Calcio d’Egitto

Un giocatore dell’al-Alhy festeggia una rete con il simbolo dei pro-Morsi, sospeso dal club, mondiali per club a rischio

di Christian Elia

13 novembre 2013 – Prima o poi, da qualche parte dell’immenso universe degli innamorati del pallone, nascerà un libro, una raccolta, dedicate alle esultanze dopo aver segnato una rete.

Una letteratura potenzialmente sconfinata, per la fantasia e l’originalità dei festeggiamenti. Resta inarrivabile Robbie Fowler, che simulò di sniffarsi la linea di fondo. Ma, come sempre, la politica incrocia il calcio e lo guarda neglio occhi. Le esultanze non fanno differenza: il pugno chiuso di Socrates, Cristiano Lucarelli e Gianfranco Zigoni, il saluto romano del fascista Di Canio e mille altri ancora.

Mancavano le quattro dita alzate assieme. Ci ha pensato Ahmed Abdel Zaher, attaccante dell’al-Ahly del Cairo, squadra più titolata del Paese. Zaher segna nella finale della Champions League africana, vinta dal team della capitale egiziana contro I sudafricani degli Orlando Pirates, il 10 novembre scorso.

 FBL-EGYPT-POLITICS-ISLAMIST-BAN

Dopo la realizzazione, si rivolge ai suoi tifosi, e alza quattro dita della mano, senza il pollice. Un gesto che in Egitto pesa tanto: è il simbolo della protesta dei sostenitori di Mohammed Morsi, presidente egiziano, eletto dal popolo e deposto dai militari. I seguaci di Morsi, e dei Fratelli Musulmani, occuparono piazza Rabaa al Cairo, subendo la dura repressione della polizia.

Un bagno di sangue e le quattro dita nere, su sfondo giallo, sono il simbolo della protesta, di coloro che chiedono la liberazione del presidente Morsi e il ripristino del voto popolare. Il procuratore di Zaher, attacante anche della nazionale, è stato sospeso dal suo club, che è anche la squadra più titolata in Africa.

“Il ragazzo non voleva offendere nessuno, non ha nulla contro le attuali istituzioni, è stato frainteso”, lo ha difeso l’agente, che rischia di veder sfumare anche la convocazione in nazionale e i prossimi mondiali per club per il suo assistito. “Non volevo provocare, solo rendere onore ai martiri tra i civili e gli agenti di polizia”, ha aggiunto il giocatore.

The yellow Rabaa sign of Egypt's opposition

La parola Rabaa, in arabo, significa quattro, per questo il numero è stato scelto come simbolo di lotta dai Fratelli Musulmani. L’al-Ahly, per altro, ai tempi della rivolta contro Mubarak nel 2011, si era segnalato per l’adesione dei suoi ultras alle proteste di piazza Tahrir, per una volta uniti ai rivali storici dello Zamalek, altro club cairota.

Adesione pagata cara: a febbraio 2012, un anno esatto dopo la rivolta, in trasferta a Port Said, la polizia lasciò che gli ultras di casa assaltassero quelli dell’al-Ahly. Un massacro: almeno 73 vittime accertate.

Perché calcio e politica si incrociano spesso, dentro e fuori dal campo. E spesso non finisce bene.



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