suddiviso per area geografica di provenienza. Colpisce che su 918 minori afghani giunti sul territorio italiano 443 siano irreperibili.



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