Il museo della cioccolata

[author] [author_image timthumb=’on’]https://fbcdn-sphotos-b-a.akamaihd.net/hphotos-ak-prn2/208826_10151525732097904_583330344_n.jpg[/author_image] [author_info]Leonardo Brogioni, fotografo, fondatore di Polifemo. Per QCodeMag autore della rubrica HarryPopper[/author_info] [/author]

Forma, spazio dedicato alla fotografia celebre a livello internazionale, chiude i battenti.

Dispiace perdere a Milano un luogo dove si sono avvicendate mostre, conferenze, presentazioni e varie altre iniziative legate al fotogiornalismo di alto livello. E dispiace anche sentire certe dichiarazioni del suo presidente Roberto Koch, il quale ha rimproverato il Comune di Milano di non aver fatto sufficienti sforzi per dare in comodato d’uso gratuito a Forma lo splendido spazio di Piazza Tito Lucrezio Caro, imputando all’amministrazione comunale la colpa del trasferimento di Forma in altro luogo (che non prevede la possibilità di svolgere attività espositiva) e accusandola di insensibilità e disinteresse nei confronti di un’attività culturale prestigiosa.

Qui è bene fare alcune precisazioni.

Forma è una struttura dell’agenzia fotografica Contrasto (inizialmente società per azioni detenuta al 100% da Contrasto, successivamente diventata Fondazione Forma costituita da tre soci: agenzia Contrasto, Fondazione Corriere della Sera e ATM).

Un’agenzia fotografica è un’azienda privata che genera profitti dalla vendita di fotografie del suo archivio: una banca di immagini (nel caso di Contrasto, realizzate da prestigiosi fotografi) cedute per la pubblicazione su testate editoriali, vendute come stampe originali a collezionisti oppure commissionate da svariati clienti che necessitano delle prestazioni professionali dei suddetti autori rappresentati dall’agenzia (la quale, in tutti questi casi, si prende una giusta e adeguata percentuale sul venduto).

L’attività culturale di Forma si è sviluppata sempre e soltanto con la proposta di progetti fotografici realizzati da fotografi rappresentati dall’agenzia Contrasto (compresi quelli della celebre agenzia francese Magnum, della quale Contrasto è distributrice in Italia), senza apertura alcuna.

Inevitabile vedere in tutto ciò una sorta di auto promozione di un’azienda privata, seppur di lavori il cui valore artistico è indiscutibile.

Altrettanto inevitabile dunque – e a mio parere ineccepibile – la risposta del Comune di Milano alle richieste e alle critiche del presidente di Forma e Contrasto. Si legge infatti in una nota dell’ufficio stampa dell’amministrazione comunale: “Le scelte di un soggetto privato, che ha peraltro sempre rivendicato orgogliosamente la propria autonomia progettuale e gestionale, non possono in alcun modo essere imputate a supposti mancati interventi da parte del Comune o di altri enti pubblici milanesi“.

Mi si passi un esempio. Se la Ferrero mettesse in piedi un Museo della Cioccolata esponendo solo Kinder e Nutella, in caso di difficoltà economiche della struttura, suonerebbe stonata una richiesta di intervento pubblico a suo sostegno. La cioccolata non è soltanto Kinder e Nutella, è anche Kinder e Nutella; così come la fotografia non è soltanto ciò che è stato proposto da Forma, ma è anche ciò che da Forma è stato organizzato.

Sta al soggetto privato trovare delle soluzioni, fare delle proposte per aprirsi all’interesse di una qualsiasi amministrazione comunale. Potrebbero essere mostre ad ingresso gratuito, proposte di autori altri rispetto a quelli rappresentati dall’agenzia Contrasto, iniziative riguardanti altri ambiti fotografici oltre a quello fotogiornalistico e chi più ne ha più ne metta. Le collaborazioni tra Forma e il Comune di Milano – fortunatamente – ci sono state, ci sono e ci saranno.

Quello che non ci deve essere è una posizione rivendicativa da parte di un’azienda privata, perché dall’ambito dell’indiscusso valore culturale delle sue proposte ci si mette poco a passare in quello delle pretese.

Forma era uno spazio espositivo importante, diventato uno dei punti di riferimento per la fotografia a Milano e anche oltre, se davvero si ha a cuore l’interesse per la cultura e quindi per i cittadini cerchiamo di non perderlo buttandolo in polemica.

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