Infanzia clandestina

Infanzia clandestina
Di Benjamin Avila, con Natalia Oreiro, Ernesto Alterio, Cesar Troncoso, Cristina Banegas, Teo Gutierrez Moreno
Uscita: 29 agosto 2013

di Irene Merli

28 agosto 2013. Chi ha voluto vedere, chi ha voluto sapere, ha ancora negli occhi le immagini di quelle file di bambini siriani che sembravano addormentati e invece erano morti, dopo l’attacco chimico che ha colpito Damasco qualche giorno fa. Ogni conflitto, purtroppo, ha vittime più innocenti di altre, che non scelgono: subiscono e basta.

Infanzia clandestina, presentato a Cannes nel 2012 e in uscita Italia solo ora, racconta una storia di resistenza alla dittatura vista appunto con gli occhi di un bambino, che sotto i colpi delle violenze e degli ideali ddegli adulti vedrà svanire l’ età’ dell’innocenza.

Nel 1979 Juan ha 12 anni ed è arrivato da poco a Buenos Aires con la sorellina di un anno, dentro un furgone che trasporta noccioline al cioccolato. I suoi genitori sono guerriglieri montoneros, fuggiti a Cuba dopo il golpe di Videla, e rientrati clandestinamente in Argentina qualche mese prima per riprendere la lotta contro il regime. Ma tornare in patria per dei latitanti ricercati dalla giunta militare significa false identità, false occupazioni, rischi continui di essere scoperti. E per Juan significa cambiare scuola, data di nascita e nome: ora si chiama Ernesto, come il Che, e deve ricordarlo sempre perché il minimo errore potrebbe essere fatale per la sua famiglia.

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Cosi in classe è Ernesto Estrada, un allievo come gli altri, arrivato da Cordova a trimestre iniziato. Studia, fa a botte, festeggia il compleanno, va alle gite in campeggio e incontra il primo amore in palestra, vedendo danzare con un nastro la piccola Maria.

A casa invece può essere se stesso, ma assiste alle riunioni segrete e ai canti del gruppo di montoneros dei genitori, alle commemorazioni dei caduti, alle discussioni tese tra sua nonna e sua madre, tra suo padre e l’amatissimo zio e ha un nascondiglio scavato nella parete, dietro le scatole di noccioline, dove sa che deve chiudersi con la sorellina se la polizia segreta venisse a prendere i genitori.

Ma a un certo punto qualcosa si spezza e i due mondi in cui vive entrano in conflitto. Juan perde lo zio in un agguato. Deve scappare anche dalla nuova casa e lasciare per sempre la scuola, Maria, ogni parvenza di esistenza “normale”. Quando  prova a telefonare alla fidanzatina viene aspramente rimproverato da sua madre: ormai è grande e dovrebbe sapere che non si può permettere certe rischiose stupidaggini.

A causa delle scelte ferree e sofferte dei genitori, che hanno deciso di portare anche i figli nella loro lotta, gli eventi precipitano e Juan viene costretto a crescere prima del tempo, a vivere situazioni troppo grandi per lui.

Il suo sguardo attento e senza filtri non giudica ma neppure assolve, ed è lo sguardo bambino del regista. Benjamin Avila è infatti figlio di una desaparecida e scoprirlo nei titoli di coda dà a questa storia sconvolgente il valore della testimonianza.

A Cannes Infanzia clandestina ha avuto 10 minuti di applausi in piedi e nel 2013 l’Argentina l’ha candidato agli Academy awards. Speriamo che nelle nostre sale questo piccolo grande film, che ci dà un punto di vista inedito sulla tragedia di una generazione argentina, non resti una scoperta per pochi.