Storia dell’omofobia

Un saggio di carattere storico, antropologico e politico, che mette in luce le ragioni di una millenaria persecuzione

Che cos’è l’omofobia? In che modo si è espressa nella storia? Perché ancora oggi le religioni e alcuni gruppi sociali non accettano la “diversità” sessuale? Caratterizzato da uno stile agile, fresco e divulgativo, Storia dell’omofobia è un saggio di carattere storico, antropologico e politico, che mette in luce le ragioni di una millenaria persecuzione, dall’Antico Testamento fino ai giorni nostri, fornendoci gli strumenti per comprendere la natura di un “dispositivo culturale” ancora attivo.

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Scritto dal giornalista Paolo Pedote, con una prefazione di Gian Antonio Stella, edito da Odoya, il saggio partendo dai libri sacri arriva alla censura perseguita da ogni totalitarismo, passando per i sistemi legislativi e per la disciplina del Novecento omofoba per eccellenza, la psicoanalisi, l’omofobia emerge come doloroso leitmotiv, fonte di morte e paura. Un pregiudizio crudele di cui hanno fatto le spese, tra gli altri, il genio creativo di Oscar Wilde – condannato ai lavori forzati – e quello matematico di Alan Turing – inventore del computer decrittatore del codice Enigma durante la Seconda guerra mondiale, sottoposto a castrazione chimica nell’Inghilterra del dopoguerra e costretto al suicidio – oltre a migliaia di anonimi perseguitati, torturati, uccisi a causa del loro orientamento sessuale.

Un libro che si rivolge a chi ama la storia come disciplina per conoscere a fondo l’umanità, ma anche uno strumento per chi lavora nei settori educativi e spesso si trova a dover spiegare quali ragioni abbiano potuto motivare la persecuzione del “diverso”.



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