Ricordi di Cecenia

Intervista ad Apti Bisultanov, poeta e vice presidente ceceno, poi in armi contro l’esercito russo durante la seconda guerra del ‘99, ora rifugiato politico in Germania

[author] [author_image timthumb=’on’]https://www.qcodemag.it/wp-content/uploads/2013/11/photo-bn-2.jpg[/author_image] [author_info]di Luigi Serenelli. Giornalista freelance. Ho scritto di recente sull’esodo dei rifugiati ceceni in viaggio attraverso il confine est d’Europa per chiedere protezione in Germania e respinti in Polonia. Miei lavori, anche video e multimediali, sono apparsi su Corriere del Mezzogiorno, Left, Linkiesta, Lettera43, L’Espresso, Exberliner Magazine e BBC News Magazine. Ho trascorso gli ultimi anni tra l’Australia, l’Italia e Berlino. [/author_info] [/author]

29 novembre 2013 – Lo sterminio dei Circassi e le Olimpiadi invernali a Soci. La politica imperiale di Mosca e la Cecenia di Razman Kadyrov abbandonata dall’Europa.

Apti Bisultanov racconta le metamorfosi nel Caucaso del Nord, e dice che la battaglia per l’indipendenza e il rispetto dei diritti è stata sostituita da un generale imbarbarimento.

Poeta e vice presidente ceceno, poi in armi contro l’esercito russo durante la seconda guerra del ‘99, rifugiato politico in Germania, per Bisultanov lo specchio del cambiamento è Shamil Bassayev, responsabile dell’attacco alla scuola di Beslan, in Ossezia del Nord.

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Quale è  il significato dei giochi olimpici invernali a Soci?

Per il prestigio di Putin e la propaganda russa hanno un grande significato, e costano miliardi.

Per il Caucaso invece?

Per il popolo del Caucaso del Nord è un’offesa: quella era la Terra dei Circassi, che non esistono più perché sono stati sterminati. Le Olimpiadi vengono organizzate sulle ossa di quel popolo e Soci è una grande tragedia, così come la storia del Nord Caucaso. 

L’attentato di Volgograd è un segnale dei terroristi? 

Certo. Il leader dell’emirato caucasico Doku Umarov aveva vietato gli attentati contro i civili ma da tre mesi ha chiarito, dicendo che la Russia ha interpretato male la proposta e non ha adeguatamente reagito, perciò ora richiama al boicottaggio delle Olimpiadi, anche con aggressioni a civili.  Per tutti i caucasici impedire i giochi è una questione d’onore.

E la norma anti terrorismo approvata dalla Duma?

Putin riesce a concepire solo la dittatura. Ora per legge le conseguenze dell’azione di un terrorista devono essere ripagata in denaro dalla famiglia. Una forma di responsabilità collettiva.  Cosa è questa, se non dittatura o totalitarismo.

In Cecenia si combatte ancora?

Sì ancora, ma è calato il sostegno alla lotta. I ceceni non sono molti e poi soffrono quattordici anni di occupazione. La base sociale che sostiene la guerra si è ridotta.

Quale è il motivo del conflitto?

La cinica politica imperiale della Russia: occupa da centinaia di anni. Poi guarda cosa succede a Mosca oggi: xenofobia, razzismo, questa è una patologia del nazionalismo.

C’è anche una componente religiosa? 

Non solo la religione.  In principio era l’autodeterminazione, la difesa dell’identità di un popolo, costruire uno stato, e oggi si sono mischiate anche ragioni religiose.

Che hanno portato all’emirato caucasico.

L’emirato caucasico è un nome. L’Europa non ha per nulla compreso la situazione, ha abbandonato la Cecenia e non ha adeguatamente reagito alle violazioni dei diritti umani, e il risultato è l’emirato.

Quale è la differenza tra  il governo di Aslan Maskhadov, di cui è stato vice presidente ceceno e ministro per gli affari sociali, e l’attuale di Razman Kadyrov?

Maskhadov e Dudayev erano grandi persone.  Maskhadov era il nostro presidente, dalla parte della libertà del popolo ceceno. Con loro ho sostenuto l’indipendenza della Cecenia. Razman Kadyrov è un assassino e un traditore.

E le conseguenze sulla società cecena?

Ho molti contatti con gli intellettuali ceceni e dicono, per paura perché spiati, che Kadyrov ha risollevato il paese ed è onesto. Il paradosso è che ogni mese arrivano ceceni a chiedere asilo in Europa. La Germania è piena di ceceni.

(Il governo tedesco, rispondendo a un’interrogazione parlamentare, ha contato da gennaio ad agosto 11.522 richieste di asilo politico ndr)

Cosa ricorda del periodo accanto a Maskhadov?

Secondo costituzione ero il vice presidente e suo primo consigliere. Aveva un’impronta morale forte, lui e Sadulayev sono stati i migliori che abbia mai conosciuto, come  anche Shamil Bassayev.

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Ma Bassayev ha invaso il Daghestan e innescato la seconda guerra cecena.

È stato un grande errore, una catastrofe, un grosso regalo alla propaganda russa. Bassayev ha commesso negli ultimi anni della sua vita anche altri errori: l’ultimo tragico è stato Beslan. Quando però un uomo lotta sempre, fa degli errori. Per la nostra battaglia ha fatto molto. La storia personale di Bassayev è lo specchio della storia moderna della Cecenia.

Si spieghi meglio.

In Cecenia negli ultimi dieci anni i diritti fondamentali nel complesso sono stati violati. La legge era una sola, e cioè che i ceceni potevano essere sterminati con tutta la violenza possibile senza riguardo per le convenzioni internazionali.  Bassayev  lo aveva spiegato alle istituzioni in Europa, al Consiglio europeo, alle Nazioni Unite elencando le violazioni e la situazione dei diritti umani in Cecenia, di cui la Russia era responsabile.

Cosa è cambiato allo

Si è cercato di rispettare il diritto, le convenzioni, di muoversi nel solco della democrazia, per esempio era stata approvata una buona costituzione sul modello europeo, ma negli anni si è giunti alla situazione di generale imbarbarimento.  Questa è la trasformazione che anche Bassayev rappresenta.

Quando è stato l’ultima volta nel Caucaso?

Tre anni fa  a Tiblisi in Georgia per presentare il mio libro di poesie.

Nel  2010 Apti Bisultanov  è stato condannato a morte dal presidente ceceno Razman Kadyrov perché dissidente e critico del regime.



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