Bagnara Beach

Il panorama è decisamente desolante. Ma non sembra lo stesso per i tanti che qui continuano a trascorrere le proprie vacanze. Non sembra per i numerosi bagnanti che posizionano il proprio telo e il proprio ombrellone sotto i ruderi. Perché, per tutti ci deve essere un posto al sole. Anche se pericolante

[author] [author_image timthumb=’on’]https://www.qcodemag.it/wp-content/uploads/2013/07/vincenzo-ammaliato.jpg[/author_image] [author_info]di Vincenzo Ammaliato, da Napoli. Da bambino giocava a guardie e ladri con gente che oggi sconta numerosi ergastoli (e che a turno, all’epoca, facevano anche le guardie). Ha iniziato a scrivere perché faceva figo e perché si rimorchia facilmente. Poi ci ha preso con questo mestiere e ha continuato, pur rimanendo marito fedele (perché nel frattempo si era sposato). Da undici anni collabora con Il Mattino, come corrispondente da Castel Volturno. È coautore del documentario La Domitiana. Ha collaborato alle realizzazione di reportage televisivi in Kosovo, Romania e in Moldavia . Ha partecipato alle collane “Strozzateci Tutti” e “La Giusta Parte”. Ha scritto anche per La Voce della Campania. Ha inventato Il Festival dell’Illegalità. Tutto questo, nel tempo libero, essendo dipendente di una ditta privata che non ha nulla a che vedere né con l’informazione, né con la letteratura.[/author_info] [/author]

Ci sono ombrelloni tutti uguali istallati in fila con precisione geometrica; e ci sono tanti altri ombrelloni variopinti messi alla rinfusa, uno sopra l’altro. Poi ci sono bambini urlanti che sguazzano in acqua e mamme che utilizzano più decibel di loro per farli uscire dal mare, che la digestione finisce dopo tre ore dal pasto; signorine stese al sole come lucertole e giovanotti che giocano a pallone provando sforbiciate e acrobazie degne dei calciatori milionari; pazienti pescatori con esca e lenza, venditori bangalesi di collanine multicolore, massaggiatrici cinesi e senegalesi che vendono Dvd e Cd contraffati “con la garanzia di tre anni”.

E poi c’è anche la famiglia numerosa che alle 12 in punto si ritrova unita nel rito del pranzo. I nonni aprono tavolini, sedie e poltroncine portatili, le mamme tirano fuori da ingombranti borse numerosi termos e frigo portatili che conservano l’occorrente per sfamare un intero battaglione di soldati, i papà si accomodano sulle sedie poste all’ombra accarezzandosi la corpulenta pancia e i bambini si posizionano accanto alle loro gambe direttamente sulla sabbia.

Siamo su una spiaggia campana. Eppure, allo scenario tipico dell’arenile napoletano, in stile “mappatella Beach”, se ne sovrappone un altro, di tipo post bellico. All’odore dell’olio abbronzante e quello delle creme protettive spalmate a ettolitri che si respira sul bagnasciuga si unisce quello del ferro arrugginito e della polvere di cemento. Siamo a Bagnara, una spiaggia del Comune casertano di Castel Volturno lunga un chilometro, dove ovunque ci sono case abbattute e detriti di quelli che erano una volta stabilimenti balneari.

[new_royalslider id=”50″]

Foto e video di Vincenzo Ammaliato

Eppure, qui non risulta sia entrata in azione di recente alcuna artiglieria pesante. L’unica bomba esplosa in questa parte del litorale domziano è quella lenta e inesorabile della natura, che col fenomeno dell’erosione della costa si sta riprendendo la rivincita nei confronti l’uomo per il territorio che gli ha strappato con violenza negli ultimi quaranta anni. Da quando la cementificazione selvaggia ha di fatto fagocitato gran parte della costa, soltanto nel Comune di Castel Volturno, su una popolazione di poco più di 20mila abitanti, si contano oltre 36mila abitazioni, gran parte delle quali realizzate in maniera abusiva e su suolo demaniale.

Appartamenti, ville, locali commerciali, ma anche interni condomini, Chiese e scuole, e tanto altro tirato su velocemente in un periodo storico in cui le istituzioni e le forze dell’ordine spesso chiudevano un occhio su soprusi e illegalità. Anzi. Talvolta, li chiudevano entrambi. La parola d’ordine in quel periodo era: “costruire”, e nulla si poteva frapporre a quello che era considerato “sviluppo”.

Il desiderio della borghesia napoletana e casertana sul finire dello scorso secolo di possedere una casa a mare era notevole, e rispettare leggi e regolamenti per i costruttori avrebbe voluto significare, innalzare i costi e sfruttare poco spazio. Non si sarebbe potuta utilizzare, ad esempio, la spiaggia, come è avvenuto a Bagnara. Dove le case oggi non sono più con “vista mare”, ma si trovano direttamente in acqua. L’erosione della costa in questa località, ha divorato in venti anni circa cento metri di spiaggia dalla linea della riva.

[sz-youtube url=”http://www.youtube.com/watch?v=0bbCKdKK3n4&feature=youtu.be” /]

Col risultato che dei dieci stabilimenti balneari che c’erano su questa riviera, sono rimasti adesso soltanto spuntoni di ferro che sbucano dalle acque del mare. Stessa sorte è già capitata a una cinquantina di villini. Mentre gran parte delle restanti circa cinquecento abitazioni del quartiere è seriamene lesionata e potrebbe crollare da un momento all’altro. Col risultato che nel giro di pochi anni, della località non resti che soltanto che un flebile ricordo, su qualche fotografia ingiallita di estati un tempo allegre.

Particolarmente emblematica è l’esperienza del gestore di un campeggio di Baganara, che paga al suo Comune oneri urbani per un’area pari a quindicimila metri. Mentre ne può utilizzare soltanto diecimila. Gli altri cinquemila sono di fatto sotto acqua. E le istituzioni competenti? Così come non si sono rese conto di ruspe e operai in azione quando il quartiere è stato realizzato, allo stesso modo adesso fanno sentire assordante il proprio silenzio. Ma passeggiando su quella che resta della spiaggia di Bagnara di Castel Volturno nel giorno di ferragosto, si percepisce chiaramente che lo scarso interesse per la condizione della località non è certo una caratteristica esclusiva degli amministratori pubblici.

Il panorama è decisamente desolante. Ma non sembra lo stesso per i tanti che qui continuano a trascorrere le proprie vacanze. Non sembra per i numerosi bagnanti che posizionano il proprio telo e il proprio ombrellone sotto i ruderi. Perché, per tutti ci deve essere un posto al sole. Anche se pericolante. Poi, adesso è ferragosto e bisogna abbronzarsi e divertirsi. Il resto, poco importa. E si lascia questa stagione calda col classico appuntamento alla prossima estate: stesso mare stessa spiaggia. Confidando che nel 2014 a Bagnara di Castel Volturno non ci sia soltanto il mare (e spuntoni di ferro).



Lascia un commento