Scuola di volontà

Il 4 dicembre, a Bologna, inaugurazione della mostra fotografica Boxe, Congo e altre amenità, con le foto di Francesca Tosarelli. Da bambino soldato a maestro di boxe

di Christian Elia

28 novembre 2013 – Mohammed Alì, per tutta la sua carriera, ha detto molte cose. Non tutte condivisibili, per qualcuno, ma nessuna priva di acume.

E Alì diceva, tra le altre cose, una grande verità: “I campioni non si fanno nelle palestre. I campioni si fanno con qualcosa che hanno nel loro profondo: un desiderio, un sogno, una visione. Devono avere l’abilità e la volontà. Ma la volontà deve essere più forte dell’abilità”. Perché non è come un altro sport. E’ più profondo, più solitario, più inquieto.

Dal prossimo 4 dicembre, alle 19.30, al Tpo di Bologna, in via Cesarini 17/5, si potranno ammirare gli scatti di Francesca Tosarelli. Una storia di boxe, una storia di volontà.

FOTO DI FRANCESCA TOSARELLI

This is the incredible story of Kibomango, the Congolese national boxing champion.He is a former child soldier who marched 2,000 miles to Kinshasa with the forces of Laurent-DesireÌ Kabila to unseat dictator Mobutu Sese Seko in 1997.He lost his left eye

La storia di Kibomango, bimbo soldato, nella Repubblica Democratica del Congo. Uno di quei destini che ti ritrovi addosso, come una ragnatela, dove resti invischiato senza neanche assaporare il gusto dello sbaglio. Perché per sbagliare devi poter scegliere, ma se nasci a Goma, nel cuore del conflitto tra governativi e ribelli, puoi solo sopravvivere, che scegliere è un lusso.

Francesca Tosarelli ha raccolto, nelle sue foto, i destini in prestito, strappati alla logica della strada diritta, senza un bivio, una possibilità. Una strada lunga e dolorosa, come quella che Kibomango ha percorso, 2mila miglia, fino a Kinshasa, nel 1997, agli ordini di Kabila contro Mobutu. Questi sono i nomi che restano, si guadagnano un ricordo, sulla pelle di quelli che combattono per loro.

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A Kibomango quella guerra è costata un occhio e l’infanzia. Ed ecco, come diceva Alì, che tutto finisce per misurarsi con la volontà. Perché lui è diventato il campione nazionale di boxe, passando per una nuova vita che nessuno gli ha regalato. Ma proprio per questo, ha deciso di ritornare ad altri bambini che hanno ricevuto un kalashikov prima che un pallone.

Il club dell’Amitiè, a Goma, nella regione del Kivu, è luogo di un altrove della volontà. Guardando gli scatti di Francesca Tosarelli non si trova consolazione o giustizia, per quella ci vogliono gli uomini e le donne. Ma la boxe insegna a restare in piedi. A schivare, a rialzarsi, che a cadere son buoni tutti. E anche a colpire, quando è necessario. Un reportage sulla resistenza, sull’alternativa, sulla volontà.

L’incasso della serata d’inaugurazione verrà devoluto a loro, per acquistare materiale tecnico. Perché in ogni foto dove c’è un piccolo che imita un grande, che si allena e non combatte, c’è un progetto di futuro. Perché a insegnare a uccidere son capaci in tanti, ma a insegnare a vivere – e sopravvivere – pochi son buoni come un pugile.



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