La Politica Commedia Italiana (noir)

Ovvero cronaca semiseria in Atto unico degli ultimi fatti che hanno mortificato e avvilito il senso di Politica, Etica e Morale. (Liberamente ispirato ai bestiari medievali).

di Nicola Sessa

È notte fonda a Roma. I piccioni e i polli che la abitano sono quasi tutti a letto. Il silenzio soffoca il respiro della città. Fa ancora caldo. L’autunno romano è un’estensione in tono minore dell’estate. Non tutti dormono.

Scena 1. Palazzo Grazioli, Interno, Studio, Notte.

 Il Caimano è seduto alla scrivania. Una pitonessa striscia ai suoi piedi. Poi si avvinghia alle gambe della sedia e sale su, su fino a raggiungere l’orecchio del suo leader. La lingua biforcuta bisbiglia qualcosa e spalanca soddisfatta la bocca. Un cagnolino bianco – non si sa se un barboncino o un bichon – spaventato, scappa via. Il guaito dell’animale risuona nelle meravigliose stanze del palazzo nobiliare che si susseguono una dietro l’altra. Poi sparisce e torna il silenzio. Un falco toscano dagli occhi verdini e acuti è affacciato alla finestra.

Il caimano non dorme da cinquantacinque notti. Dal primo agosto. Degli ermellini rossi lo hanno condannato per una gigantesca frode fiscale: deve stare un anno ai servizi sociali ad aiutare i polli e i piccioni o starsene rintanato in casa. La cosa peggiore è che non potrà più sedere nell’assemblea della giungla dove ha un seggio da senatore. Lui è il capo di una grosso branco e ha un potere immenso anche sulle altre fazioni: tutto, o molto, dipende da lui.
Ha deciso. Ordinerà ai suoi cinque ministri di lasciare il governo della giungla. La Marmotta che presiede il Consiglio dei ministri e il Mastino napoletano, che domina dal colle più alto della città tutta la giungla, non sono stati in grado di difendere i suoi privilegi sulla palude dove, il caimano, domina incontrastato. È deciso! La Pitonessa striscia via giù per le scale, il falco spicca il volo dalla finestra. Il caimano, stanotte, dormirà.

Scena 2. Sede politica del Caimano, Interno, Giorno.

Il braccio destro del Caimano, il Lemure, per la prima volta va su tutte le furie. Dopo diciotto anni di fedele servizio succede una cosa inaspettata: il Lemure si ribella. Da braccio destro qual è, avrebbe dovuto prendere parte a una notte così travagliata, a una decisione così importante. E invece non c’era, non è stato invitato. Teme, anzi è più che sicuro, che la Pitonessa stia adulando il suo leader per secondi fini e per inghiottire in un sol boccone anche lui, il Lemure. Nel frattempo i cinque ministri, da brave scimmiette, presentano le dimissioni. Il governo è in bilico, anzi è finito. La Marmotta, senza i suoi alleati guidati dal Caimano, non ha i numeri per prendere delle decisioni importanti. Ma, colpo di scena, il Lemure che è anche il vice della Marmotta, muove – lentamente – un passo. Fa la conta: chi è con lui dovrà sostenere la Marmotta, chi sta con il Caimano, che vada al diavolo. Sente che è arrivato il suo momento quando anche il Gran Lumacone, un fedelissimo del Caimano ed ex socialista, sceglie di stare dalla sua parte.

Scena 3. Studio televisivo, Interno, Notte.

Seduti su enormi poltrone di cartone, che danno l’impressione di essere scomodissime, troviamo esponenti delle diverse fazioni della giungla. L’attenzione è tutta sul Gran Lumacone e il Condor, direttore di un giornale e molto intimo della Pitonessa. Una volta erano amici il Lumacone e il Condor o, quanto meno, facevano parte della cerchia più ristretta della corte del Caimano. Ma il Gran Lumacone ha scelto di andare con il Lemure e allora il Condor lo accusa di essere un vigliacco e un pugnalatore di caimani. Lo spettacolo tocca delle punte di oscenità che neanche in quei programmi pomeridiani sulle reti televisive del Caimano. Ma almeno c’è una notizia: attaccato al telefono, il Condor riferisce in diretta che il Caimano ha deciso di staccare la spina: domani, al Senato, si voterà la sfiducia. E chi vota la fiducia, uno Scilipoti è! (si tratta di un simpatico ranocchio che salta da una parte all’altra, in gergo politichese da giungla è anche sinonimo di traditore o venduto).

commedia

 

Scena 4. Fuori da Palazzo Madama, Esterno, Giorno.

C’è grande concitazione. Tra i giornalisti circola la voce che il Caimano interverrà al Senato e voterà la fiducia alla Marmotta. Sebbene non tutti ci credano, qualche agenzia di stampa batte i “rumors”.

Scena 5. Sala stampa del Senato, Interno, Giorno.

Vediamo un capannello enorme di telecamere che hanno gli obiettivi e le luci puntati verso terra. Solo quando ci avviciniamo, vediamo il Pulcino Incazzato, un altro fedelissimo del Caimano, che con fare sicuro e voce più grossa della sua stessa statura dice,

Pulcino Incazzato: “Abbiamo fatto un’assemblea e all’U-NA-NI-MI-TAAA’ abbiamo deciso di non votare la fiducia al governo Marmotta”.

Scena 6. Aula del Senato, Interno, Giorno.

“Perché voi siete degli incapaci, avete fatto solo danni, prendete in giro il parlamento. Vergognatevi”.

A urlare queste parole rischiando l’infarto è il senatore Bruco – mezzo poeta, ex comunista, innamorato del Caimano.
La Marmotta è serena: sa di avere i numeri giusti, grazie alla scissione guidata dal Lemure e dal Gran Lumacone.

Scena 7. Un ufficio di Palazzo Madama, Interno, Giorno.

 Il Falco toscano si perde in numeri e in calcoli. Suda. Strappa fogli, cancella, riscrive. Ricomincia da capo. Il Caimano è al suo fianco.

Falco toscano: “Non ci siamo, Marmotta avrà la fiducia anche senza i nostri voti e il branco è ormai spaccato.”

Il Caimano: “Non mi rimane che votare la fiducia”.

Falco toscano: “Non fare sciocchezze se voti la fiducia, sei finito. E poi in assemblea…”, il Caimano lo interrompe.

Il Caimano: “L’assemblea? Non hai ancora capito che non contate un cazzo? Qui, decido solo io”.

Scena 8. Aula del Senato, Interno, Giorno.

Entra in scena il Caimano. L’aula si ammutolisce. Per quanto tutti siano pronti ad attaccarlo, in pochi riescono a reggere il suo guardo. Si capisce che fa uno sforzo a entrare in quel luogo, costretto a scendere al livello di tutti gli altri animali della giungla. Raggiunge con passo solenne lo scranno in mezzo al suo branco. Comincia una processione di fedeli: lo leccano, si strusciano, si rotolano a terra. Il Caimano ascolta tutti pazientemente. Poi aspetta il suo turno e prende la parola.

Doppiopetto impeccabile, come al suo solito, si alza in piedi e… coupe de théâtre:

Il Caimano: “… Non senza travaglio interiore, ABBIAMO deciso di votare la fiducia a questo governo…”.

Applausi e standing ovation. La Marmotta sorride e sussurra.

La Marmotta: “Un grande, un grande”.

Scena 9. Giungla, Esterno, Giorno.

Tutti sono soddisfatti e credono che il Caimano si sia arreso. Che la partita sia finita…

(ma, purtroppo, continua…)



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